11. Mirtilli, finferli e lamponi

99 3 2
                                    

Fùsea scese dalla scaletta a chiocciola che portava al soppalco, dove Eutùmia e Aurora avevano sistemato i loro letti.
«Ragazze, dovete mettere a posto le coperte quando vi alzate!» si lamentava la donna, calandosi goffamente dalla scala, a causa di una botta al fianco fattasi pochi giorni prima.
Dal momento che non potevano utilizzare alcun tipo di magia e temporaneamente alla natura di fata, non potevano in alcun modo guarire i loro corpi da botte o ferite; solo il corso del tempo avrebbe potuto.

Le giovani si guardarono complici, alzando gli occhi al cielo.
Poi, si sedettero alla tavola già apparecchiata nel mezzo della saletta, a destra della piccola cucina che rasentava il muro di sinistra.

«Oggi devo andare al villaggio» annunciò Floris, alzandosi dallo sgabello e riponendo ago e filo sul piano di legno.
Nella piccola sala calò il silenzio: era un evento più unico che raro andare al villaggio.
Aurora ricordava ancora quando anni prima, per curiosità, aveva seguito di nascosto la zia ed Eutumia al villaggio, e ne era rimasta sconvolta: la folla, la puzza di sudore e del pesce, i carretti dei buoi, la drogheria e i banchi del mercato, tutto ciò le aveva dato un senso di restrizione e voltastomaco, all'inizio.
Poi, però, aveva visto dei bambini, maschi e femmine, giocare con dei ramoscelli e aveva notato i volti allegri, seppur concentrati, dei compratori e dei venditori. E fu lì che per la prima e ultima volta provò un'emozione diversa, strana ed amara: l'invidia. Decise che il villaggio non le piaceva, per la puzza e per quella strana sensazione che la sua vista le aveva inflitto, e non ci volle più tornare.

Aurora prese il piatto con una mano, mentre con l'altra si portava il cibo alla bocca aiutandosi con un mestolo di legno.
Di certo, il villaggio non era un luogo dove volesse stare, il solo ricordo le toglieva l'appetito.

«Devo comperare della farina e delle uova, le galline sono un po' pigre di questi tempi» spiegò Floris, sbuffando e pulendosi le mani nel grembiule, già sporco di ditate marroni e giallastre di chissà quanti giorni prima.

Eutumia tornò a fissare il piatto, prendendo il mestolo e portandosi la prima cucchiaiata di minestrone alle labbra. Sperava tanto che Aurora non chiedesse di poter andare con quella che la Principessa reputava sua madre al mercato, ma non rimase sorpresa quando la bionda chiese invece di andare a cogliere i frutti di bosco nella foresta.

Ormai Rosaspina era quasi una donna, ed era sempre più difficile nasconderle qualsiasi delle cose che le Thrierahl dovevano nascondere: aveva già chiesto un paio di volte di suo padre, e per le tre fate era stato difficile mentire a quegli occhi così familiari.
La prima volta la giovane aveva chiesto a Fùsea, credendo che forse sua zia le avrebbe saputo dire la verità senza essere frenata da vecchie emozioni. Colse la Thrierahl di sorpresa un pomeriggio invernale, mentre il vento soffiava e gli ululati del vento entravano dal camino e dalle finestre.
Floris era in camera sua assorta da un libro di ricette, mentre Eutumia stava disegnando. Fùsea stava tranquilla davanti al camino acceso, cullata dall'ululato del vento, rilassandosi.

In quelle giornate tempestose non potevano far molto nell'orto o nel bosco, perciò ne approfittavano per qualche momento di quiete.

La Principessa osservava il paesaggio grigio e acquoso fuori dalla finestra, indecisa se porre la domanda che tanto la assillava da alcuni mesi. Aveva visto quelle persone al mercato, fratelli e sorelle, madri con figli e figlie, ed anche padri con figli e figlie.
Aveva un padre, per forza, su questo non c'erano dubbi. Ma chi era? Com'era il suo volto? E le sue mani? Aveva per caso i suoi occhi o i suoi capelli? Che uomo era?
Tutte queste domande e molte altre erano sorte pian piano mentre cresceva, e la sua curiosità stava facendo altrettanto.

Finalmente decise di chiedere a Fùsea, ed ella rimase immobile, mentre Aurora esponeva le motivazioni per cui voleva scoprire di suo padre imbarazzata e dolce come sempre, ma questa volta anche impaurita dalla risposta che avrebbe potuto ricevere.
Fùsea le rispose semplicemente che non c'era nulla da sapere, che stavano bene così.
La giovane dai capelli d'orati non osò domandare altro, vedendo colei che considerava una zia in grande difficoltà su quell'argomento.

Dopo qualche settimana pose ancora la stessa domanda, ma questa volta a Floris. Ella, che aveva parlato con Fùsea, si era preparata a quel momento, a differenza dell'altra fata.
Alla domanda della giovane, Floris rispose che il padre era dovuto partire per commerciare legna ancora prima che Aurora nascesse, ma durante il viaggio aveva contratto una malattia, che lo aveva ucciso a molti giorni di distanza dal villaggio vicino.

Le fate erano pienamente consapevoli di portare tristezza nel cuore di Aurora, facendole credere che suo padre fosse morto, ma dovevano farlo. Infatti, non potevano dare false speranze alla Principessa: ella doveva credere di essere legata solamente alle Thrierahl, madre, zia e sorella.
In questo modo, qualsiasi cosa fosse successa, Rosaspina sarebbe corsa da loro a chiedere aiuto, e non avrebbe avuto la curiosità di cercare altrove il suo ipotetico padre.

Mentre Floris si preparava per andare al mercato, Eutumia metteva a posto la tavola e Aurora la aiutava con uno straccio.
«Io vado, tornerò entro l'orario di cena!» disse Floris e, salutate tutte, uscì dalla porta di casa.

Appena Floris chiuse la porta, Aurora ed Eutumia smisero di pulire ed andarono a prendere i cesti per raccogliere le bacche, mentre Fùsea si preparò ad andare a vedere come stavano le zucche nel suo bell'orto.

«Noi andiamo nel bosco, zia Fùsea!» avvisò Aurora, mentre apriva la porta verso la piccola pianura verdeggiante.

«No, Eutumia, eravamo d'accordo che i lamponi li curavi tu! Non posso tenerli sempre d'occhio io!» si lamentò Fùsea, urlando dall'orto. L'idea di coltivare i lamponi era stata di Eutumia, dal momento che da un po' di anni ne crescevano meno nei boschi.

«Ah, per mille trifogli... ha un compito in casa, uno!» borbottò Eutumia, alzando l'indice della mano destra e gli occhi al cielo e chiudendoli mentre buttava la lunga chioma dal riflessi celesti all'indietro. «Perderemo la possibilità di raccogliere i finferli, che peccato!»

Aurora sbuffò, provocando lo svolazzamento di alcuni fili d'oro lievemente arricciati davanti al suo viso. I finferli in quel bosco crescevano raramente, e le ragazze li avevano visti già da qualche giorno ma avevano aspettato a raccoglierli per farli diventare ancora più grossi. Ora però, se non fossero andate quel pomeriggio, probabilmente gli animali della foresta sarebbero giunti ai gustosi funghi ormai pronti ad essere mangiati prima di loro. «Aspetta, ho una soluzione!» esclamò.
«Posso iniziare ad andare nel bosco, nella zona dei finferli. Li terrò d'occhio finché non arriverai, che ne dici?» propose la giovane.

Eutumia, seppur in conflitto con se stessa, le disse che andava bene. Se le avessero proibito di allontanarsi da sola, sicuramente alla Principessa sarebbero sorti dei dubbi sul luogo isolato in cui vivevano ed anche sulla natura dell'isolamento.

In qualsiasi caso, la giovane dai capelli d'orati era già stata nel bosco almeno un migliaio di volte e qualcuna anche da sola, seppur per pochi minuti, e ne conosceva a memoria gli alberi, i sentieri e gli animali che vi vivevano.

«Va bene, non allontanarti dai funghi, altrimenti non ti troverò e mi perderò nel bosco per cercarti!» la ammonì Eutumia, con un po' di ironia.

«Ci vediamo lì!» rispose Aurora, mentre si allontanava e salutava con una mano colei che considerava una sorella. Si mise in marcia verso la distesa verde scuro davanti a lei, delimitata da pini alti. Con passi leggeri nell'erbetta fresca raggiunse il limitare della foresta, con uno sguardo tranquillo e sveglio, mentre il vestito celeste aveva smesso di svolazzare a causa della mancanza di vento.

Era felice, l'aria era fresca e profumata l'avvolgeva, e non vedeva l'ora di raccogliere tutti quei bei funghi.

D'altronde, cosa sarebbe mai potuto accadere in quella foresta così familiare?

You've reached the end of published parts.

⏰ Last updated: Oct 27, 2017 ⏰

Add this story to your Library to get notified about new parts!

RosaspinaWhere stories live. Discover now