6 - Nemici

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I boccoli erano esagerati, ma le ancelle continuavano a rimpinzarli di fiori, gemme e mollette a forma di rosa d'oro.
Chiedeva loro di smetterla, si dimenava, ma Katia e Saz non permettevano discussioni riguardo a suo abbigliamento: la principessa doveva essere superba per il suo quarto compleanno. Non solo per la simbologia e l'importanza di quel giorno, ma anche perché quella sera Rosaspina si sarebbe presentata sia come principessa che come erede al trono di Vanaria.
La festa si sarebbe svolta, naturalmente, nel grande salone nell'ala sud, ma i finestroni sarebbero rimasti aperti tutto il tempo: erano gli ultimi giorni di Luglio, e la temperatura era insopportabile.
I troni di Re Nicholas e della Regina Evanella erano stati posizionati presso la parete in fronte ai finestroni spalancati, ad una distanza dall'apertura di almeno cento cinquanta metri. I pavimenti erano stati puliti, cerati e lucidati, i mobili spolverati e smacchiati.
Ogni cosa doveva essere perfetta.
La principessa si sarebbe seduta di fianco ai suoi genitori, su di un trono minore posto a circa cinque metri da loro. Più che un trono, era una sedia d'oro imbottita e molto alta, con fili argento rampicanti che mimavano edera cresciuta sulle gambe e sulla schiena di essa.
La principessa era molto agitata.
Non aveva mai visto altre persone se non i suoi genitori, qualche ambasciatore o commerciante e la servitù di palazzo.
E se si fosse comportata sconvenientemente?
Sua madre le aveva insegnato le buone maniere, con l'aiuto dell'insegnante di etichetta e di danza.
E se l'avessero trovata inadeguata?
Era molto piccola, ma sapeva già come una principessa dovesse esibirsi ed atteggiarsi.
La principessa non sapeva come calmarsi, e si guardava fissa negli occhi tramite lo specchio in camera sua, mentre le Katia le arricchiva i capelli e Saz le passava una collana di fiori d'argento al collo. Il suo respiro accelerato le alzava ed abbassava lo sterno in continuazione, mettendo in evidenza a scatti le piccole clavicole ben disegnate.
Fissava quelle due pozze di fango che i suoi genitori dicevano essere tanto profonde e dolci, e chiedeva a quella figura riflessa ed intrappolata in quel limpido lago cosa fare.
Sentiva goccioline di sudore che calcavano contro la pelle per uscire, pronte a scivolare lungo la schiena e sopra le labbra.

«Principessa, state calma» disse Saz, interrompendo il muro colloquio con lo specchio.

«Sì, vedrete che sarà tutto molto divertente» aggiunse Katia, passandole una mano sulla spallina nuda.

«Dite che sarà bello? Non conosco nessuno fuori da queste mura» domandò loro Rosaspina, finalmente alzando lo sguardo dal suo riflesso tremante.

«Oh, certo che sarà bello, principessa.
Stiamo parlando di una festa in maschera» disse Katia, prima alzando la mano e svolazzandola in aria in segno di accantonare il discorso, e poi alzando gli occhi al cielo, sognante.

«In... In maschera?» chiese Rosaspina, confusa.

«Si, principessa» rispose Katia, stringendo la treccina d'oro lunga quanto il busto della principessa.

«Nessuno vi aveva avvisata?» chiese Saz.

La principessa Rosaspina scosse la testa e si alzò lentamente, giusto in tempo perché Katia finisse la treccina.
Finalmente era riuscita a sgusciare dalle mani delle due ragazze.
«Piccola, tornate qui!» la chiamò Katia.
«C'è ancora un ciuffo libero!»
Rosaspina allora si mise a ridere come solo una bambina può fare, e cominciò a saltellare in giro per la stanza.
Le due ancelle la inseguivano e cercavano di braccarla, ma lei all'ultimo le sviava e correva da un'altra parte. «Avanti, fermatevi!»

«Non mi prendete! Non mi prendete!» cantilenò con occhi dolci la principessa, facendo la linguaccia alle due ancelle.

«Principessa! Cosa sono quelle smorfie da... da...?» domandò sconvolta Saz, fermandosi vicino al letto senza riuscire a finire la frase con l'aggettivo adatto.

RosaspinaWhere stories live. Discover now