Follia

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Una luce le illuminó il volto pallido facendolo risaltare nell'oscuritá della stanza di quella magione diroccata.
La guardó allibito, scioccato, col puro terrore dipinto sul viso: lei aveva il volto pallido trasfigurato in un'orrenda maschera grottesca dai tratti tirati, illuminati a intermittenza dai lampi che rischiaravano gli interni impolverati. Il volto stralunato, gli occhi fuori dalle orbite scure, spalancati all'inverosimile, i muscoli tesi, in rilievo, i tendini sporgenti, le labbra tirate in un sorriso folle, i denti digrignati come se stesse trattenendo un ringhio animalesco. Sperava di essere in un incubo, rapito da quella stessa ragazza che l'aveva aiutato dopo la scomparsa dei suoi cari e che ora gli stava davanti in quelle condizioni.
Le mani screpolate impugnavano nervosamente il manico di un coltello, le nocche erano bianche per la forza sovroumana con cui ne stringeva l'impugnatura. Si grattó nervosamente il viso con le unghie rosicchiate, nere, si grattò il collo fino a quando non si scorticò la pelle e rise del ragazzo che le stava di fronte, paralizzato dalla paura. Rise agghiacciando lo sfortunato spettatore della macabra scena.
《A volte...》 la voce graffiante, roca, la voce di chi non parlava da molto o di chi aveva urlato per giorni《...a volte mi chiedo...》 strinse la presa sul manico puntandosi il coltello al petto《....mi chiedo: se mi aprissi...》tirò sù col naso  raschiandosi la gola  《... se mi aprissi la gente vedrebbe il nero che ho all'interno?》Lo guardò cercando una risposta nel suo sguardo, cercò una risposta che non arrivò e allora rise e rise ancora e la sua risata folle si mischiò al rombo di un tuono, ghiacciò il tempo, lo fermó cristallizzandolo in quell'attimo che ebbe culmine quando improvvisamente si colpì al petto davanti a lui. I tratti grotteschi non l'abbandonarono mentre il sangue fluiva sul corpo, perdendosi tra i vestiti e cadendo a terra, lasciando scie che apparivano nere, come se effettivamente non avesse altro che pura oscuritá all'interno. Non l'abbandonarono mentre con forza spingeva la lama più in profonditá e verso il basso sfidando quella che sarebbe dovuto essere il suo spirito di sopravvivenza, non l'abbandonarono nemmeno quando gli morì davanti così come erano stati i suoi ultimi momenti da viva: gli occhi spalancati, il volto stralunato e un ghigno animale in volto.
La osservò a lungo chiedendosi se finalmente fosse morta, se il suo incubo fosse finito e iniziò ad attendere impazientemente di essere portato via di lì, gli sarebbe bastato anche solo uscire da quella casa spettrale, ma i suoi desideri rimasero inascoltati e lì rimase davanti al cadavere di lei che lo osservava come se fosse ancora viva, davanti a quel cadavere che si decomponeva lentamente liberando un puzzo nauseabondo, davanti a quel cadavere che veniva divorato lentamente da topi e scarafaggi sempre più intrepidi. Nessuno lo andò a cercare, nessuno lo trovó e finì per morire lì, accanto all'unica persona per cui era contato veramente e che l'aveva reso vittima della sua follia, spettatore della sua fine, di quello spettacolo grottesco che si era consumato in quella magione. Morì di stenti e i topi fecero razzia anche del suo corpo, morirono vicini, nello stesso luogo come lei aveva sempre voluto.

Spazio me

Questa doveva essere pubblicata per Halloween, ma come avrete di certo notato oggi non è il 31 ottobre e io ho pubblicato a caso, non ho un titolo migliore di quello che ho dato e non so se in futuro lo cambierò (accetto volentieri suggerimenti)
A questo punto vi saluto e quindi
Buon halloween (?)

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