Individui

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Prima di una lunga serie questa sarà una delle raccolte di individui per imparare a descrivere al meglio le persone, fare esercizio o scrivere e basta.

Spesso la vita ci porta ad incontrare il più svariato genere di persone che la nostra mente, la nostra immaginazione tende ad assimilare a buffi, spaventosi o irripetibili personaggi e nasce così la mia raccolta di individui.
La gente, spesso, ha caratteristiche uniche, così particolari, che colpiscono e nemmeno lo sa. Guarda la persona seduta a fianco a te, sì sì quella che si mordicchia nervosamente il labbro o perchè no, quella che da almeno mezz'ora picchietta la penna sul ginocchio. Osservali bene, guarda i loro occhi, scrutali nel profondo e visto che si sei cerca le loro cicatrici, quelle hanno sempre storie da raccontare.
Oggi nel via vai, nella confusione più totale del tram, un individuo ha colpito la mia fantasia: un uomo, alto forse quanto le porte del mezzo su cui ci trovavamo, fisico asciutto e lineamenti delicati. Aveva lo sguardo vacuo, perso forse in mille e più pensieri, gli occhi azzurri, limpidi come un cielo terso, a fissare al di lá delle persone che lo circondavano, come se queste e la loro pressante presenza non esistessero, come se su quel tram non vi fosse nessuno, come a vedere cose che lui, privilegiato, poteva vedere. Ammetto di aver tentato di seguire quello sguardo, immaginando forse di essere stata dotata anch'io di quella strana visione del mondo, di poter vedere "al di lá". Non ho visto nulla. Insomma non che immaginassi di avere un dono tale, ma rimanere a fissare il groviglio di capelli scuri della donna che parlava al cellulare accanto a me senza notare nulla è stato un duro colpo. L'uomo aveva un incarnato chiaro, una lieve peluria scura ad accennare la barba, probabilmente fatta in mattinata, e delle labbra rosee. Sui capelli scuri era calcato un cappello nero a falda larga, probabilmente in feltro, un cappello severo come gli occhiali dalla montatura fine e il foulard grigio perla stretto intorno al collo e infilato nel cappotto di feltro scuro. Quel cappotto lungo gli conferiva un aspetto austero, rigido come la linea in cui serrava le labbra. È sceso dal tram prima che potessi studiarlo a fondo nel vociare della gente, prima che al brusio si aggiungesse il rumore delle fronde delle piante basse che si scontravano contro i vetri del tram. È sceso portandosi via quell'aura misteriosa che gli aleggiava intorno e che impediva alla gente di toccarlo nonostante la calca. È sceso e basta, tornando alla sua normale routine di individuo.

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