16.

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Scusate se non aggiorno più con la stessa frequenza, ma ho molti impegni, spero che la storia vi stia appassionando :)

L'orologio nell'ufficio del direttore era l'unico rumore che interrompeva questo silenzio soffocante. Louis guardava davanti a sé, ma era perso nei suoi pensieri. Io ero agitato, agitato da morire. Irwin si appoggiò con i gomiti sulla scrivania, le mani sotto al mento, rimase un attimo a fissarci.
-Ciò che ho appena visto e sentito sono cose che vanno contro il regolamento di questo istituto, tra i pazienti e gli assistenti deve esserci un rapporto esclusivamente professionale- disse e tornò il silenzio. Ciò che aveva detto era vero, non c'era nessun motivo per cui per contrattaccare, eravamo nel torto e avevamo infranto una delle leggi fondamentali del centro di disintossicazione. La mia paura più grande era quello che Louis potesse perdere il posto: sapevo quanto ci tenesse e quanto gli servisse quel lavoro e non mi sarei perdonato una cosa simile.
-D'altro canto avevo sempre sospettato questa cosa- continuò poi il direttore. I miei occhi e quelli di Louis si soffermarono su di lui. Ashton si passò una mano tra i capelli ricci sorridendo.
-Con l'inizio delle sedute con il dottor Tomlinson, tu piano piano stavi iniziando a cambiare, eri molto più solare e meno attacca brighe di prima, una persona non cambia in questo modo solo per qualche parola detta bene da uno psicologo- si rivolse a me.
-Allo stesso tempo, lei, è uno dei migliori qui dentro, tanti pazienti le sono riconoscenti per il suo lavoro e i suoi consigli e non posso licenziarla- disse poi guardando Louis. Vidi per poco un barlume di speranza, come se dietro quel direttore così severo, si celasse in realtà un animo buono e comprensivo.
-Devo prendere una decisione ma in questo tempo evitate qualsiasi contatto fisico- finì. Ci alzammo entrambi dalle sedie, con milioni di emozioni contrastanti, che vacillavano tra la paura di perdersi e il sogno di poter continuare a stare insieme.
-Ah comunque Styles, il signore May è stato riassegnato alla sua stanza- mi comunicò prima che uscissi. Nel corridoio nessuno di noi due parlò, ci sfiorammo solamente con le mani prima che io rientrassi nella mia stanza. Assorto dai mille pensieri e dubbi, caddi subito in un sonno profondo.

La mattina seguente venni svegliato presto da una guardia, ricordandomi il fatto che avessi delle visite. Speravo con tutto il cuore che non fossero i miei genitori e quando vidi Niall, Zayn e Liam, corsi istintivamente verso di loro per abbracciarli.
-Hazza che dimostra affetto? Ti hanno per caso fatto il lavaggio del cervello?- domandò ridendo l'irlandese. Ero davvero emozionato di vederli, mi erano mancati davvero tanto. Iniziai ad assillarli con milioni di domande, su cosa fosse accaduto in questo tempo che non avevo avuto contatti con il mondo esterno, cosa stavano facendo, se avessero deciso in quale college andare o no. Io gli raccontai che la disintossicazione era dura, che spesso avevo avuto attacchi per l'astinenza veramente orrendi in cui avevo aggredito delle persone, che all'inizio mi rifiutavo anche di mangiare e soprattutto gli raccontai dell'incontro con Joseph e ciò che mi aveva detto. Cercai di parlare, scherzare e ridere con loro il più possibile, per quel poco tempo che avevamo a disposizione.
-Tu comunque ci stai nascondendo qualcosa- mormorò Liam alla fine.
-Già, sei troppo allegro e sentimentale, quasi non ti riconosco- lo appoggiò Niall.
-Mh mh- mugugnò Zayn, non era un tipo di molte parole.
-Semplicemente questo tempo passato qui in solitudine mi ha fatto riflettere molto sul mio modo di essere e di approcciarmi anche con voi- mentii. Per quanto volessi raccontargli di Louis, del modo in cui mi capiva, di come mi faceva sentire e di come mi stava aiutando a cambiare in meglio, non potevo e la cosa mi infastidiva da morire. Volevo che loro lo sapessero, volevo che i miei migliori amici sapessero che avevo trovato qualcuno che mi apprezzava con tutti i miei difetti, che aveva deciso di buttarsi a capofitto nella situazione, accettando tutti i problemi che portavano il 'pacchetto Harry Styles'. Volevo che sapessero che finalmente c'era qualcuno che mi apprezzava così com'ero, pieno di difetti, rotto a metà, senza speranze. Fecero finta di credere alla mia risposta e quando se ne andarono, li abbracciai di nuovo e mi promisero che sarebbero tornati presto. Ero davvero tanto felice, mi sembrava di poter toccare il cielo con un dito, ma venni scaraventato di nuovo giù a terra e nel modo peggiore quando vidi che nella stanza in cui dormivo che tutte le mie cose, erano state rinchiuse in due valigie e sul letto, c'erano dei vestiti nuovi da indossare. Una guardia me li porse con freddezza e iniziò a dirigersi verso la porta.
-Devi muoverti Styles, sei stato trasferito in un altro centro, tra poco l'auto che ti ci porterà sarà qui- mi informò. Caddi rovinosamente sul letto al suono di quelle parole, ma la cosa che mi spezzò di più il cuore fu vedere Louis che da lontano mi guardava, le braccia incrociate al petto e gli occhi pieni di lacrime. Un'altra volta, nella mia vita, venivo allontanato da una persona che amavo davvero, mi ritrovavo di nuovo senza speranze che qualcosa potesse migliorare e non avevo nessuna scelta da prendere, la strada che mi era stata imposta era stata una sola: dovevo essere allontanato il più possibile da Louis William Tomlinson.

Toxic love (larry stylinson).Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora