Capitolo 1

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Sono arrivata a Forks il 15 settembre; prima abitavo in italia ma so l'inglese discretamente.
La prima cosa che ricordo di aver pensato appena arrivata è stata -che posto bagnato-.
Mio padre aveva appena ricevuto un'offerta di lavoro e non poteva farsela scappare.
Io avevo faticato molto a lasciare i miei <amici> (persone che mi avevano voltato le spalle senza aver nessun rimorso). D'altronde a 17 anni, dopo aver costruito <moltissimi rapporti>, è difficile lasciare le persone che amo (parlo soprattutto dei miei parenti)
* * *
Appena ho visto la nostra nuova casa mi è sembrata fin troppo grande per quattro persone.
Mio fratello Giovanni era entusiasta e dopo essere sceso dall'auto, inciampando nelle sue stesse gambe è corso salendo le scale e lungo il corridoio verso le stanze per scegliere quella che sarebbe stata la sua.
Dopo aver aiutato i miei genitori a prendere i bagagli ho attraversato il giardino.
Entrando in casa ho notato un ragazzo in sala da pranzo che sistemava su un tavolo delle posate.
Salita al piano superiore le camere rimaste erano quattro. Entrai nella prima stanza. Vi era un letto a baldacchino, le tende erano color avorio e le pareti erano rosa antico.
Sinceramente non mi interessava in che stanza avrei dovuto dormire.
Ho sistemato i miei vestiti in una cabina armadio che si trovava vicino al bagno annesso alla camera e mi sono stesa nel letto a leggere <cercando Alaska> di John Green.
Dopo tre ore avevo finito il libro e mia madre mi aveva già chiamato due volte per parlarmi.
Scesa al piano di sotto sono entrata nella sala da pranzo con gli occhi ancora umidi dopo aver pianto per Miles, Alaska e il colonnello (personaggi di <cercando Alaska>). Davanti a me c'era un ragazzo alto, biondo e i suoi occhi erano di un verde smeraldo, brillavano ed erano molto evidenti grazie alla sua carnagione chiarissima.
"Buonasera" ha detto scrutandomi dalla testa ai piedi.
Sembrava più grande di me, non riuscivo a capire cosa provasse e pensasse, il suo sguardo era inscrutabile.
Ho risposto velocemente con un semplice "ciao".
Poi guardandomi intorno ho continuato a parlare "scusa la domanda indiscreta ma: chi sei?" Ho fatto un risolino nervoso.
"Sono il vostro vicino" poi continuando a parlare con un sorriso "domani ti accompagnerò a scuola."
"Okay. È stato un piacere conoscerti." Ho tagliato corto, ho preso una mela in cucina e sono tornata nella mia stanza.

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