Il bar non è altro che il bar della clinica,non è il luogo adatto, lo so, ma fanno la migliore cioccolata calda al mondo.
Sorrido a mio padre e recupero un fazzolettino dalla borsa.

"Hope non piangere non lo sopporto. Il discorso di ieri sera non è servito a nulla?"

"Non posso farne a meno"

"Chi ti sta facendo del male? Perché non me lo dici"

"Non posso davvero papà, ci sono cose più grandi di noi, io non riesco a gestire tutto"

"Ma con qualcuno devi confidarti"

Dopo un quarto d'ora riusciamo ad uscire dal traffico
"Al posto della cioccolata ti va una crêpes?"

Annuisco e lo vedo armeggiare con il telefono.
Dopo dieci minuti arriviamo nella più famosa creperai di New York e scendiamo dall'auto.
Ma a quanto pare non siamo soli, vedo venirci incontro mio zio Gabriel.
Mio padre a quanto pare ha tirato fuori l'artiglieria pesante.
Mio zio mi raggiunge e mi lascio cullare dal suo abbraccio così come ero quando ero piccola, così come con mio padre, con mio zio c'è sempre stato un rapporto speciale oltre l'ordinario.
Vedo mio padre sorridermi sussurrandomi "dovevo farlo"
Entriamo nel locale e ordiamo tre crêpes alla Nutella e tre caffè.

Mio zio mi prende una mano e mi dice
"Allora ci racconti cosa succede principessa?"

Gli guardo in imbarazzo ricordo ancora come ogni volta che tornavo a casa triste, mi ritrovavo con loro due seduti su un divano o ad un tavolo a raccontargli tutto.
Inutile dire che quando si univano anche la mamma e la zia Arya era come se mi trovassi in tribunale.
Lo faccio anche stavolta, sono mio zio e mio padre e non devo aver paura.
Ho 25 anni dovrei vergognarmi di confidarmi più con i miei che con altri, ma non mi vergogno perché nessuno mi conosce meglio delle persone che mi sono accanto in questo momento e che mi sostengono ogni giorno.
Gli racconto tutto della giornata di oggi, compreso di Marcus, omettendogli di Joshua perché non capirebbero e mio padre sarebbe capace di ucciderlo e credo anche mio zio.
I visi di mio zio e mio padre assumono diverse espressioni fino a quando mio zio scoppia a ridere.

"Amore mio non hai più otto anni forse dovresti darci meno dettagli"

"Ma siete stati voi a dirmi di raccontarvi tutto"

Mio padre mi sorride "hai fatto bene forse la prossima volta non chiamerò più Gabriel"

"Eh no è la mia figlioccia voglio sapere anch'io il motivo di questi colpi testa. Eh poi tesoro mio 180 km orari davvero?"

Scoppio a ridere di gusto e la giornata assume un gusto diverso e i miei problemi passano in secondo piano.

"Grazie vi voglio bene"

"Figurati tesoro"

Ma il momento viene interrotto dal telefono di mio zio che squilla.
Lo sento parlare al telefono e chiude la telefonata dicendo "arrivo"

"Cosa succede?"

"Joshua è stato coinvolto in una rissa, è in clinica, è ferito. Io vado"

"Ti raggiungo tra pochi minuti il tempo di lasciare Hope a casa"

Il mio cuore sobbalza.
Joshua, clinica, ferito

Ti amo...ma non posso 3Tempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang