Sbarre di cristallo- recensione

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Titolo: Sbarre di cristallo

Autore: LeliaHarriren

Genere: fantasy

Sinossi: Una giovane donna imprigionata in una cella. Non ha nessuna colpa se non quella di appartenere alla fazione nemica. Il colore brunastro della sua pelle e i capelli ardenti come braci la contraddistinguono ben più del suo carattere e del suo stesso essere. Inutile vittima in una lotta che non l'ha mai riguardata continua a sognare di un giorno in cui potrà di nuovo correre libera. Un giorno alla porta della sua cella arriva un nuovo carceriere, ha la pelle più bianca della neve e gli occhi più lucenti dell'argento. Lei lo odia: lui è l'incarnazione di quel nemico che l'ha privata della libertà. Ma lui è diverso dagli altri, non usa il frustino e non urla mai. Tiene sempre lo sguardo chino, come se si sentisse in colpa e racconta di sogni e speranze  che vivono al di là della prigione. Il fatto che un odio duri da millenni non lo rende legittimo. La dolce storia di come la pelle e il sangue non influiscano sui desideri del cuore.

Biografia dell'autore: studentessa del liceo classico, appassionata di letteratura e scrittrice da qualche anno. Ama anche le lingue straniere, dall'arabo al giapponese, dall'inglese allo spagnolo, le lingue sono per lei il mezzo per ampliare la sua visione del mondo.


Eccomi tornata a rompervi l'anima con le mie recensioni altamente didattiche e petulanti! La storia di oggi è il prequel di un romanzo fantasy, partorito sempre dalla mente della medesima autrice. Anche in questo caso risulta superflua la divisione sezioni separate, il testo è decisamente corretto a parte qualche "un" senza apostrofo ("Un' altrettanto grandiosa" Capitolo 1) e un capitolo in cui la parola carceriere viene ripetuta una dozzina di volte. Bravissima la nostra scrittrice, che a circa diciassette anni è già in grado di non fare nessun errore di ortografia, punteggiatura, sintassi, ecc.  Il vocabolario è giusto, corretto e pertinente. Le frasi lunghe il giusto, con le virgole dove vanno le virgole (sia lode all'eroe trionfatore!). 

La trama sembra ben strutturata e coerente, i personaggi disegnati con maestria: le descrizioni rendono bene la psicologia tanto quanto l'aspetto esteriore dei protagonisti. 

C'è un solo piccolo neo: lo stile. 

In questo caso l'ho trovato troppo trasparente e leggermente scolastico, molte frasi corte (cosa correttissima, ma a volte lievemente fastidiosa), il linguaggio un po' monotono. Si potrebbe passare sopra alla questione se avessimo davanti una storia a carattere didascalico, quasi una favola, ma qui la trama e i dialoghi mancano di contenuto didattico, a parte qualche sprazzo qui e là (si coglie in alcuni passi un'accusa alla vuotezza del razzismo o della xenofobia). Non vedo originalità d'espressione, ma solo un'esercitazione: un esercizio letterario e non uno di stile. Badate bene che la virtù sta nel mezzo dei due.

La bellezza, l'artisticità di ciò che si scrive non sta solo nella correttezza -requisito imprenscindibile e necessario- ma anche nel modo in cui si plasma e si articola quella stessa correttezza, nel come si forgia la lingua per farle esprimere il pensiero. Peccherò di formalismo: quello che si dice è come lo si dice, l'effetto che avrà sul lettore sarà determinato al 20% da quello che avete scritto (l'immagine in sé e per se, prelinguistica) e all'80% da come lo avete detto; la storia e i personaggi non sono nulla paragonati al vostro stile. Il mio consiglio è quello di dedicarsi maggiormente alla poesia.

Il mio non vuole essere un giudizio cattivo, piuttosto un complimento seguito da un incoraggiamento. Sei brava, hai tutte le carte in regola già alla tua età, continua a scrivere finché il tuo stile non romperà gli argini per travolgerci tutti.

Ortografia 15/15; errori di battitura 5/5; grammatica 10/10 ; sintassi 9/10; punteggiatura 9/10; vocabolario 14/15; stile 8/15; narratore 7/10; personaggi 7/10; trama 6/10.

Totale: 90/110 


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