Capitolo 6: Mistakes

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Non rimasi a lungo nell'aula vuota dove Remus mi aveva lasciata, decidendo di dirigermi in Sala Grande per cenare nella speranza di dimenticare ciò che era successo nelle ultime ore. Non incontrando nessuno dei miei conoscenti, mi sedetti a capo del tavolo rosso-oro, vicina alle porte di uscita, ed iniziai con calma a mangiare senza badare alle occhiate che gli altri studenti mi lanciavano.

Non avevo fatto amicizia con altre persone al di fuori dei Malandrini, di mia madre e delle sue amiche, non volevo rischiare di cambiare il futuro più del necessario, non tutto quello che sarebbe successo in futuro andava male, ma in quel momento mi sentivo davvero un pesce fuori d'acqua.L'arrivo di Silente, fece distogliere la mia attenzione dai miei pensieri.

"Signorina Martin, la aspetto nel mio ufficio non appena finirà a sua cena.Troverà utile sapere che ultimamente vado matto per le gelatine tutti i gusti +1." disse il vecchio preside con fare paterno.

"Certo,signore." risposi immediatamente, ignorando le occhiate curiose degli altri studenti.

L'anziano sorrise annuendo, allontanandosi dalla Sala Grande. Lo seguii con lo sguardo per qualche istante, incuriosita anche io, poi ricominciai a mangiare cercando di fare il più veloce possibile. Una volta finito mi alzai da tavola, raggiungendo velocemente l'ufficio.

Il gargoyle in pietra a guardia di esso non mi parlò, facendomi stranamente passare senza aspettare la parola d'ordine, non mi posi molte domande,approfittandone per salire le scale e bussare alla porta dello studio.

"Avanti."

Aprii la porta,richiudendola dietro di me lentamente. Durante i miei anni ad Hogwarts ero stata così tante volte nella stanza che oramai la sapevo a memoria, così non persi tempo a guardarmi attorno, ma mi diressi verso la scrivania dietro la quale, seduto su una sontuosa poltrona rossa, c'era Silente che mi fece cenno di sedermi. Accolsi il suo invito.

"Caramella?"

Annuii, prendendo un dolcetto dalla ciotola che il vecchio preside stava indicando.

"Volevo domandarti prima di venire nel mio ufficio," iniziò l'uomo "ma negli scorsi giorni ti ho vista molto impegnata con i tuoi amici. Sta andando tutto bene con loro?"domandò.

"Si, più o meno." ammisi, era inutile mentire con lui, sarebbe venuto a sapere la verità in ogni caso, sempre se non ne era già al corrente.

"Cosa succede?"

"E' che..."iniziai senza trovare le parole "James mi ha chiesto di uscire con lui, ed alla mia risposta negativa ci è rimasto male,offendendosi per il fatto che non potessi dargli una spiegazione. Se solo sapesse il motivo per cui non posso il problema non si porrebbe.Non è sempre facile mentire."

"Capisco.Effettivamente la situazione non è per nulla semplice, ma spetta solo a te decidere se dirgli la verità o meno, non posso costringerti a fare nulla anche se credo che la soluzione migliore sia mantenere il segreto, almeno fino a quando Voldemort no sarà sconfitto." disse l'uomo.

"Come potrei prendere da parte James e dirgli 'guarda non posso uscire con te perché sei mio padre?' sarebbe assurdo. Non riuscirei a farlo ed in più non possono sapere." mi sfogai, pentendomi subito della confidenza che avevo dato al preside, ma a lui non sembrò importare,continuando a guardarmi comprensivo.

"Se volessi avresti tutto il coraggio e la forza per farlo, basta vedere ciò che è successo ad Hogsmeade. La professoressa McGranitt mi ha raccontato di come ti sei buttata nella battaglia, è stato sconsiderato, ma molto coraggioso da parte tua voler proteggere i tuoi amici."

A different pastWhere stories live. Discover now