1. The first time they met each other

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Ha preso dal cassetto la felpa più larga che possiede, ha indossato i pantaloni del fidanzato di Lottie, sua sorella, e lei stessa gli ha assicurato che non si notava.

Ma ha comunque paura che qualcuno gli faccia domande strane.

Varca la porta della scuola, guardandosi attorno leggermente impaurito.

Si è tagliato i capelli dall'anno prima e ora li porta molto corti, tenuti su con del gel in modo che scoprano la fronte.

"Lou?". Si ferma, sollevando la testa. È Niall.

"Ciao." borbotta, pauroso di un giudizio da quello che è il suo migliore amico.

"Hai... uhm" il biondino sembra indeciso su cosa dire. Non ha mai avuto modo di vivere una situazione come quella.

Non è una cosa da tutti i giorni che la propria compagna di banco diventi il proprio compagno di bagno.

"Stai bene così!" esclama quindi.

Louise-- Louis? si spinge contro il muro di armadietti, facendo produrre uno strano rumore di metallo. "Si, io... ho-- uhm tagliato i capelli".

"Mi piacciono" ammette Niall.

Louis finalmente solleva lo sguardo e gli sorride. Ecco perchè Niall è stato il suo migliore amico sin dal primo giorno.

"Vuoi parlarne?" domanda il biondo.

Alcuni ragazzi stanno squadranno il suo migliore amico dalla testa ai piedi, come se fosse un alieno.

"Magari in classe? Io-- io davvero non so come, ecco...".

Louis annuisce e gli prende la mano. Si dirigono verso il bagno dei ragazzi e il biondo sembra indugiare un attimo, ma poi lo segue dentro.

"Avanti fammi tutte le domande che vuoi prima che arrivi qualcuno!".

"Sei-" "Maschio, uomo, si"

"Okay" Niall comincia a camminare in tondo "mh, ora ti chiami Louis?".

"Si, avevo pensato William, ma mi sentirei troppo altezzoso".

"Altezzoso..." ripete Niall "Quindi io devo trattarti come un ragazzo?"

Improvvisamente, Louis torna timido e timoroso. "Si, voglio dire so che può essere dura, mamma ha pianto, ma, vabbeh, poi si è calmata e mi ha portato a tagliare i capelli e ha comprare vestiti nuovi!"

"POSSIAMO PARLARE DI RAGAZZE INSIEME!" urla Niall.

"Ecco, no...?" risponde Louis leggermente divertito.

"Ma ora sei maschio, no? Non ti piacciono le ragazze?".

"La sessualità non c'entra nulla con l'identità di genere".

"Quindi sei frocio?" domanda Niall "Che delusione."

Louis aggrotta la fronte. "Non pensavo ti facessi di questi problemi".

Il biondo sembra pensare alle parole che ha appena detto, poi si batte una mano sulla bocca. "Hai frainteso, Lou! Io non intendevo--".

"Lo so!" ride Louis.

"Beh, okay".

"Okay?" domandò Louis "Non ti importa? Non ti da fastidio?".

Niall alzò le spalle. "Immagino sarà difficile per me, da capire, credo. Ma, no, non è un problema".

Louis lo abbraccia, stringendolo forte e baciandogli la guancia. "Ecco perchè sei il mio migliore amico!".

Niall svicola dalle sue braccia, proprio mentre la campanella suona.

Si guardano allarmati e corrono verso la classe con gli zaini che pesano sulle spalle.

Nella fretta Louis va a sbattere contro un altro ragazzo, facendo cadere a terra i fogli che teneva in mano.

"Ehy, amico, stai attento!" gli dice quello.

Louis si ferma e si gira verso di lui. Amico.

L'ha chiamato al maschile! Non si è accorto che il suo corpo è sbagliato. Quel ragazzo con i capelli come una nuvola e gli occhi verdissimi lo vede come un ragazzo.

"Oh, io, scusami tanto! Non- non ti avevo visto".

Louis osserva attentamente come i muscoli delle cosce del ragazzo di gonfino quando si china per raccogliere i fogli.

Il castano poggia lo zaino a terra e si china per raccogliere i fogli insieme a lui. "Io sono Harry".

"Louis".

Harry prende delicatamente i foglia dalle sue mani e quando le loro dita si sfiorano Louis si sente andare a fuoco.

"Dovremmo vederci qualche volta, Lou-is".

Il modo in cui pronuncia il suo nome gli fa battere il cuore fortissimo.

Si alzano e Louis recupera il suo zaino. "Certo, sarebbe- mh" arrossisce "davvero bellissimo".

Harry ridacchia e si passa una mano tra i capelli corti. "Forse ora sarebbe meglio andare in classe, non credi?"

"Si, io... ciao Harry!". E poi scappa via.

Oh mio Dio.

It's meWhere stories live. Discover now