6. The first time they went to a gig

1.2K 93 5
                                    

Louis è triste.

Harry lo nota da come sta con lo sguardo basso e in silenzio scarabocchiando sul libro.

"Amore?".

"Mh".

"Cosa c'è che non va?".

Louis si gira sulle sue gambe e si ranicchia contro di lui. "Sta sera c'è un concerto, e io non ci andrò".

"Parli di quello dei The Script?".

Louis annuisce, continuando poi a sfregare il naso contro la sua maglia. Harry profuma sempre di buono ed è caldo.

"Io ho i biglietti".

"Ecco" borbotta Louis. Ora non solo gli toccherà starsene a casa dal concerto, ma dovrà starsene a casa dal concerto da solo, senza Harry.

"No, voglio dire" Harry gli prende il mento tra le dita "Ho i biglietti".

"Oh" Oh.

"Voglio dire, ho un biglietto in più. Era per mia sorella, ma lei neanche sa chi sono".

Louis si siede a cavalcioni su di lui, guardandolo negli occhi e tenendogli il viso con le mani. "Io potrei amarti ora".

"Mh, me ne vanterei in continuazione".

Louis arrossisce alla consapevolezza di quello che ha appena detto. Era da un po' che voleva dirlo. Però averglielo detto in quel modo, non è stato come dire ti amo direttamente.

È stato un modo di farglielo capire.

"Sei così bello, Louis".

"Buongiorno ragaz- Styles!".

Entrambi i ragazzi sobbalzano e Louis quasi rischia di cadere. Nel farlo il banco si sposta, creando un rumore assordante e Niall si limita a ridere.

"Styles, ma allora ci sei! Ti avevo messo assente".

Harry ha passato l'intera ora precedente, seduto sul pavimento dietro al banco di Louis, facendolo ridacchiare in continuazione.

E la prof nemmeno se ne era accorta. Evidentemente quel simpatico del prof di matematica, il professor Dumbles, si è accorto della sua mancanza in aula e dalle urla che ha improvvisamente iniziato a fare è probabile che gli metta una nota.

Harry lo ignora per aiutare Louis a sedersi per bene e se ne va solo quando oramai la nota l'ha presa e dopo aver baciato la mano di Louis.

Gli grida un a stasera mentre sta correndo fuori. E Louis non è mai stato così innamorato.

♤♤♤

Sono le 21 precise e Louis sta aspettando Harry esattamente dove gli aveva detto di aspettarlo.

Sono quindici minuti che sta aspettando il riccio, che è in ritardo.

La fila davanti a lui inizia a muoversi e Louis sbuffa. Di questo passo finiranno dietrissimo e non vedranno nulla.

Qualcuno gli prende la mano e comincia a trascinarlo verso il dietro del teatro. "Louis presto, corri!".

"Aspetta, aspetta, aspetta" esclama Louis fermandosi. "Ma la fila è di là".

"Non la nostra! Ti spiego dentro!".

Louis corre dietro Harry, notevolmente più veloce di lui a causa delle sue gambe lunghe. "Harry, non riesco a starti dietro!".

Harry si ferma di colpo e lo solleva a mo' di sacco di patate, e gli colpisce addirittura una natica, correndo, con lui sulle spalle, verso quella che sembra una porta tagliafuoco.

Il riccio si ferma proprio lì davanti e lo mette giù.

Louis ha le guance infuocate. Come fa Harry a sollevarlo così e correre allo stesso tempo senza sudare minimamente?

Il suo ragazzo sta bussando alla porta con molta forza, quando si gira per guardarlo e sorridergli. "Riesco a sollevare più di 200 kili solo con le braccia".

Harry sembra sempre leggergli nel pensiero, sembra sia in grado di capirlo con un solo sguardo. E Louis ama tutto questo.

"Mi stai dando del grasso?".

"No, ti stavo dando del culone".

Louis gli picchia un braccio e la porta si apre.

Non sa come si ritrova a passare davanti i camerini e proprio dietro il palco, ma lo sta facendo.

Si stringe contro il braccio di Harry e il riccio incastra insieme le loro dita e Louis gli sorride, felice.

Sente come se stesse per volare.

Un bodyguard li prende per le spalle e li mette in un angolo, proprio sotto il palco!

Louis non può crederci.

"Ti piacciono questi posti?".

Louis si gira verso di lui e gli poggia le braccia attorno al collo. "Li amo".

Harry si china e lo bacia. "Siamo un po' raccomandati, ma spero non ti freghi nulla".

"Non hai comprato i biglietti?".

"No, ti ho mentito, per farti venire. Il bodyguard, Paul" Harry lo indica "è mio zio".

Il liscio guarda l'uomo indicato da Harry, in effetti c'è una vaga somiglianza con Des, il padre del riccio.

Anche se non approva proprio per niente questo genere di cose, crede che potrebbe fare un'eccezione per il suo riccio preferito.

Mentre aspettano che inizi il concerto, Harry gli chiede come va con sua madre.

Nelle ultime due settimane Louis è tornato da sua madre, da quello che sta dicendo, ancora non le parla perché sembra che lei non approvi la sua decisione.

"Ma non è una mia decisione" si lamenta alla fine "Non è una decisione per nulla, sono io e basta".

"L'unica tua decisione è stato il coraggio di essere te stesso".

Louis sorride un secondo, per poi abbassare lo sguardo. "Lottie mi ha detto che mamma è arrabbiata perché crede che abbia ucciso Louise".

"No, Lou, no. Non è così" Harry gli prende il viso tra le mani "Non sei un assassino, non hai ucciso nessuno e non stai uccidendo nessuno".

"Ma in un certo senso è così, no?" gli chiede Louis "Ho ucciso Louise per far nascere Louis".

"L'hai detto tu prima" gli fa notare Harry.

Louis ovviamente lo capisce al volo. Come sempre. "Sono io".

"Esatto". Harry lo bacia. "Ora godiamoci il concerto".

Louis annuisce e sorride verso di lui.

Le luci si abbassano per poi esplodere in luci blu, bianche e verdi, quasi accecando il pubblico.

I The Script salgono sul palco e quello è momentaneamente il giorno più bello della vita di Louis.

It's meWhere stories live. Discover now