Capitolo 18.

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«Ah sister.» Richiama la mia attenzione Carolina che ora sta salendo sulla moto di J. «Dimmi!» Esclamo girandomi verso di lei.
«Stanotte dormo da Luca quindi ci vediamo domani. Baci baci e ciao.» Dice con molta tranquillità.
«Ah okay, notte e a domani.» Continuo tentando di aprire la portiera dell'auto ma senza risultati dato che Sofia mi richiama.
«Cosa vuoi tu ora?» Chiedo leggermente scocciata.
«Emm.. vado a Cinisello con Matte. Torno domani pomeriggio e direttamente di sera.» Risponde lei dopo aver sollevato le mani in segno di resa.

La fisso sollevando un po' il sopracciglio destro. Abbasso lo sguardo e poggio la testa sulla mano. «Ma domani non hai scuola?» Domando dopo un po'.
«In teoria sì, ma in pratica faccio vela.» Ride per la sua stessa risposta. «Se per una volta salto non succede nulla.» Dice ancora.
Annuisco dicendo un "Hai ragione" sottovoce.

Salutiamo tutti e poi saliamo sulla Smart di Vale. Il viaggio lo trascorriamo in silenzio. Lui fissando la strada che stiamo percorrendo e io con lo sguardo fuori dal finestrino.
Poche volte, da quando conosco Valerio, siamo restati completamente in silenzio, ciascuno  immerso nei propri pensieri. Non è nulla di imbarazzante o di preoccupante. Se stai bene con una persona, ci stai bene sempre, in qualsiasi situazione.
Col ragazzo al mio fianco abbiamo creato sin da subito un rapporto di sintonia. Siamo riusciti a creare quel feeling praticamente in modo involontario e di questo ne sono felice.

«Siamo arrivati pischè!» Annuncia Valerio fermando la macchina proprio sotto casa mia.
«Ah.. okay..» Dico un po' spaesata e ancora immersa nei miei pensieri.

Raccolgo la pochete posata vicino ai miei piedi, slego la cintura ed esco dall'auto. Richiudo la portiera alle mie spalle e vado verso il portone del palazzo. Mi giro verso il moro dopo aver aperto la porta. «Emm.. Vale..» Lo richiamo un po' titubante. «Mi dica.» Dice lui sporgendosi dal finestrino aperto.
«Vivi molto lontano da qua?» Chiedo muovendo freneticamente la mano sinistra.
«Uhm..» Fa' una pausa grattandosi il mento. «Circa mezz'oretta, perchè?» Si gira a guardarmi.
«Eh..» Sospiro un po' imbarazzata dalla domanda che mi vortica in testa. «Non è che resti a dormire qua? Diciamo che stare in casa da sola di notte non mi è mai piaciuto. Infatti quando sò di dover restare da sola invito qualche mia compagna di classe. Il problema è che ora non c'è nessun-» Sto dicendo quando la risata di Valerio mi blocca. Lo fisso con uno sguardo assassino.
«Okay, okay, la smetto.» Dice lui scuotendo leggermente la testa. «Se proprio instisti e non puoi dormire senza me al tuo fianco allora resto.» Continua lui spegnendo la macchina.
«Senti se devi rompere i coglioni te ne puoi anche andare.» Dico incrociando le braccia.
«Sh.» Finisce lui.

Esce dall'auto ed entra dentro il palazzo. «No tranquillo eh, fai come se fossi a casa tua!» Esclamo vedendolo salire le scale.

Lo seguo dopo aver chiuso il portone a chiave. Inizio a salire le scale e noto che lui è già a metà della seconda rampa. Ma ha tutta 'sta fretta? Penso tra me e me, imprecando per il dolore ai piedi.
Negli ultimi gradini praticamente mi trascino non riuscendo più a camminare come una persona normale. «Ti prendo in braccio Madame?» Chiede il ragazzo ormai arrivato davanti al portoncino di casa mia. «Senti.» Mi blocco per riprendere fiato. «Vaffanculo!» Esclamo poggiando una mano alla maniglia.

Lui non può fare altro che ridere come un mongolo e -dopo avermi sfilato le chiavi dalla mano- apre la porta. «Prima le donne.» Dice facendo una sorta di inchino.

Giro gli occhi al cielo -o soffitto, non sò- e vado ad aprire il divano-letto per Valerio. «Le coperte sono là, il bagno è l'ultima porta del corridoio a destra e la cucina in caso ti viene sete è lì.» Tutte le varie indicazioni sono seguite dai movimenti delle mie mani. Il moro annuisce sollevando un sopracciglio e poggiandosi al tavolo della sala da pranzo. «Io ho sonno, ciao!» Esclamo incamminandomi verso la mia camera da letto.

«Hey, hey, e la buonanotte non si dà?» Chiede per poi indicarsi una guancia. Lo fisso con uno sguardo tra l'assonnato e il confuso.
«Anche no.» Esclamo. «'Notte Apa, a domani!» Dico per poi rintanarmi in camera.

Infilo il pigiama e appena la mia testa sfiora il cuscino mi addormento in un sonno profondo.
[…]
Mi sveglio per colpa di quella merdosa sveglia impostata per le otto. Non sò neanche perché l'ho messa dato che oggi non ho corsi a scuola e non devo fare nulla. Mi stiracchio, e dopo aver aperto la finestra, esco dalla mia camera.
Percorro il corridoio e vado in cucina. Mentre mi preparo il caffè-latte tiro uno sguardo al divano e per poco non mi viene un infarto. Tiro un urlo e il ragazzo tranquillamente addormentato sul divano sobbalza.
Mi poggio una mano sul petto e torno a respirare normalmente. «Ma che cazzo ti urli?» Grida lui balzando in piedi.

Lo guardo in modo dispiaciuto. «Scusa..» Praticamente sussurro. «Mi sono dimenticata che eri qua.» Dico giocherellando con le mani.
«Tranquilla non è nulla.» Continua lui avvicinandosi a me.
Solo ora mi accorgo dell'assenza sia della sua maglietta sia dei suoi pantaloni. È solo in boxer. Tossisco per evitare di strozzarmi e quando lui è ormai vicino a me corro in bagno. «Mi vado a lavare!» Esclamo chiudendomi in bagno.

Dopo essermi fatta una doccia veloce torno in cucina a prepararmi questa stramaledetta colazione. Valerio è davanti alla finestra e sta parlando al telefono. Si gira verso di me e sorride per poi dire col labiale "Comunque buongiorno!". Sorrido di rimando e preparo un caffè e un caffè-latte.
Mi siedo su uno degli sgabelli intorno al bancone da lavoro della cucina e bevo la mia colazione. Poco dopo arriva Valerio e si siede affianco a me. «Dormito bene?» Chiedo inzuppando un biscotto nel latte. «Davvero benissimo!» Esclama con un sorriso.
«Ma sei sempre così felice di buona mattina?» Domando ancora.
«Oggi in modo particolare.» Risponde dopo aver fatto un sorso della bevanda marrone.
Annuisco per poi mettere le due tazze nel lavello. Avrei voluto chiedergli il perchè, ma sinceramente sono fatti suoi.

Vado a lavarmi i denti e proprio in quel momento suonano al campanello. «Vale, vai ad aprire tu per favore?» Chiedo praticamente urlando dal bagno. Risponde in modo affermativo e poco dopo vedo la sua testa sbuccare dalla porta del bagno. «Ma te mi fai venire gli infarti, cazzo!» Esclamo sputtando il dentifricio.
«Ci sono una donna, un uomo e un ragazzino.» Dice noncurante delle mie parole. Risciacquo la bocca per poi correre verso il portoncino sperando che non ci sia davvero chi penso io.

Guardo dallo spioncino e, dopo aver tirato i vestiti a Valerio, apro la porta.

* * *
Holaaaaa belle giovany👌🍭!
Come va👅?
Questo è il capitolo (non è uno dei migliori, lo sò), cosa ne pensate😄?
Vi faccio una domandina: chi sono gli ospiti della nostra Benedetta😏?
Voglio tante belle risposte eh, non deludetemi😛.

Io vi adoroh, anche se ve l'ho già detto. Cioè siamo arrivate a quasi 1,45k di visualizzazioni. VI AMOH😘.

E nulla, fatemi sapere che ve ne pare del capitolo e ciao!
A presto xx🐝

P.S. Se io vedessi Valerio senza maglietta davanti a me (cosa impossibile)  gli salterei tipo addosso, di certo non scapperei. Ihih😏.
Okay, basta ciao🙈.

•Giorni bui• SERCHODove le storie prendono vita. Scoprilo ora