Capitolo 7.

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«Allora, iniziamo.» Dice Carolina mentre Sofia annuisce. «Da quand'e che hai decido di frequentarti di nuovo con qualcuno? Poi, come si chiama? Quanti anni ha? Quanto é fregno da uno a dieci? Come l'hai conosciuto? E poi.. emm.. Sofi aiutami.»
Anche l'altra comincia a pensare, però le blocco dicendo che ora rispondo a queste e poi alle altre domande.

«Non lo sò perchè ho accettato, forse perché mi stava quasi per investire o forse perché mi ha chiesto di uscire in modo orribile. E comunque si chiama Valerio. Penso che ha all'incirca la nostra età. È fregnissimo, anche più di dieci; è stragnocco. L'ho conosciuto ieri a lavoro, faceva la serata al locale. E poi basta.» Rispondo a tutte le loro domande. O meglio, a tutte le domande di Carolina.

«Quindi canta?» Chiede Sofia.
«È un rapper ed è romano.» Rispondo. «Non so se Luca e Matteo lo conoscano.» Dico poi.
Le mie amiche si guardano e sorridono per poi girarsi verso di me.
«Per caso il suo nome d'arte è Sercho o Ser Travis?»,«Sì.» Rispondo mentre il sorriso delle mie coinquiline si trasforma in uno più malizioso.
«Embè?» Chiedo non capendo la situazione.
«Nulla!» Esclamano contemporaneamente.

«Comunque passa alle otto e poi andiamo a cena insieme.» Dico poi.
«Secondo me Cupido ha scoccato la sua freccia nella tua direzione.» Sussurra Sofia.
«Ma va'. No. Io e l'amore siamo due cose opposte. Non credo al colpo di fulmine e non credo neanche all'amore. Fà soffrire e ti rovina completamente. Storia chiusa.» Continuo convinta della mia teoria sull'amore.

Le mie amiche annuiscono incerte e abbandonano il discorso. Infatti sanno che nulla mi può far cambiare idea su questo argomento.

Dopo aver abbandonato il discorso "amore" iniziamo a fare le rincoglinite come sempre. Sclerando per i modelli boni delle pubblicità dei profumi, cantando intonate come delle foche in calore e ballando leggiadre come elefanti. Tutto ciò rigorosamente in pigiama. Il mio ha Titti disegnato sulla maglietta, quello di Carolina un unicorno e quello di Sofia un pinguino. Da ricordare che abbiamo tutte vent'anni. La demenza senile, è sempre presente.

Quando finalmente ci rilassiamo e ci sediamo tranquillamente sul divano, qualcuno suona al citofono.
Tutte e tre ci guardiamo decidendo chi si debba alzare per rispondere. Alla fine Sofia si alza a malavoglia e si avvicina alla cornetta del citofono. «Chi è?»,«Ah, ciao. Sì sali dai!» Sento solo.

«Chi è?» Chiediamo io e Caro curiose.
«Il tuo amour.» Risponde indicando la mia seconda coinquilina.
«No, dai, stai scherzando vero? Non mi ha avvisato, non mi sono cambiata, non mi sono pettinata, sono un disastro!» Urla esasperata.

Io e Sofi sospiriamo fissandola male. «Capirai. Non puoi neanche immaginare quante volte Matteo mi ha visto in pigiama da quando ci conosciamo.» Dice ridendo la mia amica.
«E ma Luc-» Si blocca quando suonano il campanello.
«Dai vado io!» Dico alzandomi e andando ad aprire il portoncino.

Appena apro la porta mi ritrovo un Luca sorridente con la testa completamente senza capelli. Ha più peli sulla barba che sulla testa.
Lo guardo scioccata spostandomi per farlo entrare. «Che cazzo hai fatto ai capellizzy?» Chiedo con una smorfia, chiamando i suoi capelli col solito nome che usa lui.
«Eh lascià stà. È colpa della tua amichetta. M'ha sfidato e questo è il risultato.» Dice indicando la sua testa.

Come arriva in salotto una Sofia scioccata lo guarda nel mio stesso modo e una Carolina divertita lo fissa cercando di non ridere. «L'hai fatto seriamente?» Chiede scoppiando a ridere. «Cogliona.» Le risponde il ragazzo.

Continuiamo a parlare del più e del meno, a ridere e scherzare e verso l'una chiediamo a Luca se vuole restare a pranzo da noi. Accetta molto volentieri. Così preparo una pasta alla carbonara per primo e delle fettine impanate per secondo.
Mentre pranziamo scopro che Luca è amico di Valerio e che è stato lui a dargli il mio numero. Gli riferisco che di sera dobbiamo uscire e lui mi confida che sta cercando in tutti i modi di dimenticare la sua ex, Jessica.

Luca se ne và via che sono quasi le cinque, così io mi vado un po' a coricare in modo da essere carica per stasera. Il problema è che non riesco ad addormentarmi in nessun modo. Ho stranamente caldo, anche se le temperature si sono abbassate, e le coperte del letto mi si appiccicano alla roba che ho addosso.
Decido così di alzarmi e di andare a fare una passeggiata.
Mi cambio, indossando un jeans azzurro mare e una maglietta bianca con stampata sopra un'ancora nera. Prendo una giacca nera con la zip e dopo essermi sistemata un po' i capelli esco di casa.

Cammino per circa venti minuti, fino ad arrivare ad un parchetto vicino a casa. Mi siedo in una panchina davanti alle giostre dei bambini e inizio a fumarmi una sigaretta.
Sto guardando i bambini giocare allegramente. Ho sempre amato i bambini, ma loro non hanno mai amato me. Ogni volta che qualche bimbo mi vede, piange. Non sò il motivo, sò solo che non sto simpatica ai bambini, tutto qui.

Dopo aver finito la mia sigaretta, la spengo sotto la suola delle mie scarpe per poi guardare l'orario sullo schermo del mio telefono. Le 18:32.
Decido così di tornare a casa per avere il tempo neccessario per prepararmi decentemente per un'uscita.

* * *
Ciao...
Partendo dal fatto che questo capitolo è più corto degli altri dico anche che fa anche più cagare. Non succede nulla ed è noioso. Lo so, ma è di passaggio. Mi sorrate?😔

Scrivetemi nei commenti le vostre impressioni sulla storia in generale e il modo in cui secondo voi andrà a finire🎈
Ci conto eh, non deludetemi👅
A presto xx

P.S. Vi avviso già che domani non potrò pubblicare perché molto probabilmente starò tutto il giorno al mare. Quindi a lunedì.

P.P.S. Il capitolo l'ho pubblicato e ho annullato la pubblicazione dopo un po' perché -non sò per quale motivo- wattpad aveva cancellato le modifiche. Sta facendo i capricci questo periodo.
Scusatemi l'angolo "autrice" più lungo del capitolo e ciao.

•Giorni bui• SERCHODove le storie prendono vita. Scoprilo ora