2.

586 26 0
                                    

Era passato qualche giorno dalla mia rottura con Kevin. Nessuno era ancora a conoscenza di quello che era successo, nemmeno Chloe o Candice. Non mi andava di affrontare l'argomento, volevo solo concentrarmi sulla mia nuova avventura. Il mio nuovo lavoro. Il sogno di una vita.
Ero seduta in prima classe di fianco ad Adam che come suo solito fu alquanto silenzioso. Un silenzio assordante.
Tutti hanno sempre trovato insolito che una modella come me, neanche fossi di fama mondiale, avesse con sé una guardia del corpo. Ma Adam era più di una semplice guardia del corpo. Era un gran confidente, uno strepitoso personal trainer, ma soprattutto un amico fidato. Trascorrevamo molto tempo insieme. Era solito accompagnarmi ovunque, anche a fare shopping, e devo ammettere ha anche un buon gusto nella scelta dell'abbigliamento.
Ho cominciato ad avere l'esigenza di una guarda del corpo dopo un mese dal mio trasferimento a Londra. Non ero abituata a vivere in un grande quartiere che ospitava locali aperti tutta la notte e quant'altro. Un sera, fiancheggiando l'Hyde Park, un uomo sulla quarantina cominciò facendomi apprezzamenti alquanto spinti, ovviamente ignorai il tutto allungando il passo e distogliendo lo sguardo, ma lui continuò e cominciò a seguirmi. Dalla puzza che emanava, era facilmente intuibile la quantità di alcool che aveva mandato giù quella sera. »Ehi, tu sei quella della pubblicità!», continuò ad esclamare, finché non mi raggiunse e mi afferrò violentemente per un polso. Lo intimai di lasciarmi minacciando di chiamare la polizia, ma fu inutile. Continuò ad avvicinarsi, il suo alito era un mix di cocktail. Chiese più volte di baciarlo ma cercai di divincolarmi evitando che le sue labbra potessero poggiarsi sulle mie. Fu troppo tardi: le labbra di quell'uomo premettero le mie con violenza. Cominciai ad avere paura, paura che potesse violentarmi. Le lacrime scendevano da sole, le gambe mi tremarono e la voce mi morí in gola; non riuscì a gridare aiuto. Poi arrivò lui, Adam, con la sua tuta da palestra e il suo borsone, il quale afferrò l'uomo per le spalle e con abili mosse lo immobilizzò per terra. L'uomo, una volta liberato, scappò spaventato. Adam si assicurò che andasse tutto bene cercando di tranquillizzarmi e infine si presentò. Non seppi come ringraziarlo, corsi tra le sue braccia singhiozzando. Si offrì di accompagnarmi a casa e io accentai volentieri. Infine mi diede un bigliettino da visita il quale riportava il suo numero di cellulare e l'indirizzo della palestra dove lui lavorava. Mi convinse ad iscrivermi al suo corso di autodifesa. Purtroppo non ebbi molto tempo per frequentare i suoi corsi, così ci accordammo per delle lezioni private. Furono molto utili, ma continuai a sentirmi comunque poco sicura, o meglio poco al sicuro. Così gli feci una proposta, ovvero quella di diventare la mia guardia del corpo.

«Sei stranamente silenziosa. C'è qualcosa che non va?», chiese Adam interrompendo il silenzio tra di noi, il che fu molto strano, non era per niente il tipo che avrebbe intavolato una conversazione solo perché pensava che qualcosa in me non andasse; in altre occasioni avrebbe aspettato pazientemente che fossi io a parlargli di me e dei miei problemi. Se quella volta fu lui a rompere il silenzio vuol dire che avevo davvero un'espressione strana, sconvolta , indecifrabile probabilmente.
«No, no, va tutto bene! Sono solo un po' ansiosa. Tutto qui», ovviamente mentii. Non fu il momento adatto per parlare dei miei problemi e nemmeno la persona adatta a cui avrei voluto raccontare per prima la mia sventura. Non perché non fosse una persona fidata, anzi, ma Adam odiava follemente Kevin; è come se avesse sempre avuto l'esigenza di proteggermi anche da lui, ma io ero troppo accecata dall'amore per capire che in realtà aveva ragione: avrei dovuto allontanarmi da lui molto tempo fa.
«Non sono convinto che sia davvero questo il motivo della tua... come posso definirla? Espressione?!»
Ci conoscevamo da circa sei anni ormai e sembrò conoscermi meglio di Chloe, anzi meglio di mia sorella. Fui abbastanza sorpresa del fatto che non si accontentò semplicemente della mia bugia, sembrò volesse approfondire per bene cosa io stessi provando davvero. Non so cosa fu a farmi cambiare idea, ma ebbi la necessità di raccontagli cosa mi era successo qualche giorno prima. Ero a conoscenza del fatto che non mi avrebbe mai giudicato, né tantomeno avrebbe esclamato: «te l'avevo detto!»
«Sai mantenere un segreto?» chiesi nonostante conoscessi già la sua risposta.
«Parola di bodyguard», esclamò facendo risalire con un gesto della mano gli occhiali scuri sul suo naso.
«Beh... la storia tra me e Kevin è finita. Domenica l'ho trovato a letto con una sua cliente...», mi sforzai di ridere, come risi sul momento quando vidi la reale scena, ma raccontarlo in quel momento non fu poi più tanto divertente.
«Ehi! È lui che dovrebbe stare così», disse indicando il mio viso triste, poi prese la mia mano, la strinse e continuò: «non era consapevole di quanto fosse fortunato ad averti. Se ne renderà conto. E poi è un bene per te che questa storia sia finita, concedimelo: è un completo idiota.»
Fu la prima volta in assoluto che Adam si sbilanciò tanto nel dare un suo giudizio personale su una persona ad alta voce.
Gli strinsi la mano e gli sorrisi per ringraziarlo. Una volta girata verso il finestrino dell'aereo, lui cercò di sottrarre la sua mano dalla mia, ma io glielo impedì stringendola più forte.
«Non ancora. Ne ho davvero bisogno», mormorai senza voltarmi. Per un momento senti Adam irrigidirsi, poi però si rilassò e sprofondò nel confortevole sedile. Avevo davvero bisogno di contatto umano, ma soprattutto sincero.

Resterò al tuo fianco حيث تعيش القصص. اكتشف الآن