C'era solo il verde

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La cosa che ricordo di quel giorno è l'azzurro.
Sì, certo anche l'ansia, l'adrenalina e la gioia; ma più di tutto l'azzurro.
Dio, quanto amai l'azzurro da quel giorno!

Ma questa è un'altra storia, o forse no. Ma è meglio partire dall'inizio, quando esisteva solo il verde. Verde senza azzurro.

Quella mattina mi svegliai con un'ansia tremenda, non riuscivo a muovermi per paura di vomitare da un momento all'altro. Era il gran giorno! Lo era davvero? E se non fossi stato all'altezza? Ne sarei uscito a pezzi ma non potevo tirarmi indietro.
Così un po controvoglia presi coraggio e decisi finalmente di alzarmi dal letto e fui investito subito dal rumore di pentole e posate al piano di sotto e potevo già immaginare mia madre in preda al panico. Scesi le scale e la trovai proprio come avevo immaginato.
<<Buongiorno Harry, hai dormito bene?>> non ci sarebbe stato nulla di male in un risveglio così, è una mamma, se non fosse che queste parole vennero accompagnate da mille baci e abbracci soffocanti.
<<Mamma! Mamma, per favore>> mi dimenai tra le sue braccia, cercando di apparire scontroso ma non riuscì a trattenere una risata. Come potevo essere scontroso con una mamma così?
<<Ho dormito bene, adesso ho solo una gran fame>>
Sfoderai uno dei miei sorrisi migliori sperando  capisse che volessi preparata la mia colazione preferita : pancakes!
<<Certo tesoro, preparo subito qualcosa di veloce, siamo già in ritardo>>
<<Mamma, come facciamo ad essere in ritardo se sono solo le 8 di mattina? Mancano almeno una cosa come 5 ore>> sorrisi ancora.
<<Lo so, lo so. Ma dobbiamo ancora fare benzina, passare a prendere Matty e Gemma deve ancora vestirsi. A proposito... GEMMA! GEMMA, sei pronta?>> urló, Dio sembrava essere uscita fuori di testa, mi fece sorridere.
Dopo qualche minuto fece ingresso in cucina mia sorella, anche lei super agitata e decisa quella mattina a mettermi in imbarazzo.
<<Hei, come sta il mio cantante preferito? Devo già mettermi in fila per un abbraccio?>>
<<Gemma ti prego, sono quasi sicuro mi butteranno fuori subito!>>
<<Ma che dici! Non ci capiscono niente se lo fanno e siccome io ho fiducia in Nicole, so che farà la scelta giusta!>>
<<Si ma non basterebbe il suo "sì">>
<<Oh andiamo! Ti sei svegliato col piede storto?>>
Scossi la testa, sorridendo, rassegnato.

Circa 10 minuti dopo eravamo in macchina, Robin, il mio patrigno al volante sembrava agitato tanto quanto la mamma.
<<Robin, grazie per essere qui, è importante per me>>
<<Grazie a te per avermelo chiesto tesoro, è importante anche per me>>

Arrivammo negli studi ed io me la stavo letteralmente facendo sotto. C'erano ragazzini ovunque, chi suonava, chi provava la canzone, chi passeggiava e chi sembrava essere sul punto di una crisi isterica. Io ero decisamene tra quelli dell'ultima categoria. Così <<Mamma, io vado un attimo al bagno, torno subito!>>
<<Ok Harry, ma non perdere tempo, dobbiamo ancora prendere il numero.>>
<<Si! Si, lo so>> dissi mentre già mi allontanavo.

Non fu facile trovare il bagno, soprattutto per uno che, come me, non ha per nulla il senso dell'orientamento. Aprii la porta e desiderai con tutto me stesso che non ci fosse nessuno, mi accorsi che ovviamente non era così. Iniziamo bene. Volevo solo allentare la tensione stando un po da solo.

Dentro c'era un ragazzo vestito in maniera diversa rispetto a come vidi tutti gli altri fuori, indossava una cravatta e questo mi fece un po ridere.

<<Ciao! Sono contento che tu abbia trovato la forza di ridere>> disse <<Io me la sto facendo sotto. Tu no?>> continuó senza girarsi, dato che si trovava davanti l'orinatoio.

Come nei più squallidi dei cliché, mi posizionai in quello accanto al suo. <<Eccome! Pensa che mi sono rifugiato qui proprio per questo>> risi facendo trasparire tutta la mia ansia. In quel momento si girò. Fu un attimo. Avete presente quei momenti dove nei film tutto scorre più lento? Si, sono sicuro che avete capito ma starete pensando che sono un pazzo, che certe cose accadono solo nei film. Bhe, lo pensavo anche io. Fino a quel giorno.
Quando vidi l'azzurro per la prima volta, tutto attorno non c'era più, non sentivo i rumori e non sentivo il tempo scorrere. Possibile si fosse fermato?
Lui sorrise ed io, sbadato come sempre, sussultai facendo qualcosa di cui mi vergognai da morire. Avrei preferito essere risucchiato da quel pavimento piuttosto che <<Oops scusa! Dio, scusa! Come posso... Dio sono cosí stupido>> e davvero non so in quel momento come sia potuto apparire ai suoi occhi. Sicuramente un pazzo. Un pazzo che non è capace di far pipì nel proprio orinatoio e che sporca il vicino. Pensai comunque di non essere stato il solo pazzo quando una risata fragorosa mi arrivó dritta allo stomaco, mentre <<Hei, Hei calma, tranquillo non fa niente. Tanto peggio di così non poteva andare, questi vestiti fanno comunque schifo>> sembrerà già assurdo così, ma continuò <<sono contento che tra tutti i vicini di bagno che avrei potuto beccare, io abbia beccato proprio te, se dovessi decidere da chi farmi pisciare addosso sceglierei te>> rise, rise di gusto mentre io morivo di vergogna. <<Sei serio? Non puoi essere serio, capisco che tu non voglia farmi sentire in colpa e ti ringrazio ma... >> ma, non riuscii a completare la frase perché scoppiai a ridere anch'io.

Il verde prima del blu - LarryWhere stories live. Discover now