5

462 33 5
                                    


Fortunatamente la serata passa tranquilla e dopo alcuni drink i ragazzi della squadra di basket hanno smesso di tormentarmi. Eh gli effetti dell'alcool. "Ragazzi io vado a casa altrimenti mia madre si preoccupa" afferma Eve prima di alzarsi. "Voi che fate?" si rivolge ai due ragazzi. "Ci dai un passaggio tu, Arial, che sei di strada?" mi domanda Nash con gli occhi dolci. Il ragazzo sa che non posso oppormi al suo bel faccino e lui lo usa quando gli fa più comodo. "Okay ma dovete aspettare la chiusura" rispondo notando che per mia fortuna manca solo mezz'ora alla fine del mio turno. Così dopo aver salutato la mia amica mi alzo, lasciando i due ragazzi da soli a parlare, per andare a sistemare il bancone del bar. Mentre anche gli ultimi clienti se ne vanno io continuo a sistemare tutte le cose che Anthony lascia sempre in giro. Raccolgo tutte le bottiglie vuote in una cesta e poi esco per buttarle nel bidone della spazzatura. Quando rientro noto che Anthony si è avvicinato ai ragazzi e stanno ridendo tutti e tre a crepapelle. Quei tre mi fanno paura. Ma soprattutto non voglio neanche immaginare cosa possa avergli detto Anthony. Appendo il grembiule all'attaccapanni e poi mi piego in avanti con la testa all'ingiù per dare volume ai miei capelli, che sono rimasti raccolti in una coda per tutta la sera. Quando ritorno in posizione eretta trovo tutti, Anthony e i due ragazzi, intenti a fissarmi. "Che c'è? C'è una bella bionda dietro di me? Dai chiudete quelle bocche che vi entrano le mosche" li riprendo tutti e tre uscendo dal bar ma tenendo le porte aperte per i due ragazzi malconci. "Grazie Anthony ci vediamo sabato prossimo" affermo abbracciandolo leggermente sull'uscio del locale per poi girarmi verso la mia cara Audi. "Bellina questa macchinina" commenta Cameron entrando a fatica in macchina. Sono quasi tentata di picchiarlo ma mi trattengo sbattendo leggermente la portiera posteriore, poi quella del passeggero e infine entro in macchina. Mi sto già stufando a servire questi due ragazzi, soprattutto uno. Sfreccio tra le strade sentendomi invincibile sulla mia macchina. Visto che non c'è nessun veicolo in giro, anche se sono solo le due di mattina, posso svoltare verso casa di Cameron con una derapata. Nash si diverte un sacco quando faccio queste cose e lo colgo di sorpresa, ogni volta mi perdo a guardare la sua faccia dapprima spaventata e poi sorridente. "Tu sei un pericolo!" esclama dai sedili posteriori Cameron. "Non rompere le palle e scendi da questa macchina" affermo tornando rude. "Eh fosse facile" risponde lui cercando di aprire la portiera, prendere le stampelle e alzarsi senza appoggiare il piede ma anche senza sbattere la testa sul tettuccio della macchina. Per accelerare le cose decido di scendere e dargli una mano, ma solo perché ho voglia di togliermelo dai piedi il più in fretta possibile. Lo accompagno fino alla porta di casa per assicurami che non cada ma una volta vicini all'entrata sentiamo delle urla maschili provenire dall'interno. Subito mi allarmo capendo che non sono semplici urla di rimprovero ma qualcosa di più. Mi giro verso Cameron per chiedergli se è meglio chiamare qualcuno quando lui mi anticipa quasi urlandomi contro "Vattene." Okay che non andiamo d'accordo ma almeno un grazie potresti dirmelo dopo che ti ho riaccompagnato a casa fin davanti alla porta. Incazzata torno verso la mia macchina lasciando il ragazzo solo davanti alla porta. Proprio non lo capisco quel ragazzo. Torno in macchina più incazzata di prima. Io cerco di essere gentile e lui mi sbraita contro, okay che l'ho sempre fatto pure io ma questa volta lui poteva proprio risparmiarsi. Arrabbiata inserisco la retromarcia e poi sfreccio fra le strade a tutta velocità. "Ehm lo sai vero che due case dopo quella di Cam c'era la mia? –mi fa notare Nash- ti sei allontanata un po' troppo..". "Si lo so scusa ma quel ragazzo mi fa impazzire ogni volta e dovevo sbollire". "Ma perché invece non provate a parlare in modo civile? Secondo me è un bravo ragazzo" ci prova Nash. "Col cazzo" rispondo facendo inversione e riportando a casa il mio amico. Volevo farmi un giro per farmi passare la rabbia ma se Nash continua a parlare di quell'altro non fa altro che peggiorare la situazione. "Che cosa dirai ai tuoi?" domando a Nash davanti a casa sua. Spengo il motore e mi giro verso il mio amico. "In realtà spero che si arrabbino subito per il mio ginocchio fasciato e poi mi rinchiudano in camera senza fare domande" mi risponde lui. Un'aria triste è calata in macchina. "Hai un piano B nel caso non dovesse funzionare il primo?" "Si, tu." Mi risponde e io capisco fin da subito cosa devo fare. Nash scende dalla macchina mentre io faccio finta di andarmene in realtà mi sposto solo dalla visuale delle finestre della sua casa, so per certo che i suoi 'genitori' ci stavano spiando, lo fanno sempre. Parcheggio la macchina li vicino, proprio dietro un bel cespuglio e scendo in strada per fare due passi, a quanto pare per me non è ancora arrivato il momento di andare a casa. Continuo a camminare arrivando davanti una casa dalla quale provengono strani rumori e urla. Mi chiedo come mai i vicini non abbiano già chiamato la polizia, insomma non è una situazione normale. Ora che osservo bene è proprio la casa dove ho lasciato Cameron. Continuo a camminare infischiandomene, insomma alla fine non sono affari miei e lui mi ha praticamente cacciato. Mi arriva un messaggio dopo parecchi minuti. È Nash che chiede aiuto. Torno indietro e raggiro la casa cercando di non farmi vedere. Mentre vedo il mio amico scendere con una scala dal suo balcone al primo piano io mi arrampico sulla scaletta che porta alla casa sull'albero dove Nash lascia sempre uno zaino con dentro l'occorrente per le emergenze. Recupero il mio amico mal messo e ci dirigiamo insieme verso la macchina in assoluto silenzio. Metto in moto ed esco dal vialetto di casa sua diretti verso casa mia. Non è la prima volta che succede, ormai siamo abituati e abbiamo sempre la situazione sotto controllo. Molte volte le persone non sono come appaiono, anzi nascondono sempre molti segreti e tanti di questi riguardano l'ambiente familiare. Passiamo tutto il viaggio in rigoroso silenzio, ognuno perso nei propri problemi ma consapevole di poter contare sull'aiuto dell'altro. È questo che mi è piaciuto fin da subito della nostra amicizia: poter contare sempre sull'altro e non avere timore di chiedere aiuto in quanto nessuno vive delle vite perfette, o almeno non noi, io, Eve e Nash. "Ora fai silenzio che i miei nonni dormono, non come l'altra volta che sei scoppiato a ridere in mezzo al soggiorno!" ammonisco il mio amico mentre apro la porta di casa. "Shhh" sussurra lui facendo comunque un sacco di rumore. Odio profondamente quelle persone che, mentre tu dormi, continuano a dire di far piano e non far rumore urlandolo. Ci rintaniamo velocemente in camera mia prima di svegliare i miei nonni, e ci chiudiamo dentro. "Non ti ringrazierò mai abbastanza.." esordisce Nash buttandosi molto delicatamente sul mio letto. "No ma tranquillo eh. E comunque non devi ringraziarmi, non è questo che fanno di solito i migliori amici?" "Si hai ragione ma volevo essere gentile" risponde lui. "Che pirla!" esclamo dirigendomi in bagno ma vengo subito raggiunta da Nash che inizia a farmi il solletico. "Dai ahahahah piantala ahahha altrimenti sveglieremo ahahah tutti" cerco di dire tra una risata e l'altra. "Okay ma sappi che la pianto solo perché non voglio che tuo nonno ci trovi nel tuo bagno mezzi nudi- si indica il petto scoperto, probabilmente si è appena tolto la maglia-a quest'ora della notte a sghignazzare". "Ma perché temi tanto mio nonno? É sempre gentile.." "Si se non hai il pene!" Ribatte Nash facendomi scoppiare a ridere. "Insomma potrei rovinare la sua perfetta nipote" aggiunge Nash cercando di imitare la voce di mio nonno nelle ultime parole. "Certo, proprio perfetta" bisbiglio prima di uscire dal bagno. "Si perfetta!" Ribatte Nash sbucando dalla porta. "Ti sei mai guardata allo specchio? Hai un fisico stupendo inoltre quando vuoi sei anche intelligente." "Oh ma che gentile, non troppi complimenti!" Esclamo prendermela con lui per avermi detto di essere intelligente solo a volte. "Oh andiamo sai cosa intendevo con quelle parole -afferma Nash abbracciandomi- quando si tratta di motori trovi sempre una soluzione mentre a scuola non te ne frega niente delle materie e quindi non ti impegni, di conseguenza prendi brutti voti. Tranne le rare volte in cui un argomento ti appassiona, in quel caso non ti fai superare da nessuno." "Okay devo ammettere che hai ragione, ma solo per questa volta e perché ora ho molto sonno" rispondo staccandomi da lui. Fortunatamente sotto al mio letto c'è la possibilità di tirare fuori un altro letto, che è già pronto per l'utilizzo. Ci sistemiamo ognuno nel proprio letto augurandoci a vicenda la buonanotte.

What We Started [Cameron Dallas]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora