Quarto giorno - 4

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Quando Mike passò davanti all'ufficio di Paul, i ragazzi all'interno abbassarono lo sguardo.
Giunse alla sua scrivania e si sedette. In tasca, il cellulare gli fece sapere che era arrivato un sms.
La prima a riceverlo fu ancora una volta Christine. Aveva in mano un grosso plico. «Fammi indovinare» disse, «Anderson vuole che da oggi ci coordiniamo con l'altra squadra.»
«Già.»
«E ti ha detto di raccogliere in fretta il loro materiale.»
«Tu che ne pensi?»
«E di uniformarlo al nostro.»
«Infatti.»
Lei lo fissò. «Bene. È già tutto pronto.» Sbatté sulla scrivania il malloppo e rimase in attesa.
Mike controllò il cellulare. Il messaggio era di Vanessa.
«C'è qualche problema col tuo computer?» disse Christine.
Il messaggio diceva: Che cazzo hai combinato? Lui dov'è?
Mike finalmente capì ciò che intendeva Anderson.
«Ehi.»
Alzò gli occhi dal cellulare. «Scusa, Christine. Dicevi?»
«Ti ho chiesto se c'è qualche problema col computer. Ho visto che hai portato quello di casa.»
Mike osservò il salvaschermo. Sentì una vertigine improvvisa, dovette appoggiarsi alla scrivania per non cadere.
«Comunque» disse la sua segretaria, «ho già segnato quelli che secondo me sono i punti da mantenere.»
C'era sempre l'omino, nel salvaschermo. Era seduto sulla sua cassa. Pescava. E c'era anche il sole, e il mare, e lo squalo.
«E quelli che giudico superflui, o su cui dovremmo quantomeno discutere.»
C'era la palma, e l'ombra dell'albero sulla sabbia.
Legato al tronco della palma c'era un uomo.
«Mike, ma mi stai ascoltando?»
La voce di Christine era acqua fresca. Mike riemerse dalla paralisi, e scoprì di essere di nuovo nel suo ufficio. Gli occhi della segretaria erano grandi dietro le lenti da vista. La sua camicetta, scollata. Mike scese a osservarle le tette. Tonde, ben fatte. La macchia scura dei capezzoli sotto la stoffa bianca gli fece venire in mente due fragole mature. Lei, istintivamente, incrociò le braccia sul petto.
«Puoi fermarti stasera?» le disse. «Parliamo di tutto con calma.» Perché non si era mai accorto di quanto belle fossero le tette di Christine?
«Certo. Va bene» balbettò lei, disorientata. Si aggiustò gli occhiali, sorrise timidamente. Le sue guance erano rosso fuoco.
Mike era pronto a scommettere che l'idea di fare gli straordinari non le dispiacesse affatto.


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