"Harry! Harry Styles, se questo è uno scherzo giuro che ti prendo a calci!" Non ricevette alcuna risposta da parte del più grande e questo lo fece preoccupare ancora di più. Stava ormai per perdere le speranze quando all'improvviso gli venne un idea:
"Okay, adesso conto fino a tre.. E se al tre non sei in piedi chiamò un' ambulanza.." Disse con voce appena tremolante, fiducioso del suo ridicolo piano senza ricevere alcuna risposta in cambio.
"Uno..."
"Due..."
"Tre!" strillò ed, in quel momento, Harry schizzò in avanti, avvolgendo le braccia intorno al suo busto e stringendolo a se in un'abbraccio quasi stritolante per poi scoppiare a ridere sulla sua spalla come un ossesso. Louis per un attimo credette d'essere morto d'infarto. Poi, quando avvertì la risata cristallina di Harry e le sue braccia massicce a cingergli i fianchi, l'unica cosa che percepì fu un profondo senso di sollievo.
Probabilmente avrebbe dovuto arrabbiarsi, urlargli contro quanto fosse da idioti una cosa del genere; Magari avrebbe anche dovuto prenderlo a schiaffi dopo quello stupido scherzo, ma semplicemente non c'è la fece. Aveva avuto troppa paura di perderlo per avere anche la forza di arrabbiarsi ed urlargli contro come sicuramente avrebbe meritato. Così, semplicemente, si lasciò cullare dall'abbraccio dell'altro, sentendosi al sicuro e felice e si liberò dallo stress accumulato precedentemente scoppiando a piangere rumorosamente.
"Lou.. Ehi che succede?" Si preoccupò subito Harry, alzandosi da terra e trattenendo a se il corpo dell'altro mentre veniva scosso da pesanti singhiozzi.
"H-ho avuto paura, c-cretino.." lo accusò il più giovane, con il viso appoggiato nell'incavo del suo collo mentre infinite lacrime infradiciavamo la sua maglietta grigia.
"Scusami Lou.. Non volevo farti piangere così.. Dio, sono un disastro" soffiò tristemente mentre accarezzava piano i capelli castani del più piccolo, calmandolo esattamente come sua madre calmava lui da bambino. A Louis in quel momento- stretto fra le calde braccia di Harry, seduto nel bel mezzo del nulla- tornò in mente una scena del film che avevano visto solo pochi minuti prima e subito le lacrime cessarono di scendere dai suoi occhi ormai lucidi.
Nella scena, Matt Damon ed il bambino- di cui non ricordava il nome- se ne stavano seduti difronte alla gabbia delle tigre e parlavano fra di loro in una tipica conversazione 'padre-figlio': il bambino aveva respinto le attenzioni di una ragazzina della sua età e non riusciva a capire dove avesse sbagliato e cosa avesse fatto per farla allontanare a quel modo da lui. Ed in quel momento, le parole di Matt Damon gli invasero la mente. Come una sorta di Eco leggero che si ripeteva all'infinito nel suo cervello:
"A volte, tutto quello che serve nella vita sono venti secondi di spudorato coraggio.. Davvero, Bastano venti secondi di imbarazzante coraggio e posso assicurarti che il risultato può essere meraviglioso"
Quella frase, esattamente come quella letta anni prima all'interno di quel vecchio romanzo dalla copertina blu, gli fece tremare le gambe per qualche secondo mentre l'ennesima bizzarra ondata di speranza lo invadeva da capo a piedi. Non aveva prestato molta attenzione a quelle parole durante la proiezione del film. Era talmente preso dalla storia e da quel tenero momento tra padre e figlio (che lui non aveva mai avuto) che quel discorso gli passò davanti senza essere neppure captato. Solo in quel momento, In quel preciso istante, fra le braccia del ragazzo di lui era innamorato, disperso nel bel mezzo di un enorme campo di grano, quelle parole tornarono ad inondare la sua mentre. Ripetendosi, ripetendosi e ripetendosi più volte. Come a volerlo convivere della veridicità del loro significato.
Louis sollevò la testa dalla spalla di Harry e puntò i suoi occhi azzurri ed arrossati su quelli dispiaciuti e luminosi dell'altro. E fu in quel momento che capì cosa doveva fare. Per l'ennesima volta, decise di fidarsi di una minuscola frase anonima sentita per caso durane un film dal significato ben più importante e, prendendo un respiro profondo, iniziò a contare.
Uno, due, tre, quattro...
"Non è vero quello che hai detto prima Harry.." sussurrò, deglutendo rumorosamente mentre gli occhi color giada del riccio lo guardavano leggermente confusi.
cinque, sei, sette...
"Non è vero che sei un disastro... Lo so, te l'ho detto un miliardo di volte però ho come l'impressione che tu non mi creda. Perché qualsiasi cosa tu faccia, ogni piccolo errore, ogni piccola cosa, ti accusi sempre di essere un casino"
otto, nove, dieci, undici...
"Sei la cosa più vicina alla perfezione che io conosca, Harry.. e non importa se sei Emofobico, se non guardi film horror oppure se non riesci a starmi dietro a corsa... Perché per me rimarrai sempre perfetto, anche con tutte le tue piccole imperfezioni ed i tuoi adorabili difetti"
...dodici, tredici, quattordici, quindici....
"Sai, ho provato con tutto me stesso a non affezionarmi a te. Ce l'ho messa tutta, Davvero... Eppure guardami! Sono qui, accoccolato fra le tue braccia, seduto a terra in un enorme campo di grano sotto un bellissimo cielo stellato, e sto straparlando perché mi piaci maledettamente tanto e non riesco a trovare le parole giuste per dirtelo..."
...sedici, diciassette, diciotto...
"Non riesco più a far finta di niente... Non riesco più a mandare avanti la farsa del 'amico del cuore', perché tutto quello che vorrei fare quando ti vedo è saltarti addosso e baciarti con tutt-" non ebbe neppure il tempo di finire la frase che le calde e morbide labbra di Harry erano di nuovo premute sulle sue. Ed, esattamente come la prima volta, Louis ne rimase paralizzato.
Diciannove, Venti.
Venti secondi di spudorato coraggio.
Dopo tutto, quel film non si era rivelato essere una cattiva scelta.
Continuarono a baciarsi per una buona mezz'ora, senza curarsi mai di riprendere fiato; perché infondo erano diventati l'uno il respiro dell'altro e sarebbe comunque stata troppo ardua come impresa separare quelle due bocche che si cercavano come una bussola cerca il nord o come una rondine cerca il sole a primavera. Sopra di loro, le stelle e la luna gli erano da testimoni mentre, con leggerezza, i due volti si separarono l'uno dall'altro per poi incastrarsi ancora una volta attraverso gli sguardi innamorati dei due giovani ragazzi.
"Visto?" Chiese Harry dopo qualche minuto, accarezzando con la punta delle dita la guancia ispida del più piccolo.
"Alla fine ti ho preso..."
Il sorriso che comparve sul viso di Louis era così luminoso e splendido che la luna e le stelle impallidirono al suo cospetto.
"Si, mi hai preso..." Confermò lui, accarezzando con un dito la profonda fossetta creatasi sulla guancia nivea dell'altro.
"Adesso però... non lasciarmi più andare" disse piano, in una piccola ed altrettanto imponente richiesta per poi far congiungere le loro labbra ancora una volta e dare inizio, con quel bacio, a quella che sarebbe stata probabilmente la più bella storia d'amore a cui il mondo avrebbe mai avuto l'onore di assistere.
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The Only Exception //IN REVISIONE//
FanfictionDove Louis è un ragazzo insicuro che ama leggere libri per bambini e Harry un ragazzo più grande, che si domanda il perché di questa sua strana passione. Larry stylinson AU ATTENZIONE: -presenza di Narry Storan -accenni di Ziam Mayne
