Capitolo 1

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Era la terza sera di fila che Goku tornava tardi a casa dopo essersi allenato duramente tra le montagne.

Era stanco morto ma poteva definirsi soddisfatto dato che sentiva che la strada per superare anche il Super Saiyan di secondo livello era ormai vicina e, proprio ora, non doveva demordere ma continuare ad allenarsi con tutto sé stesso.

Finalmente la terra poteva definirsi in pace.

Grazie a suo figlio Gohan e a Vegeta, avevano sconfitto l'androide Cell, creato dal dottor Gelo, una volta per tutte ma, per Goku, era sempre meglio continuare ad allenarsi per essere pronto alla minima evenienza.

D'altronde come contraddirlo, era un saiyan e i saiyan non riescono a stare nemmeno un momento senza allenarsi.

E questo Chichi lo sapeva bene.

Sapeva a quello a cui era andata incontro quando aveva deciso di sposare Goku, ma non si era arresa.

Sperava con tutta se stessa di riuscire a cambiarlo, rendendolo un buon padre di famiglia che torna a casa dopo una giornata di lavoro, che si prende cura dei suoi figli aiutandoli nei compiti oppure che dedica un minimo di attenzione alla moglie un po' scocciante.

Ma non ci era riuscita.

E sapeva che doveva fare qualcosa.

E questa sera lo avrebbe fatto.

Aveva preparato la cena a Gohan e poi lo aveva mandato a leggere un libro in camera sua dicendogli che presto sarebbero andati via.

Stava diventando proprio come il padre: alla minima occasione usciva di casa correndo nei boschi probabilmente anche lui ad allenarsi e questo Chichi non lo poteva accettare; il suo piccolo ometto sarebbe diventato uno studioso e non avrebbe perso tempo in stupidi arti marziali che non gli avrebbero fatto ottenere di certo un diploma o una laurea.

"Chissà che cosa avrà preparato Chichi per cena" pensò il saiyan una volta arrivato davanti la porta di casa.
"Forse sarà meglio calmarla prima. Sarà furibonda" pensò ancora scuotendo la testa divertito dal carattere strambo della moglie.

Era pronto a tutto: ricevere vari utensili lanciati contro, sentire le sue urla per tutta la serata, sopportare il suo broncio per giorni, perfino a mettersi in ginocchio a chiedere perdono.

Ma mai, mai, si sarebbe aspettato la scena che gli si era presentata davanti una volta entrato nella sua piccola abitazione.

Chichi era in cucina, in piedi accanto al tavolo, dove molte volte Goku si era rimpinzato di cibo, con le braccia incrociate al petto e uno sguardo che il saiyan non seppe identificare subito.

Non era la solita rabbia che Goku era solito vedere nei suoi occhi quando tornava a casa tardi, era, come dire, indifferenza.

Non digrignava i denti come al solito, non aveva le mani strette a pugno, non batteva il piede insistentemente a terra come suo solito fare.

Si limitava a fissarlo impassibile con le braccia incrociate al petto.

<Ho preso una decisione Goku> disse mentre il marito continuava a fissarla a bocca aperta pensando di avere d'avanti un fantasma.

Aveva la gola secca e, forse per la prima volta nella sua vita, aveva paura di quello che stava per succedere.

<Chichi, tesoro, stai bene?> le chiese dopo una manciata di minuti.

<Ho preso una decisione Goku> ribadì Chichi ignorando completamente la domanda del marito.

Era dura anche per lei. Si era affezionata a quel saiyan che la faceva diventare pazza.
Si era ripetuta in mente tantissime volte il discorso che aveva preparato ma, come in ogni cliché, aveva dimenticato ogni singola parola.

<Beh, dimmi tesoro> le rispose Goku facendo un passo tentando di avvicinarsi alla moglie ma venne subito bloccato da quest' ultima.

<No!> disse lei facendo bloccare il marito che alzò le braccia in segno di resa.

<Va bene, va bene> le disse Goku ritornando davanti lo stipite della porta.

E fu lì che Chichi trovò il coraggio di dire quelle maledette parole che erano come macigni nel suo cuore.
<Me ne vado> annunciò facendo sgranare gli occhi al saiyan che aprì la bocca per parlare venendo però subito interrotto da Chichi.

<Non sei la persona che credevo di sposare. O almeno, pensavo, ero certa di cambiarti, di renderti un marito migliore, ma non ci sono riuscita. Questa non è la vita che avevo immaginato per noi due, con te che muori, poi resusciti e te ne stai via ogni giorno ad allenarti. Io voglio un vero marito nella mia vita: un marito che si prenda cura di sua moglie e di suo figlio. Un marito che non pone i propri allenamenti prima della sua famiglia> si bloccò chiudendo un minuto gli occhi.
Prese un bel respiro e decise di finire il suo piccolo discorso.

<Per questo me ne vado a stare da mio padre e porterò Gohan con me. Voglio che diventi uno studioso e non un troglodita che pensa solo a combattere> concluse osservando Goku che era rimasto tutto il tempo fermo sullo stipite della porta della cucina con la bocca aperta.

Forse quelle parole lo avevano ferito più di tutti i combattimenti ai quali aveva preso parte.

Chichi si allontanò dalla cucina silenziosamente andando a prendere le due valigie che aveva preparato per lei e per Gohan; poi andò a prendere il figlio e si diresse assieme a quest'ultimo verso l'ingresso della casa.

<Papà tu non vieni?> gli chiese il figlio vedendolo fermo sullo stipite della porta.

<No Gohan, starete solo tu e la mamma gli rispose il saiyan cercando di trattenere le lacrime.

Era come se la sua mente stesse realizzando che tutto stava accadendo veramente. Sua moglie se ne sarebbe andata assieme a suo figlio e la sua vita sarebbe diventata vuota.

<Ma io voglio stare con te> si lamentò Gohan abbracciando stretto il padre tentando di non lasciarlo più.

Rimasero ad abbracciarsi per minuti che a Goku parvero ore, amava suo figlio con tutto sé stesso e, il non averlo più in casa, lo distruggeva, come lo distruggeva aver rovinato tutto nella sua vita.
Eppure credeva di essere un buon marito, non perfetto certo, ma almeno buono.
Ma non era così, era un disastro come al solito e nessuno lo avrebbe più voluto al suo fianco.

<Forza Gohan dobbiamo andare> gli disse la madre entrando in cucina e prendendo il figlio per mano.

Si avviò fuori la cucina, non prima di essersi voltata un secondo e aver detto <Stammi bene Goku>.

E fu quando sentì la porta di casa chiudersi che il guerriero più forte del pianeta si sedette sulla sedia della cucina, non sentendo più la forza nelle sue gambe per sostenersi, e si lasciò andare in un pianto disperato.

Stupida Terza ClasseWhere stories live. Discover now