In quei giorni Louis non aveva chiuso occhio. Ogni volta che si coricava sul suo morbido letto, la sua mente veniva invasa da pensieri, ricordi ed immagini contrastanti fra di loro. Con il loro continuo cozzare, questi gli provocavano sempre forti emicrania E non c'era stato attimo- in quei tre giorni- in cui la sua mente affollata non gli avesse proposto le immagini del bacio fra lui ed Harry.

Se chiudeva gli occhi, riusciva ancora a percepire la morbidezza di quelle labbra, così calde e piene, premute sulle sue. E se si concentrava, riusciva persino ad assaporarne ancora il gusto zuccherino con quel lievissimo retrogusto di tabacco che era tanto stridente quanto armoniosamente azzeccato. Louis, in quelle serate, spesso si ritrovava ad abbracciare stretto a se il suo cuscino. perché infondo, la forte presa del riccio intorno a lui gli mancava davvero. Ed altrettanto spesso, si ritrovava disteso supino a guardare il soffitto della sua stanza e a ripetere nella sua mente i bellissimi momenti che aveva trascorso in compagnia del altro.

Come avevano potuto, in una sola serata, rovinare a quel modo un'amicizia tanto bella?

Louis uscì dalla doccia ancora più stanco di prima e, probabilmente, doveva essersi perso fin troppo a lungo nei suoi pensieri, perché ,quando alzò lo sguardo verso l'ampio orologio appeso sulla parete, la sua mente smise di tormentarlo ed un solo pensiero lo fece svegliare del tutto.

"È tardi"

L'esile corpo del ragazzo sfrecciò verso la sua stanza come un perfetto esemplare di cavallo da corsa durante un derby di particolare importanza, Arraffò il primo paio di pantaloni che riuscì a trovare ed una delle sue numerose felpe- senza curarsi di prestare attenzione alla sua scelta- e dopo averli indossati in fretta e furia, insieme ad un paio di Toms nere, acchiappò telefono e zaino e- senza salutare- scappò a corsa verso la scuola.  La pioggia scrosciante lo infradiciò da capo a piedi ed in più, un enorme camion adibito al trasporto del gas, ebbe la graziosa idea di accelerare l'andatura davanti ad un'enorme  pozzanghera infangata situata esattamente al suo fianco, facendo sì che un'altissima ondata d'acqua sporca si riversasse su di lui, completando definitivamente l'opera.

Quando Louis varcò le porte dell'istituto, le lezioni erano già iniziate. Però comunque non si perse d'animo e- raccogliendo tutto il fiato che gli era rimasto- si catapultò come un razzo verso la sua prima classe. La porta era chiusa, così dette quarto piccoli colpetti alla superficie piana per annunciare la sua presenza. Poco dopo questa venne aperta dal suo professore di economia e gli occhi dell'intera classe furono puntati su di lui.

"Tomlinson, le pare questa l'ora di arrivare?" Domandò severamente l'uomo, squadrandolo da capo a piedi.

"Mi scusi professor Hale è che.. H-ho perso l'autobus e ho dovuto farmi tutto il tragitto a piedi e-"

"Risparmiami le tue scuse Tomlinson, oggi avevamo un compito prestabilito e tu non ti sei presentato in orario." Lo sguardo severo de professore lo trapassò da parte a pare mentre, lentamente, il suoi occhi azzurri si abbassavano dal suo viso arrabbiato per andare ad incontrare il pavimento.

"Si.. Mi scusi tanto, professore" ammise allora rassegnato, mentre, con una manica bagnata, si asciugava parzialmente dalle goccioline di pioggia rimastegli sul volto.

"Non posso ammetterti nella mia classe con un simile ritardo ed in più sei anche in condizioni pessime. Entra all'ora dopo, Tomlinson. e cerca qualcosa con cui cambiati, i tuoi vestiti sono fradici" delle lievi risatine echeggiarono nel aula e Louis annuì lentamente, indietreggiando di qualche passo ed allontanandosi dalla classe  mentre il professore tornava a fare il suo lavoro.

Camminò per i corridoi deserti fino a che non arrivò ad uno dei tanti bagni della struttura. Una volta entrato si specchio timidamente e quello che vide gli fece sgranare gli occhi: il suo viso era un misto fra lo stanco, lo sporco ed il bagnato ed i suoi capelli castani ricadevano piatti sulla sua fronte gocciolante. Aveva indosso un paio di leggins neri che utilizzava solo quando si trovava in casa e- a coprirli- una larga felpa rosa  con sopra stampata l'immagine di un carlino sorridente. Si passò una mano fra i capelli, incredulo. accidenti a lui e a quando non aveva prestato attenzione a cosa indossare!

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