La folla era pazzesca, tanto fitta da passarci a stento nel mezzo..

In quel momento, Louis odiò con tutto se stesso la sua altezza mediocre poiché non riusciva a vedere ad un palmo dal suo naso, neppure alzandosi sulle punte dei piedi.

Harry lo trovò estremamente tenero, invece. E, pur di non perderlo nella massa, decise di mandare momentaneamente a quel paese il suo buon senso e di prendere delicatamente la sua mano.

Le loro mani erano completamente agli antipodi: quella di Harry era grande e calda; Quella di Louis, piccola e gelida. Eppure, quando le loro dita si intrecciarono fra di loro, ad entrambi sembrò la cosa più semplice del mondo.

Erano due tasselli di un enorme puzzle, quelle mani. E combaciavano alla perfezione l'una con l'altra.

Louis tremò per un attimo.

Harry sentì il suo cuore sussultare.

Eppure entrambi si girarono a guardare quell'intreccio di dita.

E giurarono a loro stessi di non aver mai visto niente di più bello.

Harry alzò lo sguardo per primo, e si soffermò per qualche secondo ad osservare l'espressione assorta del ragazzo davanti a lui: le labbra, fini e rosee, erano leggermente schiuse in un espressione di pieno stupore e lasciavano trapassare un leggero sbuffo di respiro biancastro che andava a disperdersi nell'aria con la stessa leggerezza di una folata di vento; le guance, solitamente pallide, avevano assunto un'adorabile sfumatura di porpora, simile a quella delle rose appena sbocciate illuminate dal tiepido sole primaverile, Mentre gli occhi, quei suoi maledettissimi occhi, restavano incollati sulle loro mani congiunte. Quasi come se davvero fossero due poli opposti di una calamita.
Il cuore del povero Harry era diventato un vero e proprio tamburo in quel momento, e dovette prendere un bel respiro profondo per regolarizzarne i battiti impazziti. Aspettò che anche Louis lo guardasse, per cogliere dai suoi occhi se il suo gesto fosse stato troppo affrettato oppure no. E quando questo avvenne, non potè far altro che tirare un sospiro di sollievo.

Perché Louis sorrideva, sorrideva davvero. E questo gli dette il coraggio necessario per stringere la sua mano ed incamminarsi a testa alta tra la folla.

Sbucarono entrambi, ancora mano nella mano, difronte ad un enorme attrazione. Non era niente e di speciale, infondo, Era un semplice e classico labirinto degli specchi.

Louis subito si irrigidì quando notò l'ampia struttura difronte a se ed, inevitabilmente, fece un passo indietro.

"Va tutto bene?" Si preoccupò subito Harry, allarmato dallo spostamento repentino del ragazzo al suo fianco.

"N-non voglio entrare in quel posto.." Sussurrò il liscio con gli occhi sgranati e lo sguardo fisso sull'attrazione. Aveva paura, aveva una paura fottuta. E non gli importava niente di fare brutta figura, lui non ci sarebbe entrato. mai e poi mai.

Harry fece un passo verso di lui e, per l'ennesima volta lo abbracciò.

"Louis è solo un gioco.."

"No Harry, quella è una trappola mortale!"

"Avanti... Non devi avere paura, ci sono io con te" replicò allora Harry, lasciando un piccolo ed innocuo bacio fra i capelli scompigliati del più giovane. Louis ebbe per un attimo un sussulto, ma lo ignorò.

"I-io... non ce la faccio. Quella cosa mi terrorizza.." Quasi pianse a quel punto, con il viso schiacciato contro il petto caldo del più grande. Harry prese il suo volto tra le mani e gli fece alzare lo sguardo, con una tale gentilezza che a Louis vennero i brividi.

The Only Exception //IN REVISIONE//Tahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon