Louis voleva solo che la facessero finita; Che smettessero di tormentarlo una volta per tutte, invece di prenderlo sempre di mira per qualsiasi cosa facesse. Sin dall'inizio della scuola Morgan de i suoi non facevano altro che schernirlo con battutine omofobe e ridicolizzarlo difronte all'intero istituto, e Louis ancora si sforzava di capire cosa avesse fatto di sbagliato.
Non si era comportato in maniera sgradevole, gli era sembrato. E non aveva fatto niente per mettersi contro quel branco di bestioni pompati di steroidi.
E allora perché a lui?
Qual era stato il suo errore?
Dove stava sbagliando?
Improvvisamente, Mentre la sua testa pulsava a causa delle troppe pressioni ed i suoi occhi bruciavano a causa delle numerose lacrime versate, Louis senti come una necessità impellente prorompere dentro di lui.. In pochi secondi, ebbe l'inarrestabile bisogno di alzare lo sguardo dalle unghie mangiucchiate delle sue mani e di puntarlo su qualsiasi altra cosa si trovasse difronte a lui.
E così fece.
Alzò gli occhi, Ed il suo sguardo addolorato ne incontrò uno curioso e limpido a pochi passi da lui, che in un attimo si rabbuiò e si fece confuso, Preoccupato.
Il volto di Harry, seppur contratto in una smorfia mista fra dispiacere e rabbia, fu come una boccata d'aria fresca per il più piccolo, che subito infatti- ignorando le risatine e gli occhi dei tre bulli puntati su di lui- prese un profondo e gratificante respiro di sollievo, incamerando aria nei suoi polmoni forse per la prima volta in quei lunghi e dolorosi minuti.
"Cosa sta succedendo qui?" Chiese la voce roca e profonda del riccio a pochi metri dal gruppetto di ragazzi. I suoi capelli- notò Louis- quella mattina erano sciolti, infatti lunghi boccoli castani ricadevano morbidi sulle sue spalle larghe.
Se solo Louis non fosse stato così devastato in quel momento, probabilmente sarebbe arrossito alla bellezza estrema di quel essere che ancora stentava a definire "umano".
Però, in quell'istante non ne ebbe la forza. E così, semplicemente, si ritrovò ad abbassare lo sguardo sulle proprie mani e a ringraziare mentalmente i genitori di Harry per aver creato un tale Angelo, sopratutto dotato di perfetto tempismo.
Morgan, all'udire la voce del più grande, si girò lentamente con un sorriso divertito stampato in volto.
"Niente che ti interessi, Styles. Stavamo solo giocando" gli rispose acido con la sua solita voce, pacata ed inquietante.
Le mani di Louis iniziarono a tremare nel secondo successivo ed il suo respiro si fece man mano più veloce e rantolante- Come se il giovane avesse corso la maratona più lunga della sua vita in quei pochi minuti in cui era stato messo sotto torchio-. Dai suoi occhi, ormai scuri ed inespressivi, scendevano ancora numerose lacrime che velocemente correvano lungo le sue guance e si infrangevano contro la bianca superficie del banco. Un piccolo singhiozzo gli scappò dalle labbra senza che lo volesse e nella classe, per la prima volta in quella giornata, calò il silenzio.
Gli occhi di Harry, in pochi secondi, furono di nuovo puntati su di lui. Adesso questi erano tristi, dispiaciuti, sconsolati, amareggiati, ed un sacco di altri aggettivi che Louis non ebbe il tempo di finire elencare.
In meno di due secondi, il corpo di Morgan si trovava appeso al muro dell'aula, tenuto a mezz'aria dalle potenti braccia del riccio che- tenendolo per il colletto della camicia di flanella- gli impedivano quasi di respirare, mentre il corpo nerboruto del maggiore lo sovrastava con prepotenza e cattiveria.
"Tu, piccolo insulso pezzettino di feccia.. Cosa gli hai fatto?" Ringhiò Harry a pochi centimetri dal viso terrorizzato del biondo. Il suo intero volto era divenuto rosso per la rabbia ed una grossa e violacea vena era spuntata sul suo collo, ad accentuare il suo pressante ed incontrollato stato di collera. Gli occhi verde muffa di Morgan erano sgranati in una espressione di puro stupore, mentre le sue piccole mani pallide di stringevano intorno ai pugni serrati del più grande, nella tacita richiesta di essere lasciato andare. Un lieve rantolo fuoriuscì dalle labbra fini del biondo e questo contribuì solo a far innervosire di più il ragazzo che, in quel momento, lo teneva sotto tiro.
Harry spinse le spalle del biondo contro la parete, con una forza ed un irruenza tale che Louis credette la parete si sarebbe sbriciolata. Morgan tossì e strizzò gli occhi in cerca di una sorta di protezione ovviamente inutile. Poi prese coraggio e balbettò una risposta a malapena udibile:
"L-lo stavo s-solo p-prendendo un po i-in g-giro.." Furono le sue parole mentre nella classe, ancora una volta, regnava il silenzio. Il ringhio pesante che fuoriuscì dalle labbra di Harry rimbombò per tutta la stanza come se fosse stato un vero e propio ruggito e subito, Louis notò il viso di Morgan sbiancare dalla paura.
"Se ti vedo un'altra volta.. E dico, solo un'altra volta, bazzicare davanti ai nostri banchi io ti stacco le palle a morsi e te le servo per colazione. Sono stato chiaro, Morgan?" La voce di Harry era cattiva, spietata.. La tipica voce di chi pronuncia un editto e vuole essere sicuro che venga rispettato. Il biondo fece velocemente di sì con la testa e subito la presa di Harry scomparve dalla sua camicia, lasciandolo libero di muoversi e di respirare a suo piacimento.
In quel momento il professore entrò in aula, con la sua solita espressione trafelata e la sua ventiquattr'ore in pelle sbiadita sotto braccio. Quando il suo sguardo incontrò quello liquido del liscio e quello terrorizzato di Morgan, subito la sua faccia si fece preoccupata.
"Cosa sta succedendo qui?" Domandò con voce severa mentre, a piccoli passi, si avvicinava verso il banco del castano.
"Morgan stava ridicolizzando Louis davanti agli occhi dell'intera classe, professore. Se non fossi intervenuto per fermarlo, probabilmente, a quest'ora, lo starebbe ancora insultando" rispose Harry prontamente, e subito lo sguardo bruno dell'insegnante si spostò sulla figura spaventata del biondo a pochi passi da lui. Poi i suoi occhi schizzarono sul liscio, dove indugiarono qualche secondo di più per osservare con attenzione le sue condizioni.
L'attimo dopo, il professore ordinò ad Harry di accompagnare Louis nel bagno dei ragazzi. E, mentre i due uscivano a passi veloci dall'aula, prese ad urlare contro un Morgan decisamente impaurito, il quale (Louis ne era certo) si sarebbe vendicato in futuro.
Arrivarono nel bagno degli uomini qualche minuto più tardi; e, non appena varcata la soglia, Louis lascio andare tutta la tensione che aveva accumulato, piangendo e singhiozzando con forza mentre teneva le mani immerse fra le disordinate ciocche dei suoi capelli castani.
Harry subito lo abbracciò stretto, e Cercò di tenerlo in piedi con la semplice forza delle sue braccia. Tentò di risollevargli il morale con alcune parole sussurrate ad un centimetro dal suo orecchio e raccontandogli tutte le battute squallide che, in quel momento, riuscì a ricordarsi.
Louis non fu capace di descrivere cosa stesse provando in quel momento: Sentiva una specie di formicolio attraversargli il corpo- come quando se ne stava per troppo tempo seduto a leggere e le sue gambe smettevano di funzionare per qualche secondo-, Una lieve scossa lungo la spina dorsale ed un leggero fremito.
Per un attimo, pensò, addirittura, di aver sentito il suo cuore di ghiaccio smettere di battere.
Una strana sensazione di dejavu lo avvolse come una coperta calda; ed in quel momento, mentre osservava il più grande sorridere alle sue stesse stupidissime freddure, capì quale sarebbe stata la cosa giusta da fare. Capì quale sarebbe stata la sua decisione definitiva, Capì da che parte si sarebbe diretto il funambolo ancora in bilico a metà della fune.
"Voglio uscire con te, Harry" , aveva mormorato dal nulla, interrotto ogni tanto da dei piccoli singhiozzi, mentre si asciugava le lacrime con le maniche sgualcite della sua larga felpa azzurra. E Louis giurò che mai nella sua vita aveva visto un sorriso tanto radioso come quello che apparve sulle labbra del più grande in quel momento.
Il funambolo, nel frattempo, si incamminava a passo lento verso la fitta nebbiolina biancastra che nascondeva l'altra estremità della sua fune pericolante. Sarebbe potuto cadere da un momento al altro, lo sapeva benissimo. Eppure in quell'istante aveva capito:
Per quel sorriso valeva la pena rischiare.
BẠN ĐANG ĐỌC
The Only Exception //IN REVISIONE//
FanfictionDove Louis è un ragazzo insicuro che ama leggere libri per bambini e Harry un ragazzo più grande, che si domanda il perché di questa sua strana passione. Larry stylinson AU ATTENZIONE: -presenza di Narry Storan -accenni di Ziam Mayne
