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Nico si era maledetto per non aver chiesto una data precisa per il secondo appuntamento con Percy.
In tal modo non avrebbe dovuto rimanere chiuso in casa con la perenne paura che, uscendo, il ragazzo non avrebbe potuto trovarlo a casa.
Così ora, dopo tre giorni dall'ultimo appuntamento, Nico si ritrova chino su quella piccola scrivania, rileggendo per l'ennesima volta i dati di quel giorno, la vita del sospettato, i suoi orari, l'arma del delitto, le mappe di casa sua e del suo quartiere.
Nico, ormai quasi diciannovenne, dopo due anni ancora non ha perso la speranza.
"Nico" lo chiama Jason, raddrizzandosi con un dito gli occhiali che indossa solo per studiare. Il più piccolo lo trova buffo con quegli affari addosso, e per questo ogni volta che lo guarda sopprime un sorriso.
Il moro si volta, reprimendo una risata per la faccia da idiota che quegli occhiali danno all'amico. "Dimmi."
Jason alza gli occhi al cielo, sfogliando il libro che ha poggiato di fronte a sé, sul letto. "Smettila con questa storia degli occhiali!"
"Ma io non ho detto nulla!" si giustifica Nico, alzando le sopracciglia.
"La tua faccia ti tradisce allora. Lo vedo come sorridi" dice, sorridendo a sua volta. Perchè in fondo non gli da tanto fastidio che Nico sorrida.
"E va bene, cercherò di non ridere. Cosa vuoi?"
Jason alza gli occhi al cielo, per poi levarsi gli occhiali e sbuffare. "Tu lo hai già dato l'esame di psicologia sociale, vero?"
"Si, l'ho dato più o meno una settimana fa, perchè?"
Il biondo si lascia cadere indietro, affondando la testa nel cuscino.
"Dicono che quel professore bocci tutti, indipendentemente da quanto studi!"
Nico mangiucchia la penna nera che ha in mano, per poi abbassare il suo sguardo sulle sue gambe magre.
"Il professor Dioniso, vero?"
Jason emette un lamento soffocato nel cuscino, che il più piccolo prende per un 'sì'.
"Oh, non capisco perchè tutti lo trovino così cattivo. Io l'ho superato alla prima botta con il massimo dei voti!"
Il più grande si rimette a sedere, lanciando un'occhiataccia al più piccolo. "Ci credo, quel professore ti ama!"
"Sempre il solito esagerato" dice il moro, poggiando la testa allo schienale.
"Okay, forse non ti ama, ma gli stai decisamente simpatico."
Nico scrolla le spalle, afferrando un foglio dalla sua scrivania e ricominciando a leggere.
"Non lo so. So solo che avevo studiato, e che sono stato ricompensato. Punto."
Jason sbuffa di nuovo, passandosi una mano tra i capelli.
"Quanto ci scommetti che il mio studio non verrà ricompensato?" si lamenta, rimettendosi gli occhiali.
"Pensa a studiare, invece di lamentarti" conclude la conversazione Nico, ricominciando a mangiucchiare la penna.
Sta per afferrare un nuovo foglio, quando il campanello suona, facendoli sussultare entrambi.
"Dei, dovremmo mettere un dannato silenziatore a quel campanello!" quasi urla Nico, tastandosi il petto.
Jason si alza pigramente dal letto, avvicinandosi alla porta.
"Chiedi prima chi è!" urla Nico, senza staccare lo sguardo dai fogli. "E se è Leo non aprirgli!"
Jason gli risponde con un verso d'assenso, prima di aprire la porta d'ingresso.
"Si?" chiede, con un pizzico di sorpresa nella voce.
"Oh, ehm, salve... C'è Nico?"
Il cuore del più piccolo fa un salto, ed anche il suo corpo. Nico infatti sussulta letteralmente sulla sedia, per poi irrigidirsi immediatamente.
Quella voce. La riconoscerebbe tra mille.
Percy è lì, a casa sua. È lì sul serio. È tornato davvero.
"Scusami, ma chi sei?" chiede la voce dura di Jason, e Nico se lo immagina mentre aggrotta le sopracciglia e arriccia le labbra, dando a quella cicatrice un aspetto ancora più minaccioso.
"Oh, io sono Percy, piacere!" risponde il ragazzo, e la sua voce è gentile e calda.
"E cosa vorresti da Ni--"
"Percy!" esclama quindi il più piccolo, alzandosi con uno scatto dalla sedia.
Jason si volta a guardarlo confuso, mentre il moro si avvicina ai due.
"Non pensavo saresti venuto davvero" dice arrossendo, quando gli occhi verde mare di quel ragazzo si piantano nei suoi.
"Bhè, non ci eravamo scambiati nemmeno i numeri di telefono, non riuscivo a contattarti in altro modo."
"Nico?" si intromette Jason, guardando prima l'uno e poi l'altro. "Mi spieghi chi è questo Adone?"
Percy scocca un'occhiata curiosa al biondo, per poi abbozzare un sorriso.
"Oh, lui?" bofonchia Nico. "Un amico di corso! Dobbiamo dare lo stesso esame, quindi studiamo insieme!"
Jason gli scocca un'occhiata indagatrice, per poi alzare il sopracciglio. "Dove sono i tuoi libri?"
Percy sgrana gli occhi, si fissa le mani vuote, per poi rivolgere un'occhiata impanicata al moro. "Bhe" farfuglia "In realtà io e Nico vorremmo andare a studiare in biblioteca, e visto che ci stavo già da prima ho lasciato i miei libri lì!"
Nico tira un sospiro di sollievo, e vorrebbe abbracciare Percy per la sua bugia ben costruita.
Si sente male a dover mentire a Jason, ma non può spiegargli questo, non adesso.
Jason ora fissa Nico, chiedendogli spiegazioni con lo sguardo.
"Andiamo solo a studiare, Jason. Non devi preoccuparti" gli dice, per poi dirigersi verso la sua scrivania e prendere un libro a caso.
Quando torna dai due trova il biondo che squadra Percy con uno sguardo duro, e l'altro che sembra far finta di niente puntando il suo sguardo imbarazzato altrove.
"Jason" sibila Nico inacidito "Smettila."
Il più grande gli scocca un'occhiata strana, per poi addolcirsi quando incontra quella inacidita di Nico.
"Per qualsiasi cosa hai il mio numero, okay?" gli dice, abbozzando un sorriso.
Nico annuisce, per poi uscire dalla porta, richiudersela dietro, e ritrovarsi di nuovo solo con Percy.
Secondo appuntamento.
Le gambe di Nico iniziano a muoversi veloci, facendolo uscire fuori da quella casa a passo lungo ed affrettato, lasciandosi dietro un perplesso Percy.
Sente le guance scottargli e stringe compulsamente il libro che ha tra le mani.
"Nico?" lo chiama il più grande, sfiorandogli i capelli. Diamine, lo ha raggiunto.
Il più piccolo blocca le sue gambe di colpo, per poi mordersi forte il labbro. Dei, perchè sente uno strano formicolio alla pancia?
"Percy" dice, voltandosi verso il maggiore. "Grazie per la bugia di prima, io--"
"Hei, va tutto bene!" lo rassicura l'altro, abbozzando un sorriso e scompigliandogli i capelli. "E' un ragazzo protettivo, vero?"
Nico scocca un'occhiata alla sua casa, per poi annuire. "Jason... abbiamo affrontato tante cose, e lui ora mi vede come qualcuno da proteggere."
Percy punta i suoi occhi verde mare in quelli scuri del più piccolo, per poi stringere le labbra ed annuire.
Il più piccolo punta gli occhi a terra, sospirando forte.
"Allora" interrompe il silenzio Percy. "Non hai davvero voglia di andare in biblioteca, vero?"
Nico alza di nuovo lo sguardo, ritrovandosi di fronte quello sveglio e caldo dell'altro. Scrolla le spalle, infilando le mani in tasca. "Non so, non mi ero preparato nulla."
"Già, sono arrivato a casa tua senza preavviso!" ammette, abbozzando un sorriso. "A proposito. Non te l'ho nemmeno chiesto!"
"Uh?" il più piccolo gli scocca un'occhiata confusa, inarcando un sopracciglio. "Chiedermi cosa?"
Percy porta la sua mano sulla guancia del moro, carezzandogliela piano e facendogli perdere un battito.
"Nico Di Angelo" dice, con la sua voce calda e bassa. "Ti andrebbe di uscire con me per il nostro secondo appuntamento?"
Il più piccolo avvampa immediatamente, al contatto della sua pelle con la mano dell'altro.
"Ma quanto sei idiota!" esclama inacidito con le guance che gli scottano, spostandosi da quel contatto, per poi maledirsi mentalmente. "Stiamo già uscendo. Non pensi sia un po' troppo tardi per invitarmi?"
Percy scoppia a ridere, riavvicinandosi di nuovo alla guancia del più piccolo e lasciandogli un ultima carezza. "Hai ragione. Lascia fare a me, allora!"
E Nico vorrebbe rispondere qualcosa, ma il solo fatto che quel ragazzo abbia avvicinato la mano per la seconda volta al suo volto,
dopo che lui l'abbia scacciata, gli crea una strana sensazione nella pancia.
Non è scappato, non lo ha abbandonato. Si è avvicinato di nuovo.
E ha paura. Ha paura di affezionarsi a lui.

Save Me, Percy Jackson. (Pernico)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora