La strana collezione. [Fine]

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Entrambi caddero a terra, mentre io lasciai perdere la porta del bagno e feci un passo verso la stanza in cui uscì il signor Minelli e capii come fece ad uscire. In quella stanza c'era una porta comunicante con il bagno, ma le urla di mia madre mi fecero staccare da quella stanza e mi voltai subito verso di loro. Quell'uomo era addosso a mia madre, con un coltello in mano, e prima che potesse usarlo io gli saltai sulle spalle.

«Lascia stare mia madre!!» gli dissi mettendogli le mani davanti alla faccia.

Purtroppo non ero molto pesante e lui si alzò facilmente, correndo velocemente all'indietro contro una parete. Io sbattei la schiena contro il muro, e contro un interruttore, e subito si accese la luce. Caddi a terra, mi misi una mano dietro la testa, e la alzai velocemente notando le strane cose che c'erano in quella stanza. Era qualcosa di assolutamente inquietante. C'erano una cinquantina di lingue che formavano le iniziali M e T, erano sicuramente le iniziali del suo nome, Taddeo Minelli. Su un'altra parete c'erano delle teste di tre donne di età differenti, imbalsamate come trofei di caccia. Erano di una bambina, di una donna adulta e di una donna anziana. Non capivo quale fosse il senso, ma non mi sembrava il momento adatto per chiederglielo. Sull'ultima parete invece non c'era nulla, era stranamente vuota.

«Se guardi meglio capirai che qualcosa c'è!!» mi sussurrò il signor Minelli capendo il mio sguardo.

Io mi voltai di nuovo verso quella parete e la fissai per pochi secondi, capendo subito a cosa si riferisse.

«Ma quella è... Pelle?!» chiesi abbastanza disgustata.

«Si, la carta da parati costa troppo... Ho fatto anche dei vasi con la pelle delle persone che venivano gentilmente a trovarmi... Sai, sono più resistenti i vasi fatti di pelle, solo che sono anche più difficili da fare perché devi cercare di incastonare le ossa nei punti giusti, per far rimanere in piedi il vaso e per dargli la forma giusta!!» mi spiegò lui con un sorriso inquietante sul volto.

«Ma perché fai tutto questo??» gli chiesi prendendo tempo mentre mia madre si alzò.

«No no, tu non vai da nessuna parte...» disse puntando il coltello alla gola di mia madre.

«Va bene, va bene...» risposi subito io alzandomi in piedi e andandogli di fronte, accanto a mia madre. «Probabilmente moriremo qui, ma almeno dicci perché hai fatto tutto questo...»

«D'accordo...» rispose lui facendo un largo sorriso.

Doveva sentirsi estremamente soddisfatto delle sue opere per lasciarci in vita in quei pochi minuti, solo per spiegarci cosa gli passasse per la testa. Ci fece sedere sul suo letto, anche se io iniziai a dubitare che quelle fossero lenzuola normali, ma preferii non dire nulla. Preferivo sporcarmi il pantalone, aspettando l'arrivo di qualcuno, piuttosto che morire subito. E lui iniziò subito a raccontarci la sua storiella.

«Tempo fa ero un poliziotto e quando ero piccolo, mia madre, mi ha insegnato che le parolacce non si usavano. E ogni volta che me ne scappava una mi faceva sentire la cintura di mio padre dietro la schiena...» iniziò lui. «Così, crescendo, ho iniziato a collezionare le lingue di tutte le persone che dicevano delle parolacce in mia presenza. Le donne che vedete lì sono: mia madre, mia sorella e mia nipote. Un giorno sentii mia madre dire delle parolacce e non ci vidi più dalla rabbia, così la uccisi e imbalsamai la sua testa come faceva mio padre con i cervi!! Questa ferita dietro la testa ce l'ho perché mia sorella ha provato a difendere nostra madre, colpendomi con un coltello non troppo affilato. Ovviamente poi ho ucciso anche lei, e la figlia perché vide tutta la scena...» disse lui fissando quelle tre teste.

Intuii subito che mia madre gli disse qualche parolaccia, visto che ogni volta che si arrabbiava con me ne diceva molte, altrimenti non eravamo lì. Poco dopo lui tornò a guardare me e mia madre, con uno sguardo spaventoso sul viso e lentamente si avvicinò a me col coltello in mano. Mia madre provò a fermarlo ma lui la spinse giù dal letto e lui mi puntò il coltello alla gola. Stava quasi per farmi un bello squarcio ma qualcuno lo colpì alla testa, con qualcosa di pesante e lui cadde a terra.

«Teo?! Che cosa ci fai qui??» chiesi a mio fratello.

«Ti salvo il culo sorellina!!» rispose lui mentre diede una mano a nostra madre a mettersi in piedi.

«Tu sai che quel vaso è fatto con la pelle vera di una persona, si?!» gli chiesi io mentre lui continuava a reggerlo in mano.

«Ma che schifo!!» commentò lui facendolo cadere a terra, mentre pochi secondi dopo arrivò la polizia in casa.

Entrarono in quella stanza e alla vista di tutte quelle prove non poterono far altro che arrestarlo. Mentre uscimmo da quella casa, mio fratello urtò l'attaccapanni che era accanto alla porta, e cadde a terra.

«Ma che diavolo... Fai più attenzione!!» gli disse mia madre prendendo i vestiti da terra aiutata da un poliziotto.

Ma quando rimase solo una giacca a terra ci accorgemmo che quello non era un attaccapanni, ma era il signor Thomas, o meglio... Il busto era del signor Thomas, l'asta sotto era di un vero attaccapanni. Aveva anche un paio di braccia in più attaccate a pochi centimetri sotto alle sue, mentre io dissi al poliziotto che ce n'era un altro in cucina e lui andò a controllare. Mia madre lo seguì e disse alla guardia che era il signor Mario Frigelli, l'inquilino del piano accanto al nostro, prima che arrivassero i signori Thomas. I poliziotti ci fecero uscire da quella casa e la controllarono da cima a fondo, trovando un sacco di ossa, teste e varie parti del corpo di cinquanta persone diverse. Io da quel giorno non diedi più troppa confidenza ai miei vicini di casa, o agli estranei in generale, mi facevano paura anche le persone più gentili...

Morale della "favola" (che io non racconterei mai ad un bambino xD): Non rompete mai le palle ad un vicino che ha la musica a tutto volume, magari starà squartando viva una persona e non vorrà far sentire le urla di quella persona. Visto che spesso ho anche io la musica a palla vuol dire che anche io squarto le persone?!... Magari... xD

Ps. Ho scritto gli ultimi due capitoli ascoltando davvero solo quella canzone (per più di tre ore intere, se non di più) e spesso mi fermavo a contemplarla... Non posso scrivere e ascoltare musica contemporaneamente, mi distraggo troppo... xD

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