IV

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Non potevo avere un'amica del genere.

Una psicopatica.

Come si fa a costringere con l'inganno un'amica a fare ciò che si vuole

Solo una psicopatica poteva pensarlo.

Guardai per un altro secondo il ragazzo a cui avevo praticamente confessato la mia crush e distolsi lo sguardo, per poi vedere tanti camerieri e cuochi cercare di non guardarmi con troppa curiosità.

Presi il telefono, per poi chiudermi in un piccolo ufficio. Quella piccola psicopatica mi avrebbe sentita.

Al terzo squillo rispose.

"Ehi Sierra, amica mia. Com-"

"Chase Ortiz non sta in nessun ristorante, tantomeno in quello dell'antipatico. Stai iniziando ad avere problemi mentali o cosa? Ho praticamente chiesto scusa a quell'energumeno. Ora ho capito perché era stato taggato in una foto con il suo migliore amico a casa sua" stavo cercando di non urlare, ma la pazienza era poca. Come aveva potuto costringermi, ancora una volta, a fare una cosa che non volevo? "Mi devi ancora dare la torta preparata da tua madre e mi devi venire a prendere da qui"

"Ho la macchina a fare un controllo dal meccanico, domani a scuola mi accompagna Jared" okay, casa mia era praticamente dall'altra parte della città e non mi andava di farmi non sapevo quanti chilometri con il buio che stava fuori.

"Ti odio Agnes West" chiusi la chiamata ed uscii. Mi ridiressi dal ragazzo scontroso, impegnato a mettere i piatti tra le mani di una ragazza, che lo guardava con occhi sognanti.

"Ascolta, quando avrai finito, dovrai accompagnarmi a casa mia. Agnes ha la macchina dal meccanico e non può venirmi a prendere, mentre le mie mamme sono impegnate in una cena dai miei nonni. Quindi, possiamo dimenticare cos'é successo, abbassare l'ascia di guerra e tu farmi questo favore?" Il ragazzo, però, era parecchio concentrato sulla torta che stava sistemando. Lo vidi fare avanti e indietro per la cucina e quasi mi sentii in colpa ad avergli dato quei giudizi.

"Sì, okay. Ken, stai attento alla carne e non bruciarla troppo. Gary, controllami la pasta. Marlene, attenta a questi piatti" com'erano indaffarati in quella cucina!

Mi guardai un po' attorno, trovando, poco distante dalla cucina, uno studio. Ci entrai, notando gli scaffali pieni di registri e carte. La scivania con una lampada ed un portapenne, aveva sopra un blocco per scrivere. Trovai un computer aperto e schiacciai un pulsante, vedendolo accendersi. Ovviamente richiedeva una password.

Tornai sui miei passi, ritrovandomi davanti alla cucina. Vidi Adrian muoversi freneticamente, così cercai di superare due cuochi per andare verso di lui e chiedergli l'accesso al suo computer.

"Ehi, scusa" richiamai il ragazzo per poter avere la sua attenzione, ma è concentrato a cucinare. Dio, può distrarsi per almeno tre secondi. "Cuoco"

"Cosa vuoi?" domandò antipatico, facendomi alzare gli occhi al cielo, ma lo stesso intenzionata a chiedergli la password. "Non vedi che ho da fare?"

"Non vedi il mio menefreghismo in ciò che stai facendo? Sono venuta per chiederti la password del tuo computer, non per altro" concentrato come non mai a preparare il piatto, credetti che non mi avesse sentita, così fui pronta a ripeterglielo, quando mi rispose.

"Annalise" e adesso questa chi sarebbe? Alzai le spalle per scacciare quel pensiero, dirigendomi di nuovo verso l'ufficio e digitare la password che il ragazzo cuoco mi aveva dato. In un attimo, mi ritrovai nella schermata principale, con l'unico intento di andare su internet per vedermi la puntata della serie tv che avevano postato sul sito streaming. Sono troppo povera per avere i cofanetti e troppo impaziente per aspettare, mi dispiace. Sono pronta ad andare in carcere per navigazione su siti pirata. Che poi lo fanno tutti.

GourmetWhere stories live. Discover now