Capitolo 4

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Luke scoppia a piangere e io mi alzo dal letto di tutta fretta, andandolo a recuperare nella culla nuova.

Prima notte a casa perfettamente inaugurata con un'altro suo pianto.

Lo coccolo un po' e poi decido di allattarlo, dato che mi sembra l'unica cosa che possa farlo smettere.

Poi mi rialzo e lo metto sul piccolo fasciatoio (dalle mie parti si chiama così quella specie di lettino su cui si appoggiano i neonati per cambiare i pannolini, non so se si chiami così anche da altre parti hihi. Fatemi sapere) blu, per cambiargli il pannolino.

«Bisogno di aiuto?» la voce di Harry mi fa sussultare e Luke riprende a piangere più forte di prima.

«Harry!» lo rimprovero e lui sorride, finendo di chiudere il pannolino di Luke e prendendolo in braccio.

«Shh» gli sussurra all'orecchio cullandolo fra le proprie braccia e Luke dopo poco si addormenta.

«Come hai fatto?» chiedo mentre lui lo posa nella culla.

«Segreti di un giovane papà» mi fa l'occhiolino e io ridacchio, stendendomi nel letto.

«Posso?» chiede indicando il letto.

Può?

Non ascolto la vocina che mi dice che andrà a finire male in ogni caso e annuisco, facendogli posto.

«Sai, non pensavo che ti avrei mai più sentito così vicina a me. Credevo che non ci saremmo nemmeno più visti» dice con un sospiro.

«Anche io» ammetto.

È vero, mi sembra stranissimo essere stesa nel letto con lui.

Mi sento come in un sogno e, dio, se lo è non svegliatemi.

«Come ci si sente ad essere... Voglio dire.. Madre?» cambia argomento.

«Benissimo, è la sensazione più bella che io abbia mai provato in vita mia» sorrido «Com'è essere padre?»

«Non pensavo che lo avrei mai detto, ma mi sento bene. Voglio dire, è così bello sentire che tutto l'amore che provo per una persona è vivo, davanti a me»

È così bello sentire che tutto l'amore che provo per una persona è vivo, davanti a me.

Quanto è vera questa frase.

È la frase più vera che abbia mai pronunciato nella sua vita, almeno da quando lo conosco.

Sorrido per la sua dolcezza e sospiro.

«Harry, ho sonno. Puoi uscire? Ci vediamo domani» dico.

Mi costa troppo pronunciare questa frase, ma lo faccio.

Ho davvero sonno, ma soprattutto ho bisogno di stare sola.

Tutta questa vicinanza mi sta rendendo troppo confusa e spaventata, spaventata da quello che posso provare per lui.

Lui sembra voler dire qualcosa ma poi ci rinuncia.

«Va bene, a domani» mi da un bacio rapido sulle labbra e si alza.

«Ti amo» mormora, probabilmente pensando che io non lo senta.

E invece lo sento, forte e chiaro.

Il mio cuore fa un salto enorme, tanto che ho paura mi possa uscire dal petto.

E una lacrima scende sulla mia guancia.

«Anche io» sussurro quando lui è uscito «Anche io»

DNA #Wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora