2. Be more careful, midge

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Freddo, pioggia, neve, nebbia, umidità...
Ecco le mattinate autunnali e invernali qui a Londra descritte in solo 5 parole...
Londra è una bellissima città, l'unica pecca è il tempo, quasi sempre gelido e cupo, soprattuto d'inverno.
Ed è proprio questo che rende le giornate di scuola ancora più brutte, per quanto già lo fossero.
Come ogni mattina Ally è fuori casa mia ad aspettarmi, per andare insieme a scuola.
No, non abbiamo una limousine come i popolari nei film americani.
Andiamo semplicemente in autobus, come tutti d'altronde.
-Ei Med- mi saluta Ally abbracciandomi calorosamente.
-Ciao Ally- dico ricambiamo l'abbraccio.
-Oggi abbiamo quella vipera di matematica!- dice facendo una smorfia.
-Già, che palle... Muoviamoci altrimenti quella ci fa il culo se arriviamo in ritardo!- esclamo, dopo aver controllato che mancano meno di 10 minuti all'apertura del cancello.
Corriamo per arrivare in tempo all'autobus, ma sfortunatamente lo perdiamo.
-E adesso?- chiede lei, impancandosi.
-GIORNO LIBERO PER FARE SHOPPING- urlo io saltandole addosso.
-GIUSTOO- urla di rimando lei.
-Parlate troppo presto, principesse- dice un'altra voce... Benjamin con la sua auto.
-Uffa ben...- dico mettendo il broncio con le braccia conserte.
-Che c'è piccola? Non sei felice di vedermi?- chiede lui ironicamente.
-Certo scemo- dico abbracciandolo, ma lui mi prende il viso tra le mani e mi bacia.
Prima o poi dovrò dirgli che per lui non provo altro che bene.
Sembro cattiva, ma quando mi ci sono messa insieme credevo mi piacesse e invece no.
È un figo di dio, ma boh, non è esattamente il mio tipo.
-Ew, siete il diabete- dice lei mettendosi un dito in gola come per disgusto.
-Zitta e trovati un ragazzo babbana- dico io facendole la linguaccia.
-Guarda che io ne posso avere a migliaia- dice lei, passando una mano nei capelli con fare superiore.
Ed era vero, ne poteva avere tanti.
Lei è davvero una ragazza bellissima, tutta la scuola le va dietro, ma non ha ancora trovato quello giusto.
Saliamo sull'auto di ben e ci dirigiamo a quella sottospecie di inferno, comunemente chiamato scuola.
Fortunatamente arriviamo in orario, un'altra nota e mi avrebbero espulso.
Mi siedo al solito posto, accanto a Cameron, quello che nel gruppo mi va più a genio.
-Ciao Cam- lo saluto sorridendogli.
-Ciao bellezza- mi saluta ricambiando il sorriso.
Tutti i ragazzi qui mi chiamano "bellezza", ma non mi dà fastidio, anzi.
Ecco matematica, quella mi fa salire il nervoso, noi non possiamo arrivare in ritardo ma lei si. Cioè, la coerenza? Nel buco del culo?
-Buongiorno ragazzi, oggi interroghiamo, come già annunciato ieri- dice la vecchia.
Oh merda.
Davvero si doveva studiare?
-Vediamo chi interrogare..- dice facendo scorrere il dito sul registro.
Non Smith. Non Smith. Non Smith. Non Smith.
Se lo ripeto non mi chiama, vero?
-Walker, Roberts e Rossi, venite alla cattedra, interrogati- conclude la prof.
Caccio un sospiro che non mi ero neanche accorta di trattenere.
Un altro brutto voto e mi avrebbero bocciata, e io un anno in più qui non l'avrei sopportato.
Kit Walker, Candice Roberts e Federico Rossi.
Kit Walker (riferimenti puramente casuali ad AHS), un ragazzo abbastanza carino, non molto studioso ma se la cava, è molto simpatico.
Candice Roberts, ragazza odiosa, quella dal "So tutto io", che prende sempre dieci e te lo sbatte in faccia.
Poi c'è Federico Rossi, un secchione di prima categoria, che prende sempre dieci ma non se ne vanta, il classico tipo da cardigan color kaki(?), mocassini, occhiali e apparecchio per i denti. L'unica cosa che mi piace di lui sono gli occhi, azzurri, anche se ho avuto modo di vederli solo una o due volte dato che è molto timido e non parla mai con nessuno, e anche se mi rivolgesse la parola, mi rifiuterei di parlare con lui, perché rovinerei la mia reputazione.
Però devo ammettere che mi fa un po tenerezza, sempre tutto solo, in quel suo cardigan... Vabbè basta, non potrà mai essere mio amico quindi shalla.
Come avevo immaginato, Federico ha preso 10 e Kit 6.
Mentre Candice 8... Non potete capire quanto ho goduto in quel momento.
Passano le altre due ore e poi c'è l'intervallo.
Mi avvio al mio armadietto e vado a sbattere contro qualcosa, o meglio qualcuno.
Rossi.
Gli sono caduti tutti i libri.
-Ma che cazzo! La prossima sta più attendo, moscerino!- dico calpestando con i piedi i suoi libri.
Lui apre la bocca come per dire qualcosa, ma la chiude subito dopo e abbassa il capo, arrossendo.
-Come immaginavo...- dico riferendomi al fatto che non ha detto nulla.
Lo sorpasso con un ghigno sul viso.
Il mio essere stronza aumenta ogni giorno di più...
Mi dispiace trattare male le persone, ma devo, non posso farmi mettere i piedi in testa, non un'altra volta...

>Miriana:
Ed ecco che il nostro principe entra in scenaa.
Comunque se non l'aveste capito Fede qui non ha il ciuffo biondo, non ce l'ha proprio il ciuffo, rido.
Ditemi cosa ne pensate.
Baci.

Confusion  | Federico Rossi Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora