XXVI. Una cabina bloccata

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«io volevo parlarti...in privato» precisa quando vede che io non mi muovo.

«okay però ti dò solo pochi minuti» gli dico.

Mi sorride ringraziandomi, appoggia una mano sul mio fianco e io mi irrigidisco.

Da lontano vedo due occhi azzurri guardarci, appena li incontro con i miei lui li distoglie.

Camminiamo fino ad allontanarci. Richard si siede sulla sabbia. Io sospirando mi metto al suo fianco.

«allora?» chiedo iniziando a giocare con la sabbia.

«io volevo chiederti scusa» mi dice con tono sincero.

«so che sei arrabbiata con me e hai perfettamente ragione ad esserlo ma non è stata colpa mia, Alesha mi ha ricattato e io non potevo fare altro» alla fine non si poteva rifiutare, il padre sarebbe stato licenziato.

«io lo so che non è stata colpa tua solo che mi sono sentita così stupida in quel momento» dico portandomi le ginocchia al petto.

«tu non sei stupida anzi, quelle puttane sono solo invidiose di te, tu sei bella, intelligente, pura mentre loro sono carine ma troppo vanitose, stronze e poi sono stupide» dice.

«posso abbracciarti?» chiede e io annuisco.

Mi stringe a sé e io infilo la testa nell'incavo del suo collo.

«siamo di nuovo amici?» mi chiede e mi sembra tanto un bimbo in quel momento.

«si» sussurro con la testa appoggiata sulla sua spalla.

«vogliamo rimanere un'altro po' qui?» chiede e io mi stacco dolcemente dall'abbraccio.

«si ma devi andarmi a prendere un drink a tua scelta» gli ordino scherzosamente.

«ai suoi ordini» dice come se fosse un militare, si alza e si dirige verso il luogo del falò.

Mi concentro a guardare il mare, è così calmo e rilassante; la luna è alta nel cielo e la sabbia è fresca.

«complimenti» vedo un'ombra davanti a me così mi alzo girandomi all'indietro e vedo James.

«complimenti per cosa?» chiedo confusa. Mi ha fatto spaventare.

«lui ti prende per il culo e tu subito lo perdoni» dice infastidito con una sigaretta tra le labbra. Come si permette di dirmi queste cose?

«anche tu mi hai preso per il culo l'altra volta e ti ho perdonato dopo due parole messe insieme» dico.

La luna gli illumina il viso e posso notare il fatto che è arrabbiato, stringe i pugni molto forte.

Riprende la sigaretta ormai consumata dalle labbra e la butta sulla sabbia spegnendola.

«quindi per te quello che ci siamo detti sono state solo due parole messe insieme?» chiede con tono di voce arrabbiato ma al tempo stesso ferito.

«no io volevo dire che- senti io non volevo dire questo solo che-» i miei piedi iniziando a muoversi nervosamente sulla sabbia quando lui mi interrompe.

«lo sai che ti dico? Che Kayla ha sempre avuto ragione quando diceva che tu sei solo una stupida nullità, io mi sono aperto a te ma tu te ne sei fottuta» dice.

Innamorata del mio infernoWhere stories live. Discover now