17:Addio

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Fran's Pov
-Allora tutto chiaro?- chiedo per l'ennesima volta.
-Andiamo all'edificio stanotte all'una, entriamo dalle finestre e prendiamo Vilu, si Fran abbiamo capito- dice Camilla con una voce esasperata.
-E per uscire?- chiedo nuovamente.
-Abbiamo le corde per entrare e uscire- risponde Federico.
-Ottimo, allora è tutto pronto- dico soddisfatta.
-E se ci sono telecamere?- chiede Maxy.
-Non ci sono, ho già visto l'edificio- lo rassicura Cami.
-Allora dobbiamo solo preoccuparci di non farci sentire e di essere veloci- dice Fede.
-Si, ci facciamo aiutare anche da Pablo?- dico.
-Si è meglio- concorda Maxy.

-Sono nervosa, e se dovesse andare male?- chiedo a Cami dopo che i ragazzi sono usciti ad avvisare Pablo.
-Andrà tutto bene- risponde e mi abbraccia come per consolarmi.
-E se la situazione si complica, chiameremo la polizia ok?- dice. Annuisco mentre mi lascia sola nella stanza.
Non mi piace stare sola, la mia mente inizia a ricordare cose che vorrei dimenticare, cose che mi rattristano.

"-Vilu, Fran, tornate qua!- ci chiama Maria.
Io e Violetta non la ascoltiamo, continuiamo a correre e giocare sull'erba ricoperta dalla rugiada primaverile. Abbiamo sei anni."

"Le sirene sono assordanti, lo sguardo di Vilu è spento, ma dai suoi occhi escono solo le lacrime alla vista dei corpi di German e Maria ricoperti di sangue sul pavimento di casa. Federico e Maxy consolano Camilla, anche lei a pezzi, faccio scorrere la mia mano sul braccio di Violetta consolandola, non ho la forza nè il coraggio di abbracciarla, essendo distrutta anch'io. Abbiamo tredici anni.
-Non voglio andare all'orfanotrofio!- si lamenta Violetta e scappa via. Io la raggiungo.
-Nascondiamoci, fuggiamo- le dico. Accetta e ce ne andiamo, troviamo Pablo che ci accudisce come fossimo sue figlie; mesi dopo ci raggiungono Cami, Fede e Maxy."

"Pablo ci insegna a essere spie, ci insegna a mettere un freno alla criminalità. Abbiamo quattordici anni."

-Violetta mi manchi tanto- dico piangendo. Le lacrime scorrono veloci e prepotenti sulle mie guance, non riesco a immaginare la mia vita senza di lei, e tremo al solo pensiero che le abbiano fatto del male in quella casa maledetta.

Andrès's Pov
-Tutto pronto ragazzi?- dico. Annuiscono.
-Ludmilla, i tuoi amici?- le chiedo.
-Hanno avuto un contrattempo, ma stanno arrivando- risponde sbrigativa.
-Le pistole?- dico.
-Pronte!- esclama Clement.
-Ottimo- dico qualche secondo dopo,  quando arrivano gli amici di Ludmilla con le auto.
Li saluto con un gesto della mano e salgo in macchina mettendola in moto.

Parcheggio poco lontano all'edificio e qualche minuto dopo arrivano tutti i ragazzi.
Ho la sensazione di un déjà-vu, ma questa volta andrà bene, deve andare bene.
Naty inizia a sparare, io metto la bomba davanti alla casa. Inizia l'inferno.

Vilu's Pov
Un'esplosione. Non di nuovo. Mi affaccio alla finestra: ai piedi della casa ci sono delle macerie, le macerie della casa!
Un'altra esplosione, la casa trema.
Non posso rimanere qui. Cerco nei cassetti qualcosa di utile, non posso uscire senza un'arma. Dopo un minuto che è sembrato un'eternità trovo una pistola, spalanco la porta ed esco dalla casa velocemente.
Mi guardo attorno cercando dei volti familiari, invano: staranno nei guai; individuo Diego alle prese con un ragazzo, ma non è quest'ultimo in svantaggio.
Premo per la prima volta il grilletto contro il braccio dello sconosciuto. Avevo sempre sparato agli allenamenti, ma farlo per davvero è diverso:
-Grazie Vilu!- urla Diego mentre alzo una mano in segno di risposta. Inizio a correre sparando di tanto in tanto alla cieca quando sento un colpo a me vicino, odio queste situazioni di caos.
Mi arriva un colpo di pistola che riesco ad evitare: è di Andrès. Decido di scappare, dopo tutto questo tempo ho capito che non è saggio affrontarlo, ma ben presto Andrès mi raggiunge e mi prende per il polso:
-Pensavi di scappare, bambolina?- dice stringendo la presa.
-Lasciami Andrès- dico.
-Tu verrai con me- dice minaccioso.
-E invece no- dice una voce che riconoscerei tra mille. Il ragazzo spara ad Andrès, che rimane ferito e se ne va zoppicando.
-Leòn!- esclamo allacciando le mie braccia attorno al suo collo.
-Stai bene?- mi chiede quando sciogliamo l'abbraccio e mi squadra come per cercare anche la più piccola e superficiale ferita.
-Benissimo, tu dov'eri?-
-Alle prese con una bionda, quella mi voleva veramente morto, non mi lasciava in pace un momento, ma l'ho stordita con un colpo- risponde mostrandomi la sua pistola mentre mette all'interno di essa altre pallottole, esaurite per gli eccessivi colpi.
-E ora che si fa?- chiede.
-Lottiamo ovviamente, stiamo dietro a un muro senza aiutare Diego e Broadway?- rispondo e inizio a individuare Broadway raggiungendolo una volta trovato; Leòn invece va incontro a Diego:
-Anche tu in pista?- urla Broadway una volta che lo affianco; annuisco e inizio a sparare, stando ben attenta a non uccidere nessuno:

-VIOLETTA!- grida una voce, quella voce.
Mi volto e vedo il viso sudato e graffiato di Fran, non ci posso credere!
-FRANCESCA!- corro verso di lei e l'abbraccio, dopo tanto tempo.
-Vilu stai bene?- chiede.
-Ottimamente- rispondo ancora sorridendo ignorando Fran che squadra il mio viso pieno di piccole ferite.
-Ma Fede, Maxy, Cami, Pablo?- domando a raffica.
-Ehi ehi, calmati, sono qui: all'inizio ti avevamo cercato nella stanza ma era vuota, ed era alquanto improbabile che fossi rimasta in casa dopo che è mezza distrutta, così ti abbiamo cercata, però i ragazzi sono rimasti indietro mentre Pablo è andato a chiamare la polizia- spiega.
-Come la polizia?- esclamo. No no no.
-Si, che c'è che non va?-
-Succede che perderò Leòn- mi volto cercando le auto delle forze dell'ordine, che non sono ancora arrivate. Non posso perderlo, non posso.
Presto arrivano anche Fede, Maxy e Cami che mi danno un abbraccio fortissimo e pieno di affetto.
-Violetta? Violetta!- sento di nuovo la voce di Leòn.
-Leòn, l-la p-polizia sta a-arrivando- gli dico tremante quando si avvicina.
-Cosa?- dice sbalordito. Poco dopo sentiamo delle auto fermarsi e una serie di poliziotti prelevare i ragazzi della X.
-Sei Violetta?- chiede un uomo sui trent'anni circa.
Annuisco.
-Devi venire con noi-
-Cosa? No!- esclamo.
-Signorina è la legge, sei stata rapita e devi venire con noi per esporre denuncia-
-Io non voglio!- esclamo stringendomi a Leòn, il quale ricambia la stretta.
-Secondo il Signor Galindo che ci ha avvisati circa un'ora fa, sei stata rapita dai membri della W, e ci ha detto di doverli denunciare e mettere in carcere- continua l'uomo, con voce così incurante da farmi salire la voglia di picchiarlo.
-Non voglio che tu vada in carcere- dico ormai piangendo a Leòn.
-Violetta ti prometto che tutto si sistemerà, ti amo e non smetterò di farlo- mi rassicura e mi lascia sulle labbra un dolce bacio, forse l'ultimo.
Mi lascia lentamente la mano, mi guarda un'ultima volta e scappa con i ragazzi. I poliziotti urlano di fermarsi, ma non do troppo peso a quelle inutili parole.
Guardo il mio Leòn correre lontano. Per dove? Non lo so, ma sicuramente lontano da me.
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Angolo autrice
E questo è l'ultimo capitolo.
L'ho pubblicato finalmente, ce l'avevo da una settimana ma oggi l'ho sistemato, per terminare finalmente questo libro.
Sono sad adesso, la mia prima storia coclusa😢
Spero vivamente che vi sia piaciuta, non sembra ma ho messo molto ma molto impegno per farvi leggere i capitoli migliori che potessi scrivere.
Grazie infinite per il vostro appoggio❤

Amore E Pistole||LeonettaWhere stories live. Discover now