Due strade opposte

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"Ciao... Ehm... Disturbo?""

"No, certo che no" Ed ecco il mio secondo errore, volontario, suicida della serata

"Vedi dietro di te quel gruppetto di ragazzi?" mi chiede, io mi giro

"Si, si" è il gruppo composto da persone che "conoscevo" già.

"Ecco... Diciamo che mi hanno costretto a venirti a parlare, prima mi sono messo a fissarti e, sostengono loro, avevo la bocca spalancata" io sorrido, non è venuto di sua spontanea volontà. Ahia che brutta pugnalata.

"Ah... Beh ora mi stai parlando non credi?" dico, cercando in me, quella Giorgia che è nata durante gli anni, quella Giorgia un po' cacciatrice, quella che se ne frega di avere una cotta, quella senza cuore, quella cresciuta...Senza di lui.

"Si... Posso offrirti da bere?"

"Ehm, si certo scegli pure te" Sorrido

"Io prendo gin tonic, ti va bene?"

"Perfetto"

Mi giro a guardare davanti a me, cercando di stemperare il mio imbarazzo e poi, lui parla.

"Allora... Che mi dici?" inizia, bene non abbiamo argomenti, ma ascolterei la sua voce sempre.

"Boh... Ti diverti?" chiedo

"Si... Sono qua con degli amici" Sorrido e iniziamo a parlare, quando la mia curiosità prende il sopravvento

"E te che fai?"

"Beh ho una mia azienda che mi tiene occupato sempre e così la musica è passata praticamente in secondo piano...Sfortunatamente, però suono ancora per me"

"Oh e suoni di bello?" come se non lo sapessi già, come se non conoscessi a memoria tutte le sue cover caricate su Youtube

"Suono la chitarra, acustica ed elettrica" gli guardo le mani

"Anche io strimpello la chitarra, anche se preferisco il piano, ma sfortunatamente non posso fare gran cose perché ho le mani piccoline e... bleh sono orribili, beh ma preferisco recitare" sorrido, mi sembra una nostra vecchia conversazione

"Reciti?"

"Ho studiato recitazione per nove anni, insegno in una scuola per dei nanetti, sto ceercando di studiare per entrare all'accademia ahimè i miei tempi liberi sono sempre meno e preparami è sempre più faticoso" sospiro

"Perchè? Dai sentiamo quanto occupata sei" ridiamo insieme

"Beh, lavoro come cameriera al bancone in una pasticceria, studio comunicazione, lavoro anche come ufficio stampa di un gruppo emergente... E scrivo delle recensioni per un giornale online e come se non mancasse, giro video su Youtube quando sono libera" sorrido

"Wow" sorrido, poi faccio la mamma, vorrei aggiungere ma non mi sembra il caso, è ancora troppo presto.

Iniziamo a parlare, del più e del meno, mi sembra di tornare a sette anni fa, dove mi ipnotizzavano i suoi discorsi e mi perdevo dentro di essi. Ridiamo, siamo sempre riusciti ad essere divertenti. Battute su battute, discorsi interessanti, non smettiamo mai di parlarci e guardarci negli occhi. Gli racconto un po' del trasferimento: subito dopo la mia maturità, io e Eleonora facevamo Milano-Venezia praticamente spessissimo per firmare tutte le carte e cercare di capire qualcosa per la nuova vita. Di come la mia migliore amica, per un colpo di fortuna, ha trovato lavoro a Milano e quindi è venuta ad abitare con noi, salvandoci dalla ricerca di una coinquilina sconosciuta

"E quindi in quattro ci siamo trasferite qui" affermo, non pensando che la quarta è la piccola Sara.

"Quindi tu hai il ragazzo?" mi chiede. Io mi metto a ridere

"Sì e si chiama Sara" lui fa una faccia sconvolta iniziando a balbettare cose tipo "Sei...Sei..sei Les..." io continuo, interrompendolo "Sono mamma di una bellissima bambina bionda con gli occhi verdi di nome Sara" dico sorridendo.

"Ah oddio non l'avevo capito!" ride.

Siamo già al secondo giro di gin. 

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⏰ Last updated: Aug 01, 2016 ⏰

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7 years laterWhere stories live. Discover now