.One

964 77 11
                                    


Jeon Jungkook si considerava uno studente modello, nonostante non si impegnava particolarmente per esserlo. Come ogni mattina, si alzava prima del suono della sveglia e si preparava di fretta, per trovare il tempo di farsi un giro prima di dover andare all'università. Non importava se fuori ci fossero sette gradi sotto zero o se piovesse, lui amava uscire la mattina presto.
Amava osservare quel cielo con sfumature grigie, presagio di pioggia. Non che l'amasse particolarmente, ma trovava piacevole sentire l'acqua bagnargli la testa ed i capelli scompigliati dal vento mattutino.
E per la millesima volta, arrivò a scuola con il fiatone e fradicio.

Min Yoongi, suo primo ed unico amico lo aspettava davanti alla facoltà di lettere. Amici fin dal liceo, Yoongi conosceva ogni sfumatura del carattere di Jungkook e viceversa. Più grande di lui di un anno, Jungkook lo considerava come un fratello maggiore con cui potersi confrontare e dare sfogo ai suoi problemi.
Pronto a subirsi i suoi rimproveri, il più giovane lo salutò con un timido sorriso che venne ricambiato con un sospiro.

« Jungkook.. » cominciò il ragazzo dai capelli color menta, ma l'altro non lo lasciò finire, superandolo.
« Per favore hyung, non adesso.»
Il più grande, scosse la testa, inseguendo l'amico.
« Non puoi fare sempre così.», iniziò con tono serio, mentre il moro camminava dritto davanti a lui senza degnarlo di uno sguardo. « è la decima volta in due settimane che arrivi in ritardo al primo corso della giornata.» Jungkook alza le spalle e, quando si rigirò, il suo amico era scomparso.

Entrato in classe, Jungkook si diresse direttamente al suo posto, senza fermarsi a parlare con i suoi compagni di corso. Non aveva buoni rapporti con nessuno di loro; amante del silenzio e della calma, li considerava troppo esuberanti e vivaci. Preferiva sedersi al suo posto, ed osservare tutto ciò che lo circondava: dal gruppo di ragazzi che parlavano dell'ultimo videogame uscito alle ragazze che si scambiavano vestiti di moda. Il suo sguardo s'incrociò con quello di Kang Hyejin, che girò la testa velocemente, con un leggero colorito sulle sue guance.
Jeon Jungkook, oltre ad essere un buon studente, era anche un bel ragazzo. Sin dal liceo era soggetto delle attenzioni delle sue coetanee e certe volte anche di ragazze più grandi. 

Ma in tutti i suoi 19 anni di vita, non aveva mai dato il suo primo bacio e non era mai uscito con delle ragazze. Quest'ultime non mancavano, ma lui non era interessato. Non capiva cosa ci fosse di così tanto interessante a frequentare una persona, a condividere oggetti e sentimenti. Più volte, ha assistito personalmente a litigi di coppiette al parco. Quindi perché sprecare così tanto il proprio tempo per piacere ad una persona, se alla fine non durerà?
I suoi pensieri vennero interrotti dal forte stridio della sedia che si spostava accanto al suo banco. 

Jungkook si girò verso quel rumore, sentendosi improvvisamente eccitato. Erano ormai verso la fine di novembre e quel banco era sempre freddo e vuoto dall'inizio della scuola. Non sapeva nulla dell'identità di quel suo compagno, se non il suo nome che veniva chiamato dai professori ogni giorno all'appello, senza ricevere una risposta. Ha sentito anche alcune voci in corridoio: chi diceva che fosse stato sospeso dal primo giorno, chi raccontava che era in ospedale dopo essersi ritrovato in un losco affare che non aveva avuto buon fine.
Jungkook, in tutti questi mesi, era interessato da questo suo misterioso compagno. Dalle voci che circolavano sembrava un soggetto interessante per le sue osservazioni.
Sembrava diverso

La prima cosa che gli saltò all'occhio, era la strana fascia che gli copriva il collo. Se fosse utilizzata per coprire una ferita o come accessorio di bellezza, Jungkook non ne aveva la minima idea. Il ragazzo in questione aveva capelli bruni, con strane sfumature che ricordavano vagamente l'acqua marina di notte. Due comunissimi occhi marroni e una pelle morbida e liscia, senza alcuna imperfezione.
Dall'apparenza, un ragazzo normale ma quando lo sguardo del ragazzo ritrovò il suo, Jeon Jungkook si sentì perso.

_______

« Ti dico che è così!» ripeté Jimin per la millesima volta, davanti al suo gigantesco sandwich. Yoongi, stufo della sua voce, si mise su le cuffie ed alzò il volume al massimo.
Park Jimin, coetaneo di Jungkook frequentava la facoltà di diritto.
Il ragazzo dai capelli neri, sentendo la musica, sbuffò e riprese a mangiare il suo panino.
Jungkook distolse velocemente l'attenzione da loro; ormai era abituato ai loro battibecchi. Yoongi aveva bisogno di soldi e Jimin aveva bisogno di un appartamento, non molto lontano dal centro di Seoul. Convivevano dall'inizio dell'anno, peccato che i due fossero come il fuoco e il ghiaccio, due poli opposti. Jimin amava parlare, mentre Yoongi amava il silenzio. Ecco perché lui e Jungkook si sono capiti dal primo istante. Con un semplice sguardo, potevano intuire le emozioni dell'altro. 

Più volte, Yoongi aveva pregato l'amico di convivere con loro due, così da non dover rimanere da solo a subirsi le infinite chiacchere del coinquilino. Nonostante l'appartamento del ragazzo dai capelli color menta fosse spazioso ed accogliente, grazie all'aiuto economico che riceveva dai ricchi genitori, Jungkook preferiva di gran lunga la solitudine ed il silenzio che provava nel suo piccolo appartamento.

« Ah, stasera non ci sarò», pronunciò Yoongi, togliendosi le cuffie. Al ragazzo dai capelli neri s'illuminarono subito gli occhi nell'udire queste parole ed un sorriso fece capolinea nel suo volto.
« Tornerai tardi?» chiese senza contenere una nota di eccitazione. Tutto ciò che ricevette fu un' occhiataccia, che ignorò.
« Tranquillo Suga, non ti distruggerò la casa» ammiccò Jimin, pronunciando lentamente il nomignolo del ragazzo più grande.
«Chiamami ancora così, e non vedrai più la luce del sole.» ringhiò minaccioso l'altro.

Jeon Jungkook, annoiato dai loro discorsi, cominciò a cercare con lo sguardo il suo misterioso compagno di classe, Kim Taehyung. Quello scambio di sguardi mattutino, durò solo per qualche istante, visto che la sua improvvisa apparizione attirò l'attenzione di tutti i presenti nella sala. Ma quel piccolo istante, bastò per confondere le idee al ragazzo. Da buon osservatore, aveva visto diverse tipologie di sguardi, da quelli quotidiani a quelli più emozionati.
Ma uno sguardo come quello di Kim Taehyung, non lo aveva mai visto prima.
Nonostante il comune marrone dei suoi occhi, ciò che ci vide lo spaventò.
Il suo sguardo non trasmetteva assolutamente nulla. 

Era come se una fortezza impenetrabile proteggeva il sguardo. E sembrava che nessuno, avesse mai provato a distuggerla. E di sicuro lui, non aveva intenzione di farlo, spaventato da quello sguardo vitreo e da ciò che gli faceva provare.
Non trovandolo, decise di tornare a bere il suo cappuccino, nell'attesa della fine della pausa.

Nonostante avesse paura di lui, non vedeva l'ora di rivederlo.

Questa storia è privata! Se vuoi proseguire, segui il mio profilo.

.MistakeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora