Capitolo 4

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Alice Smith

Ero appena tornata a casa. Avevo fatto in tempo solo ad andare in camera che il telefono aveva squillato. Era Margaret, una ragazza che lavorava insieme a me, peró lei faceva il turno serale.
"Pronto?"
"Alice. Sono Margaret. Scusa il disturbo. Volevo chiederti se stasera puoi sostituirmi al bar. Ti prego."
"Ehm.... Si va bene"
"Perfavore. È molto importante. Ho un appuntamento e.... Aspetta. Hai detto di si?"
"Esatto" dissi ridendo. Margaret era una ragazza simpatica ed eravamo amiche, più o meno. Aveva un difetto: era logorroica.
"Oddio grazie Alice. Sei un' amica"
"Non è niente. Poi mi dici come è andato questo appuntamento"
Lei rise e disse "Certo. Lo farò"
Poi chiuse la comunicazione.
Okay, in realtà non ero proprio entusiasta di lavorare anche la sera, ma l' avrei fatto. In fondo il turno finiva alle 21.00.
In quel momento mi ricordai che quel giorno c' era una festa in spiaggia. E io avevo promesso al mio ragazzo, Caleb, che ci saremmo andati insieme.
Guardai il biglietto di invito. Iniziava alle 20.30 e poi proseguiva per buona parte della notte. Forse potevo chiedere ali signor Johnson di finire il turno un po' prima. Era solo mezz'ora, in fondo.
Chiamai Caleb e gli spiegai la situazione.
"Non voglio perdere la festa, quindi chiederò al mio capo di finire un po' prima il turno." gli dissi.
"Va bene. Anche se non ti desse il permesso comunque arriveremo solo con mezz'ora di ritardo. Io vengo lì alle 20.30, ok?"
"Perfetto" dissi.
"Ti amo"
"Ti amo anche io"
Chiuse il telefono e io restai come un' ebete a fissare il muro davanti a me sorridendo.
Scossi la testa per riportare la mia mente alla realtá. Quanto era dolce Caleb. Stavamo insieme da due mesi e quando mi diceva qualcosa di carino mi faceva ancora quell' effetto.
Forzai il mio cervello a pensare ad altro.
Decisi di mettere il costume sotto i vestiti, così non avrei ritardato ulteriormente alla festa.
Misi degli shorts che avevo comprato la settimana prima con la mia amica Lily, e una canottiera.
Rimasi per una mezz'oretta buona davanti allo specchio cercando di capire se i capelli erano meglio legati o sciolti sulle spalle. Infine decisi di legarli. Poi per andare alla festa li avrei sciolti.
Uscii di casa e percorsi la stessa strada di poche ore prima.
Arrivai al bar in perfetto orario e salutai i Johnson, come una routine prefissata. Mi sedetti dietro il bancone e aspettai che arrivasse qualche ordinazione.
Arrivò il signor Johnson e disse che c' era qualcuno fuori. Annuii e uscii.
Seduto ad un tavolo c'era un signore con un bambino che piangeva. Mi avvicinai e presi le loro ordinazioni: un caffè per il signore e un gelato per il bambino.
Andai dentro, preparai velocemente il caffè e il gelato. Uscendo sentii qualcuno venirmi addosso. Caddi a terra e il caffè si rovesciò sulla mia maglietta insieme al gelato.
"Attento!" protestai.
"Attenta tu!"
Alzai lo sguardo e vidi una ragazza. Scorsi subito che aveva gli occhi rossi e il trucco sbavato. Aveva pianto.
"Scusa." dissi alzandomi. "Non ti ho vista."
"Va bene" disse e fece per andarsene.
"Aspetta! Che ti è successo? Posso aiutarti?"
"Non mi è successo niente e non voglio il tuo aiuto!" replicó acida.
"Almeno vieni a bere qualcosa."
"Ho detto che non mi serve il tuo aiuto!"
"Non puoi andare in giro in questo stato" replicai.
"I-Io...." scoppiò in lacrime e mi abbrracciò.
Rimasi sorpresa, lí per lì. Non feci niente, se non ricambiare con forza quel disperato abbraccio, aspettando che si sfogasse.
___
Eravamo sedute ad un tavolo con due tazze di cioccolata davanti.
"Va meglio?" Chiesi.
"Sì, grazie. Scusa per prima"
"Non importa.... ehm....."
"Valery, ma tutti mi chiamano Val"
"Piacere, Alice. Allora, mi spieghi cosa è successo?"
"Ehm..."
"Se non vuoi non importa..."
"Sì, ho bisogno di parlare con qualcuno. Anche se non è una cosa così sorprendente."
La incoraggiai con lo sguardo.
"Praticamente io stavo con un ragazzo e lo amavo moltissimo. Pensavo che anche lui mi amasse e invece ho scoperto... ho scoperto che mi tradiva. Il fatto è che non l' ho saputo da lui, ma da alcune foto." sospirò.
"E il ragazzo era quello dentro alla macchina extra-lusso?"
Notai una leggera esitazione, ma poi rispose decisa.
"Sì. Sai, è uno straricco che si crede il padrone di tutto, si è trasferito da poco in quella casa nuova lungo la spiaggia. Lo odio"
Annuii, senza tralasciare lo stupore dovuto alla scoperta.
Poi sentii la campanella appesa sulla porta d'ingresso trillare e vidi entrare la figura slanciata di Caleb, con un mazzo di fiori tra le mani.
'Oh, no. Mi sono dimenticata della festa!' pensai subito.
"Ehi Caleb!" lo chiamai.
Valery mi guardò con aria interrogativa.
"Amore" disse baciandomi. "Allora sei pronta?"
"Solo un attimo. Arrivo. Aspetta fuori" dissi, spingendolo verso la porta. Appena uscì tornai da Valery.
"Scusa, mi ero dimenticata che oggi c'è una festa in spiaggia"
"Non importa. Vado" disse alzandosi.
"Aspetta! Hai voglia di venire?"
"Ehm... sì... perché no?"
"Perfetto. Hai il costume?"
"Si, si, Dai andiamo, non voglio farti perdere tempo" sorrise. Presi la mia borsa e uscimmo.
"Caleb, lei è Valery, una mia nuova amica. Valery, lui è Caleb, il mio fidanzato."
Si strinsero la mano.
"Perfetto" dissi. "Andiamo?"
Attraversammo la strada è camminammo un po' sul marciapiede del lungomare fino ad arrivare all'hotel che aveva organizzato la festa, da cui proveniva già la musica.
Quando entrammo vidi che la festa era già iniziata: presi Valery per mano e la portai dal mio gruppetto di amici per presentarla.
Dopo le presentazioni andammo a cambiarci nelle cabine, poi vedemmo che qualcuno aveva acceso un faló sulla spiaggia dell'hotel e ora stavano tutti si accumulavano li intorno. Subito trascinati Caleb e Valery nell'acqua fredda dell'Oceano per fare il solito bagno notturno: ci divertimmo tantissimo, schizzandoci e tuffandoci. Tutto andava benissimo e sembrava che la mia amica per un po' si fosse dimenticata del suo ragazzo quando ad un tratto vidi Valery sgranare gli occhi uscendo dall'acqua e fissare qualcuno nella folla.
"Tutto bene?" Chiesi, per poi guardare nella sua stessa direzione e vedere un bel ragazzo, ben vestito che si godeva la festa, dallo sguardo di Valery dedussi che era il ragazzo della macchina . Lui la salutó agitando la mano.
"Che faccia tosta..." le dissi.
"Giá..." disse lei, senza staccare gli occhi.
Non potei dirle altro perchè qualcuno alzò la musica e Caleb mi invitò a ballare. Poi la persi di vista in mezzo alla folla.

N/A
Omiodio ci siamo accorto oggi di essere arrivati a 100 letture! Grazie grazie grazie!
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Grazie ancora❤
gramoflove

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