chapter nineteen

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«Te ne vai?»

Abbassai lo sguardo e con la coda dell'occhio, notai la professoressa alternare lo sguardo tra me e lui. Poi tossicchiò, «vi lascio soli.» calcò la parola 'soli' con il tono e, prima di entrare in classe, si voltò verso di noi «non fate tardi per la prossima lezione.»

Annuii con il capo e tornai a guardare il ragazzo di fronte a me, la cui altezza è indecifrabile. Mi guardava con gli occhi socchiusi, la mascella tesa e le labbra serrate in una linea.

«Allora? È vero?» chiese di nuovo, insistendo, fremendo dalla voglia di sapere la risposta. Non risposi, semplicemente abbassai lo sguardo incapace di reggere ancora il suo e intrecciai le mie mani fra loro.

Sentii uno sbuffo da parte sua e sono sicura che abbia alzato gli occhi al cielo; all'improvviso sento una stretta intorno al braccio e non faccio in tempo ad alzare lo sguardo che vengo trascinata via.

«C-cosa stai facendo?» decido di parlare non ricevendo però alcuna risposta da parte sua. Questa volta sono io a sbuffare e, dopo poco, noto che mi ha portato fino alla palestra.

«Perché siamo qui?» lo guardo di spalle mentre infila una mano nei suoi ricci ribelli e, finalmente, si volta verso di me.

«Perché vuoi andartene?» ribattè lui.

«Non si risponde ad una domanda con un'altra domanda..» borbotto, evitando il suo sguardo, dato che si sta trattenendo dall'urlarmi contro come al solito.

Sbuffò e alzò gli occhi al cielo, «rispondi e basta.» disse con tono strano, come se fosse esausto, stanco.

Sospirai anch'io, «devo trasferirmi da mia zia.» mentii anche con lui.. Infondo non gli sarebbe importato nulla sul fatto che mi sarei ritirata da scuola per andare in palestra.

Ridacchiò, «cazzate.»

Velocemente lo guardai, «perché credi sia una cazzata?»

«Lo è e basta.» disse avanzando verso di me, ogni suo passo nella mia direzione era uno mio indietro, ma dovetti fermarmi a causa del muro alle mie spalle e - per quanto mi fosse possibile - mi appiattii per evitare qualsiasi vicinanza con lui.

Ma non servii a molto, dal momento che si avvicinò cosi tanto quasi da far toccare i nostri petti. Deglutii e cercai di respirare in modo regolare, «dimmi la verità,» sospirò sul mio viso e sentii le gambe cedere; si avvicinò maggiormente al mio viso e sgranai gli occhi per l'estrema vicinanza, piantando i miei occhi nei suoi del medesimo colore, se non fosse che i suoi tendevano ad essere sul verde smeraldo.

«Te ne vai a causa mia.» l'ennesimo sospiro rilasciato dalle sue labbra rosee finì sulle mie labbra e chiusi gli occhi, cercando di calmarmi e non potei fare a meno di ricordate quella sera a scuola, con lui ubriaco tra l'altro, nei corridoi.

flashback

«Perché vuoi andartene? La festa è appena iniziata.» si avvicinò con il viso sussurrando queste parole, l'ansia cominciò a salire e sentii il cuore battere veloce, sentendo poi il suo alito che puzzava di alcol.

«Hai bevuto, Harry. Fammi tornare a casa.» misi le mani sul suo petto cercando di allontanarlo ma era impossibile, era molto più forte di me.

Non disse nulla, mise le mani ai lati della mia testa, appoggiandole sugli armadietti e avvicinò il suo viso ancora di più al mio, facendo sfiorare i nostri nasi.

Senza rendermene conto chiusi gli occhi mentre il cuore sembrava lottare per rimanere all'interno della cassa toracica ed evitare di uscire fuori.

Bale || h.s ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora