Ufficializzazione

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Jeff's pov.
Desideravo farlo e l'avrei fatto. Sapevo che rischiava, seppure poco essendo con me, ma comunque si trattava di assassini, anche se avevano un lato umano anche loro.
"Speciale?" - mi chiese confusa

"Andiamo".

Non disse niente, obbedì e ci incamminammo verso la creepyhouse. Temevo Jack, dato che gli nascosi tutto ciò, ma sospettava qualcosa sin dal inizio. Dato che era sera, coloro che erano assetati di sangue sono già usciti e in casa mi aspettavano solo persone normali.
Man mano che ci proseguivamo verso il centro della fitta foresta, era sempre più dubbiosa ma non osava chiedere niente e ciò mi dava fastidio. Se ha qualcosa da dirmi perché non lo fa?! Appena concluso il mio pensiero sentì la sua voce leggermente tremante "Dove stiamo andando?"
"A casa mia, ti voglio far conoscere gli altri."

"E se non gli piacessi?"
Cioè, non la turba che sarà in una casa piena di creepypasta più spaventosi ma il problema è la sua paura di non essere accettata, niente da fare, era ufficialmente la ragazza più sorprendente mai vista. "Ti ameranno"
La conosceva da quattro mesi e ogni giorno mi piaceva sempre di più. Da quando l'ho conosciuta ho anche diminuito le vittime, anche se la sete di sangue c'era, inevitabilmente.
Il giorno precedente ho massacrato un'intera famiglia sfogando la mia pazzia, senza sconti a nessuno dei quattro. Il sangue colava e io ridevo alla vista di tanto dolore, di tanta follia e tanta potenza. Ti senti potente anche se fossi un ragazzino, perché non se l'aspetta nessuno di essere massacrato come una bestia. Ero sempre un folle, non ci si deve prendere in giro, anche se, in una piccola parte, lei mi faceva momentaneamente passare l'istinto omicida. Ero cotto di lei, anzi pazzamente cotto. Non sapevo se mi ricambiasse o meno, probabilmente per niente. Non ha mai avuto nessun amico e mi riservava quelle attenzioni perché ancora non sapeva fino a dove arrivava il muro dell'amicizia.
Appena giunti, lei sorrise.

Quello giunto alla pazzia ero io, ma lei poi tanto sana non era.

Rose's pov.
Era la casa dei miei sogni, cioè insomma..ho sempre amato queste villette circondate dalla natura. Non sembrava per niente dimenticata, anzi molto curata. Se l'esterno era così meraviglioso non osavo immaginare l'interno. Non capì nemmeno questo eccitamento, stavo per entrare in una casa di serial killer!

Jeff bussò ed io ammirai ancora i suoi capelli neri pece, quel sorriso così innaturale e i suoi occhi rilassati. Bussò tre volte ed entrammo. Ci vennero incontro Slenderman, Nina, Jane, Eyeless Jack e Laughing Jack. Erano incredibili: chi mai si aspetterebbe un'accoglienza tanto amichevole? Ticci Toby nel frattempo era tornato, dopodiché mi guardava e non ha più parlato dalle presentazioni, il che in tutta sincerità mi incuriosiva, quindi ricambiavo gli sguardi e, nonostante la maschera che portasse, mi sembrò di vedere un sorriso sincero e mi emozionai. Slenderman stava cucinando e nel frattempo si parlava di come ci fossimo conosciuti. Nina mi chiamò da parte e già mi immaginavo la solita romanzina ''Jeff è mio e blablabla", ma eravamo solo amici e poi cos'altro potevo risponderle?
"Girano molte voci su di me e Jeff, anche se all'inizio era tutto vero, voglio che tu sappia che adesso non provo nulla per lui, facciamo solo parte di una famiglia, tutto qua" dire che restai stupita era troppo poco.. "Ehm..mi fa piacere che tu mi abbia fatto una confessione così, ma non capisco come ciò potrebbe importarmi"
"Oh, avanti. Lui ti ha portato qui per una ragione e tu per la medesima hai accettato di venire"
Non era vero, almeno in parte.
"Per tanto mi piacerebbe che diventassimo amiche, davvero"
"Anche a me"
Era vero, lo volevo davvero. Stavo cambiando la mia vita solo e soltanto grazie a Jeff. Gli ero riconoscente, anche se sentivo che non era tutto ciò che provavo per lui. Amavo la mia nuova vita e questo sentimento d'ammirazione era simile all'emozione che mi scatenava lui.
"E' pronto" annunciò Slender e mangiammo tutti.
A fine pasto mi venne spontaneo chiedere "E gli altri?"
Slender rimase sorpreso, forse non si aspettava che mi piacevano così tanto.
"Vanno a calmare il loro desiderio di sangue, anche se quelli non presenti adesso tornano dopo qualche tempo."
Anche se volevo sapere di più, non osai chiedere altro; se me l'avesse voluto dire l'avrebbe fatto.
Jane ci invitò a guardare la tv ed io mi offrì a ripulire e dopo aver letteralmente pregato di lasciarmelo fare acconsentirono. Jeff rimase nella stanza più a lungo, gli davo le spalle perché stavo pulendo i piatti, ma sentivo la sua presenza e giuro che l'ho sentito anche avvicinarsi ma poi ho sentito i suoi passi andare verso il centro del salone adiacente alla cucina. Con la coda dell'occhio vedo che si è seduto sulla poltrona più vicina a me. Magari ci stavo fantasticando troppo.
Ma io che fine stavo facendo? Stavo letteralmente degenerando. Sono passata dalla vita asociale senza nessun contatto umano verso nessuno a mangiare in una casa con gente mai vista prima (almeno dal vivo), in più sono dei serial killer spaventosi. Questa era la realtà, ma sentivo di voler bene ad ognuno, anche se non riguarda Jeff: non rende pienamente l'emozione, ma amare è allo stesso tempo troppo.. Un cambio così in quattro mesi. Anzi, due ore se consideriamo la cosa in generale..
"Posso rubarti due secondi?"
Queste quattro parole mi distrassero dal guardare il lavandino ormai vuoto e lucido guardare la persona che aveva pronunciato le parole, Toby.
"Ma certo" gli sorrisi e notai che gli piacque.
Aspettò qualche minuto lasciandomi nell'incertezza ma poi prese coraggio, oserei dire;
"Scusa prima di tutto" - fece una pausa e prima che io potessi chiedergli il perché, prosegui - "scusa perché potrei sembrarti più pazzo di quello che già sono, non vorrei spaventarti né complicare niente..cioè insomma..." - fece un'altra pausa e non mi lasciai sfuggire l'occasione.
"Toby, che è successo?" chiesi, in fin dei conti la serietà della frase mi preoccupava. Fece un lungo sospiro e continuò:
"Insomma, da quando ti ho vista ho il respiro alterato, il cuore accelera fin troppo appena ti guardo e ho il desiderio di accarezzarti appena vedo la tua pelle candida. Appena sento la tua voce lo stomaco si contrae..e...sì lo so che ti conosco da malapena qualche oretta, chiamala come vuoi questo ma credo che mi piaci, ed anche tanto, troppo" fece questo monologo e ad ogni parola arrossivo ancora di più e sgranavo sempre più gli occhi, lusingata da una dichiarazione così spontanea e sincera.
Per tutto il tempo guardo le sue scarpe o comunque il pavimento ma non sentendo nessuna mia risposta mi guardò e notai le sue guance rosse come le mie e mi resi conto che avevo un nodo allo stomaco e la gola chiusa.
"oddio, scusami" si coprì la faccia come un bambino e mi fece tenerezza quindi non dilungai oltre la sua agonia.
"in realtà..non so cosa rispondere. Nessuno mai mi ha dedicato delle parole così amorose"
"davvero sono il primo?"
"si" - chiusi gli occhi e dopo un minuto i più gli riaprì - "in realtà nella vita non ho fatto nessuna conoscenza e non so bene cosa siano i sentimenti in pratica, in teoria lo so ma non è la stessa cosa.
Non voglio dilungarmi oltre, non pensare male, non è una scusa. Se vuoi possiamo conoscerci meglio" gli sorrisi, non gli ho mentito, anzi. Mi sono subito aperta a lui, uguale come successe con Jeff. Possibile che ci fosse sempre lui nei miei pensieri?
Mentre mi perdevo in questi ragionamenti fatti e rifatti mi resi conto che Toby era sempre più vicino.
Alzai la testa e incontrai il suo corpo vicino al mio, distante ma vicino. Aprì le braccia come per abbracciarmi, cercando forse un mio consenso e io feci un passo avanti.
"Sapevo che non mi avevi mentito" sorrise.
Mi abbracciò e riuscì a sentire il suo cuore che realmente batteva fortissimo.. notai che piano piano stava appoggiando la sua testa nell'incavo del mio collo e respirava il mio odore.
Un contatto così intimo mi fece arrossire, ma fu subito spezzato.

Jeff The Killer's Love StoryWhere stories live. Discover now