Wanted

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Ormai qualsiasi telegiornale annuncia qualche notizia di cronaca nera sempre diversa, tralasciando il modo in cui le vittime sono state uccise, dopo aver trasmesso circa trenta ipotesi dei fans delle ''storie dell'orrore'' (perché creepypasta è un termine troppo mainstream).
Anche se la città è sempre più nel panico più totale, lei non si smosse mai nemmeno un po'.
Legò i suoi morbidi capelli neri e concentrò i suoi occhi verdi smeraldo sul panino con la marmellata, ascoltando con non molta attenzione la televisione accesa solo e soltanto per un po' di compagnia.

"Morire non sarebbe poi peggio di questo vuoto che regna nella mia miserabile e triste vita" pensò, mentre masticò l'ultimo pezzo del suo ''pasto'' preferito. Non che non avesse nemmeno un po' di paura, ma trova più spaventoso vivere in questo modo. Lei e la sua famiglia si trasferirono in questa città da anni ormai, dopo la morte dei suoi nonni. Ambedue i suoi genitori erano figli unici, per cui non ha mai avuto occasione di capire cosa significhi avere dei zii, figuriamoci dei cugini. I suoi genitori sono morti in un incidente stradale e lei alla sola età di 18 anni è rimasta sola. La sua vita, in realtà, non si è smossa più di tanto: sin da quando era piccola i suoi genitori lavoravano dalla mattina alla sera e non avendo nessun altro parente, restava sola. Sua madre più volte le chiese, a volte quasi costringendola, se volesse una baby-sitter ma lei rifiutò sempre. "Se una persona deve entrare nella mia vita solo per tentare di mascherare la mia solitudine, preferisco essere sola". Dopo queste parole tanto amare e fin troppo mature per una bambina, la sua mamma non le chiese più nulla. Sapeva benissimo cavarsela da sola e i libri e i racconti vari erano più che una compagnia per lei, soprattutto le creepypasta; non che non si fosse disperata all'inizio, certo che l'aveva fatto, aveva dei sentimenti anche se non li capiva bene, sebbene sapesse tutto sull'argomento, leggendo i libri a riguardo.
Il lavoro mai cessato dei suoi genitori le aveva fruttato abbastanza soldi per continuare a studiare, mangiare, vivere. Aveva un appartamento tutto suo, situato, secondo lei, in una posizione molta buona: non troppo in periferia né in centro. Pagava tutto e non aveva problemi, l'unica dipendenza vera e propria era la necessità di leggere creepypasta.

"hmm...e mo?" aveva pensato ad alta voce, spegnendo la televisione. Spostando gli occhi sul'orologio lesse l'orario: 23:44 e decise di farsi un lungo bagno caldo. Aveva letto da qualche parte che parlare da soli fosse simbolo di intelligenza e si consolava così per non rendersi conto che magari farsi qualche amicizia non sarebbe guastato.

"Vorrei tanto farmi delle amicizie..ok magari un amico o un'amica sola, ma non riesco..Ma cosa mi blocca? Non ho traumi e nemmeno mai sono stata tradita... anche perché non ho mai avuto nessuno''

Uscì dalla vasca, si mise le mutandine e una maglia larga, che le arriva fino a metà coscia. Non riusciva a dormire nel pigiama, quindi doveva improvvisare così.
Andò a farsi un'altra fetta di pane e marmellata e mentre mangiò, si rese conto di non avere un grande sonno, sebbene fosse l'1:30 e decise di leggere qualche creepypasta: quella di Jeff the Killer, Ticci Toby, Eyeless Jack erano da sempre le sue preferite, anche se quella in assoluta era la storia di Jeff the Killer, okay magari non la storia ma il ragazzo in sé. Il pc segnò le 3:03 e mentre leggeva sentì delle maledette parole, pronunciate da una maledettissima voce di una persona esistente che si trovava nella sua casa, dove vive da sola: ''Ti piace la storia, eh?". Sgranò gli occhi sul monitor e si rese conto che tremava, pregò affinché se lo fosse solo immaginato, ma sentì delle gocce cadere sul pavimento mentre qualcuno prese un'arma. E' tutto così tragicamente udibile di notte. Si girò pentendosi ad ogni millimetro, ma la natura sciocca dell'uomo ha avuto la meglio su di lei e vide in pieno lui. Lui, la persona di cui stava leggendo la triste storia.

Non aveva la forza di dire nulla, lo guardava e basta. Si è meravigliata da sola quando prega affinché sia il reale Jeff, non qualche suo fan e si è meravigliata il doppio quando aveva detto "Sei tu Jeff, vero.. ?" Il ragazzo era tanto sorpreso che non aveva concepito nemmeno il reale significato di quella speranza, non si aspettava per niente una domanda simile, aveva immaginato che la ragazza si sarebbe messa a piangere o a disperarsi, fuggire, pregare di non farle niente o qualsiasi altra cosa ma non che gli avrebbe chiesto se fosse lui o meno. Dallo stupore sorrise in un modo da prenderla quasi in giro e posò il coltello nella tasca della felpa, decidendo di risponderle e magari intimidendola andando avanti con la conversazione. Che soddisfazione può mai dare uccidere qualcuno che non ha paura?
"Dovrebbe farti piacere se non lo fossi"
"Ci hai messo tanto tempo per rispondere che non ho più dubbi, tralasciando il fatto che hai quasi riso" si è sorpresa da sola di tanta tranquillità e perspicacia che sembrava quasi presunzione, ma si è ricomposta, ha chiuso la pagina web, ha spento il pc e si è messa a sedere mentre il ragazzo la guardava con occhi sgranati, più di quanto già non lo fossero.

Chiuse gli occhi e gesticolando e muovendo leggermente la testa come quando non capisci più nulla ha semplicemente chiesto "senti bella qual è il tuo problema?", al che lei accese la luce e vide quei particolari che prima solo grazie alla Luna non riusciva a vedere. Gli occhi erano di un azzurro così tranquillo come il cielo in un bel giorno d'inverno, freddi ma spettacolari e calmanti, le palpebre leggermente bruciacchiate e le labbra non troppo sottili e abbastanza carnose, la felpa sembrava gigante ma con le poche piegature, si capiva che aveva un fisico abbastanza scolpito e lo dimostrarono anche le gambe non troppo muscolose ma nemmeno troppo sottili. Insomma un fisico non da palestrato ma attraente e i suoi ormoni da adolescente senza minima esperienza coi rapporti umani avevano cominciato a farsi sentire. "Allora? Mi vuoi rispondere o mi vuoi fissare ancora un po'?" Jeff sorrise in modo perverso e si spostò un ciuffo fuori posto. "Ammiravo il tuo bel corpo, hai anche dei bei capelli..insomma dei bei lineamenti"
Jeff indietreggiò leggermente con la testa, sgranò gli occhi e chiuse più volte le palpebre per capire se aveva sentito bene e aprì quasi impercettibilmente le labbra. La guardò per bene: capelli abbastanza lunghi neri come i suoi, occhi verdi, viso pressoché perfetto, e da ciò che riuscì a percepire nonostante la maglia antisesso che aveva addosso, che aveva anche un corpo da dio, con le curve invidiabili a tutte e una volta finite le sue seghe mentali disse "Tu non sei da meno bambolina". A quelle parole la ragazza si irrigidì e commentò "Mi chiamo Rose" e dopo un paio di minuti cominciò a calmarsi e continuò "Ho la pistola sotto il cuscino che si trova sotto la mia mano e tu stai a 2,5 m da me, non hai possibilità nemmeno se ci provi, anche se sei il killer più ricercato"

Jeff The Killer's Love StoryWhere stories live. Discover now