Venuto al mondo

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— Ebbene sì, sono tornata. Dopo 2 anni, rieccomi qui, a continuare questa storia. Siamo quasi 60mila... Che dire, sono davvero senza parole.
Ecco un piccolo sequel, come molti di voi avevano chiesto. —
P.s : Passate su una mini storia che ho appena scritto. Il titolo è " Seduci e distruggi " se vi va.

« Forse nessuno, si rassegna del tutto,  quando una persona viene a mancare. È proprio vero; il tempo non cancella le cose, rende solo il dolore meno forte. Ma stranamente il mio dolore si fa sentire sempre di più. Certe volte riesco ancora a sentire il tuo profumo, quel profumo delicato e pungente di biancospino, mischiato al dopobarba, che usavi mettere sul viso la sera, prima di intrufolarti nel mio letto e stringerti a me. " Che bella pelle che hai. " Mormoravi mentre mi accarezzavi delicatamente, come se potessi frantumarmi come un delicatissimo vaso di porcellana da un momento all'altro e io ti guardavo stando in silenzio, lasciandoti fare. Mi guardavi, e io ti guardavo a mia volta. Quei tuoi occhi così misteriosi e penetranti sembravano una galassia infinita, non sai quanto mi mancano... Non mi stancavo mai di guardarli. Certe volte addirittura riesco a sentire il tuo respiro e le tue labbra sul mio collo... Ma io sono convinta che tu mi venga a trovare, lo sento.
È inutile tentare di reprimere la voragine che cresce nel mio petto da ormai quasi 10 mesi. Il dottore mi ha detto che potrebbe fare male al bambino, che devo stare tranquilla, ma i miei incubi non mi lasciano dormire.
Ho bisogno di te, Draco. Ho bisogno di sentirti vicino ancora una volta.
Mi dispiace di non essere stata abbastanza, mi dispiace di non averti detto in tempo che una piccola parte di te, sta crescendo dentro me, e che tra non molto potrò stringerla tra le braccia. Avevo ancora tanto amore da darti, e adesso non riesco a credere di averti perso per sempre.
Lui è l'unica cosa che mi resta di te.
— Tua Hermione. »

Chiudo il diario ed ancora una volta mi ritrovo con il viso inondato dalle lacrime. Avevo bisogno di scrivere, non lo facevo da tanto, forse è l'unica cosa che al momento può calmarmi. Il bambino non la smette di muoversi, penso che sia stufo di aspettare e che voglia uscire, cerco di stare il più a riposo possibile, e fortunatamente c'è mia madre e Ginny che mi tengono compagnia e anche sottocontrollo.

Ore 15:28.
Oggi è un pomeriggio d'inverno, fa abbastanza freddo ma è una giornata diversa dalle altre, è più calda e luminosa, quindi decido di sedermi un po' in veranda a bere un tè, mia madre sta dormendo quindi ne approfitto per starmene un po' da sola. La campagna è molto tranquilla e basta il cinguettio degli uccellini per farmi appisolare sulla poltroncina.

Ore 16:39.
Mi sveglio leggermente sudata, e con delle fitte tremende al ventre.
Non adesso. È l'unica cosa che riesco a pensare, non sono pronta.
Tento di alzarmi, e solo quando mi si rompono le acque realizzo quello che sta succedendo. Urlo, urlo più che posso. Sono spaventata.
Mia madre arriva di corsa, impaurita, e quando mi vede un sorrisetto le si stampa in viso.
"Ci siamo! Ci siamo!" Inizia a strillare.
Dopo aver caricato tutto il necessario in macchina ci dirigiamo in ospedale, non manca tanto fortunatamente, cerco quindi di mantenere la calma anche se lì sotto sento un fortissimo bisogno di spingere. Stringo il sedile dell'auto e cerco di trattenere le lacrime. Avrei voluto stringere la sua mano, non questo dannato sedile. Quando arriviamo mamma corre a chiamare qualcuno, e gli infermieri arrivano subito con una sedia a rotelle, sono troppo debole per poter camminare fino in sala parto.
Mi ritrovo così in questa grande stanza, da sola, con persone sconosciute che cercano di far nascere il mio bambino.
Chiudo gli occhi, mentre l'odore di ospedale mi pervade le narici.
Puoi farcela Hermione, puoi farcela.
" Spingi! " mi ripetono. Ed io spingo, spingo più che posso ed urlo. Mi fa tanto male, non riesco a sopportarlo.
" Sono qui con te. Ce la puoi fare. "
È lui, è qui, l'ho sentito. Per un attimo tutto intorno a me si ferma, continuo a cercarlo con lo sguardo, poi l'infermiera inizia ad urlarmi contro.
" Signorina rischia di perdere il bambino se non collabora, non possiamo tirarlo fuori da solo. "
E allora stringo i denti e spingo con tutta la forza che ho in corpo.
Una, due, tre volte.
Poi lo sento, il suono più bello che io abbia mai sentito, il pianto del mio bambino.
Scoppio in lacrime mentre me lo danno in braccio, non riesco a togliergli gli occhi di dosso.
– Ciao piccolo mio. –
Mormoro mentre afferra il mio dito stringendolo con le sue piccole manine.

Nicholas. Nicholas Malfoy.
È così che l'ho chiamato.
Harry e Ginny hanno approvato, sono felice che siano qui con me. Assomiglia così tanto a lui... Con quei suoi occhioni azzurri mi fa innamorare ogni giorno di più.
La mia piccola parte di te adesso è qui Draco, qui tra le mie braccia.
Ti prometto che l'amerò e la proteggerò fino al mio ultimo respiro, e che gli racconterò sempre di te.
Ti amo, Draco Malfoy.

Ice Eyes. ( dramione )Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora