Capitolo 26

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La mattina seguente mi svegliai con l'idea di chiedere scusa a Erik e a Tayler. Avevo trattato di merda entrambi e solo perché ero incazzata con Allyson, quella stronza mi stava davvero mettendo i bastoni fra le ruote.
Non ci capivo più niente: prima volevo allontanare definitivamente Tayler che aveva ammesso che mi amava, poi però pensavo che non sarei mai riuscita a vivere senza di lui e tutti i discorsi filosofici si sgretolavano.
In tutto ciò ancora non sapevo se eravamo fidanzati o meno. E, a dirla tutta, non non lo so ancora ora.
Mi guardai allo specchio, ero pallida e gli occhi erano gonfi: avevo dormito pochissimo e male. Si prospettava una dura giornata. Se solo avessi saputo che, oltre a dura, sarebbe stata totalmente disastrosa.

***

Arrivata a scuola incontrai Erik. Si stava guardando intorno, forse stava cercando qualcuno.
Mi avvicinai a lui titubante.
''Ehi'' sussurrai lievemente.
''Che è successo?'' chiese preoccupato.
Vi rendete conto? Lo avevo trattato male e ancora ci teneva a me. Perché? Cosa diavolo avevo fatto per meritarmi un amico come Erik?
''Niente, mi sentivo in colpa per ieri e volevo chiederti scusa'' abbassai la testa.
''Non devi, è ovvio che eri furiosa dopo quello che è successo'' corrucciò un po' la fronte.
''Si ma non è un buon motivo per attaccarti in quel modo'' dissi alzando un poco la voce.
''Tranquilla, è tutto a posto'' mi fece l'occhiolino per poi farmi un buffetto sulla guancia.
''Grazie, ti dovrebbero fare santo solo perché riesci a sopportami. Santo Erik White che hai sopportato per due anni Emily Evans'' ridemmo entrambi.
"Sperio di doverti sopporte per altri anni" sussurrò.
Sorrisi dolcemente scuotendo la testa. Dove lo trovavo un'altro amico come lui? Il fatto è che era il mio migliore amico e mai avrei potuto trovarne un'altro come lui, nemmeno se avessi cercato in capo al mondo.

''Sai dov'è Tayler?'' chiesi poi per smorzare l'imbarazzo che si era creato.
''Non ti conviene andare da lui''
''Devo chiedergli scusa, anche se è furioso''
''Ho paura che quello che vedrai sia peggio di un Tayler incazzato''
''Dove cazzo è!?'' stavo iniziando ad agitarmi.
''Al secondo piano dell'ala Sud'' sputò a testa bassa.
''Che cazzo ci fa lì?''
Quella non era la nostra ala. Era quella del turistico. Quella ormai conosciuta come l'ala dei tossici dipendenti, ecco.
''Sta parlando con Johnatan'' sussurrò.
''Che sta facendo?'' urlai.
Avevo paura. Paura che potessero picchiarsi o peggio.
E poi, dai, Tayler che parla tranquillamente con Johnatan? Figuriamoci. Molto probabilmente lo stava uccidendo. Non potevo crederci.
''Quello che hai sentito, io ero lì con lui ma mi ha detto di cercarti e tranquillizzarti. Stavano solo parlando, tranquilla'' alzò le spalle.
Stavo per avere una crisi di nervi.
Cominciai a camminare a passi veloci diretta al secondo piano dell'ala Sud.
Erik mi camminava vicino, cosa che mi dava alquanto fastidio, ma non potevo farci nulla. Aumentai ancora di più il passo. Stavo correndo ma Erik mi stava comunque dietro senza fatica, mentre io ero già stanchissima.
Del resto era il co-capitano della squadra di calcio della scuola.
Indovinate chi era il capitano? Tayler Walker. Bravi, Dora l'esploratrice sarebbe orgogliosa di voi.

Quello che mi ritrovai davanti fu sconvolgente. C'era una cerchia di persone, un po' come nei film durante una rissa e io ero ancora più furiosa di prima, il che era grave.
I pensieri e le lacrime mi annebbiarono il cervello. Mi bloccai in mezzo al corridoio, sentivo le urla di quei ragazzi, sentivo la voce di Erik preoccupata che cercava di "svegliarmi" tirandomi il braccio.
"Che cazzo sta facendo? Perché si sta picchiando con Johnatan? E poi, non stavano solo parlando? Non è per quello che è successo poco tempo prima? Ma non aveva senso, se voleva lo avrebbe potuto picchiare prima" il mio cervello stava lavorando troppo velocemente.
Non ci capivo più niente.
E poi dicono che noi ragazze siamo troppo ansiose e paranoiche. Lasciamo da solo un pomeriggio il nostro fidanzato - o qualunque cosa fossimo - e la mattina dopo lo troviamo in piena rissa con un tizio a caso.
«Ce la fai? Ti sei bloccata mentre Tayler si sta picchiando con quello che voleva violentarti. Svegliati, cogliona!»
Niente, non sentivo nulla se non delle voci ovattate. L'adrenalina mi scorreva troppo velocemente facendomi girare la testa.
Ma ero bloccata.
Mi "risvegliai" quando sentii urlare Tayler. Erik mi stava dicendo qualcosa ma in quel momento non mi interessava.

Mi feci largo nella folla e trovai Johnatan sdraiato a terra, sopra di lui c'era Tayler che lo teneva per la maglietta intento a tirargli un pugno in pieno viso. Entrambi erano conciati male.
Tayler aveva i capelli scompigliati, gli usciva del sangue dal labbro inferiore e dalle nocche, gli occhi erano iniettati di sangue e aveva il fiatone.
Gli presi il braccio sinistro ma lui lo levò dalla mia stretta e io urlai il suo nome con tutto il fiato che avevo. Si bloccò ma continuava a fissare quel bastardo.
''Tayler'' sussurrai poi dolcemente.
Mi guardò e i suoi occhi si addolcirono subito anche se vedevo ancora la sua rabbia.
''Tayler'' ripetei cercando di trattenere le lacrime.
Scosse la testa come per rimuovermi dalla sua mente e ritornò a guardare Johnatan.
''Tayler, fermo'' la mia voce era più sicura ''Stai fermo. Basta''.
Non mi ascoltava, o forse si... Insomma, non lo sapevo.
''Tayler, ti prego'' ormai non avevo più forze e la mia voce si ruppe.
Si fermò di colpo, lasciò la maglia a Johnatan e mi guardò. I nostri occhi si incontrarono ma subito dopo i suoi si chiusero. Ero rimasta talmente incantata da quegli occhi neri che non mi ero resa conto che quel pezzo di merda gli aveva tirato un pugno in pancia.
Tayler si accasciò a terra e io corsi verso di lui. Gli presi il viso tra le mani e inizai a piangere silenziosamente.
''Tayler, perchè devi metterti sempre in questi casini? Perchè non puoi contenere la tua rabbia?'' dissi tra un singhiozzo e l'altro.
''Scusa, ma dovevo difenderti in qualche modo'' disse tossendo. Appoggiò la mano sulla mia guancia accarezzandola dolcemente.
''Che significa?'' scossi la testa mentre le sue palpebre si chiudevano interrompendo il nostro contatto - sia fisico che visivo.
Le mie mani erano sporche di sangue: le guardai sentendo una rabbia disumana.
''Che cazzo di problemi hai?'' dissi urlando contro Johnatan mentre mi alzavo.
''Chiedilo a quel figlio di puttana'' ringhiò.
Oh no, era troppo.
"Preparati ad assaggiare l'ira di Emily Evans" pensai tra me e me mentre guardavo negli occhi quel bastardo.

Spero che vi piaccia.
All the love, -M

Un errore bellissimoKde žijí příběhy. Začni objevovat