Capitolo 1

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Tutto iniziò quel 14 settembre, il primo giorno di terza superiore.

Avevo proseguito con lo stesso indirizzo, ossia economia e commercio. La maggior parte dei miei compagni di classe aveva cambiato e ne ero decisamente felice. Non avevo passato due anni bellissimi con loro ma, per qualche motivo, ero convinta che in quell'anno non sarebbe cambiato niente.

Presi un posto in fondo alla classe. L'ultimo posto era quello che prendevo sempre: nessuno faceva caso a te, nemmeno i professori.

Stavo morendo di sonno dato che le macchinette avevano deciso di sottrarmi un euro già dal primo giorno e non avevo potuto bermi un fottutissimo caffè.

<<Dannate macchinette, avete deciso di rovinarmi ancora tutto l'anno?>> avevo imprecato tirando un pugno sul vetro appena sentito il solito rumorino che diceva "ti ho fottuto ancora i soldi". Potevo pure sentire la risata malefica della macchinetta quando succedeva. Quella lurida distributrice di caffè era l'unica ancora di salvezza per il mattino.

I pensieri mi invasero la testa, come sempre.
Ripensai alla sera prima, quando mia madre mi aveva urlato per l'ennesima volta che ero una delusione.

Con lei non avevo mai avuto un bel rapporto, nell'ultimo periodo stava peggiorando ulteriormente, forse per il fatto di essere state troppo a contatto l'una con l'altra durante l'estate

Sentii gli occhi bruciarmi ma ricacciai le lacrime. Ormai quel gesto era diventato un'abitudine.

Piano piano arrivarono quelli che erano o sarebbero stati i miei compagni di classe, gli stessi che già non sopportavo.

Chloe Lee, una ragazza con cui avevo legato parecchio negli anni precedenti, si andò a sedere con un'altra ragazza che non avevo mai visto. Un po' ci rimasi male, ma non ci diedi molto peso.
Era una ragazza dolce e che, con i suoi riccioli rossi e le lentiggini sparse su quel naso a patata, sapeva trasmetterti una calma e una felicità pura. Aveva capito dal primo momento come prendermi e ancora non me ne capacitavo.

Entrarono due ragazze, una bionda ossigenata e l'altra riccia e nera. Due puttane, fu il mio primo pensiero appena vidi i vestiti che indossavano. Si, avete capito bene. Vestiti. Corti tanto da far vedere mezzo culo, talmente attillati che mi chiesi come potessero respirare e con delle scollature a dir poco prosperose.
Il mio sguardo andò sulle loro scarpe e mi sentii morire. Sgranai gli occhi e aprii la bocca. In quel momento potevo sembrare tutto tranne normale, ma non mi interessava quello che avevo visto era troppo per i miei poveri occhi.
"Quelli sono tacchi? Tacchi!? No, non ci voglio credere, mi rifiuto anche solo a pensare che delle ragazze di sedici anni vengano a scuola vestite in quel modo e con dei tacchi dodici. Mi rifiuto categoricamente'' pensai tra me e me.
Camminavano ad una lentezza equivalente a quella di una tartaruga e sculettando come non avevo mai visto.
Lanciai una bestemmia e, dopo essermi relativamente ripresa, andai su wattpad.

Il posto accanto al mio rimase vuoto fino a quando non entrò un ragazzo.
Si guardò un attimo in giro e io mi fermai ad osservarlo: era alto, bel fisico, capelli bruni e con un lungo ciuffo. Tanti tatuaggi risaltavano dalla maglietta bianca che indossava sopra ai jeans neri strappati. La mascella forte, dura, gli dava un aspetto da stronzo.
Insomma, ci siamo capiti: il solito belloccio puttaniere.
I suoi occhi incontrarono i miei e sul suo viso si formò un sorrisetto spavaldo.
Già non lo sopportavo ma devo ammettere che quegli occhi marroni mi avevano lasciata un po' spaesata.
Lanciò un'occhiataccia a entrambe le ragazze che avevano pensato bene di andare a scuola vestite come se fosse una discoteca e poi si sedette di fianco a me senza nemmeno salutare.
''Ciao anche a te, eh'' sputai, acida.
In tutta risposta fece quel maledettissimo sorrisetto spavaldo.
Feci una smorfia e andai su whatsapp per scrivere a Crystal, la mia migliore amica, per sapere se era sopravvisuta al primo giorno di scuola.

Spero che vi piaccia.
All the love, -M

Un errore bellissimoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora