Si torna a casa

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-.......Il personale di bordo è a vostra disposizione per qualsiasi emergenza, tra poco vi informeremo su alcune procedure. Vi ringraziamo per aver scelto la nostra compagnia-

La voce continuava a uscire dall'altoparlante, mentre Marlee osservava la rivista che aveva tra le mani, presa dallo schienale del sedile davanti al suo. Stufa di leggere consigli di bellezza e altre sciocchezze simili, ripensò con rimpianto a Londra. Ora che si trovava sull'aereo, già rimpiangeva la città. Ripensò a come le avesse salutate Bernadette e a come avesse insistito a tutti i costi a dare il pranzo al sacco alle ragazze, anche se tecnicamente sull'aereo avrebbe fornito qualcosa da mangiare. Avevano salutato tutte quante anche Will. Anche se lo conosceva da soli quattro giorni, Marlee aveva capito che il ragazzo era uno apposto. Probabilmente lo avrebbero anche incontrato perchè dopo due settimane sarebbe ritornato a casa. Avevano scoperto con stupore che Will abitava nella loro stessa cittá.
Gli sarebbe mancata quella casa. Anche lo stare insieme alle amiche tutto il tempo.

Mentre tirava fuori dalla borsa un libro che si era comprata prima di partire "La quinta onda". Una voce le disse: -Ciao Marlee- accanto a lei si stava sedendo Jason, uno tra i ragazzi più belli in classe sua. Aveva avuto per lui una cotta durante tutto il primo anno di liceo. Insomma chi non l'avrebbe avuta. Capelli biondo platino (lui era biondo naturale, sia chiaro), occhi più azzurri del cielo, fisico praticamente perfetto. Inoltre era tremendamente gentile con tutti. Insomma era lo stereotipo del ragazzo che tutte vorrebbero. Anche se aveva una grande pecca. Non era per niente simpatico. O almeno lui ci provava, ma la cosa non gli riusciva

-Ciao Jaz- disse lei.

Il ragazzo indicò il sedile -31D, ho il posto accanto al tuo-

Prima che si potesse sedere, Bryan comparse dal corridoio -Senti Jason non è che mi lasceresti sedere lì- disse indicando il posto accanto a Marlee.

-Perchè?- chiese il biondo.

-Perchè- disse indicando gli altri tre sedili dove erano seduti Rob, Felix e Nash-Vorrei chiacchierare con loro-

-Oh certo- disse il ragazzo -Dimmi solo dove eri seduto-

Il ragazzo gli comunicò la sua precedente posizione e si sedette accanto a Marlee.

-Ciao zuccherino-

-Bryan- disse la ragazza sorridendogli.

Il ragazzo le sorrise di rimando e si girò a parlare con gli amici.

Elinor, che si trovava nel posto accanto al suo, stava tirando fuori dallo zaino il pranzo al sacco. Aprì la busta e dentro ci trovò un tovagliolo con scritto sopra un numero di telefono e sotto "Per quando vorrai parlare con qualcuno di libri o di qualsiasi altra cosa. -Will"

-Perchè sorridi?- le chiese Marlee

-Niente di che- disse la ragazza continuando a sorridere.

Marlee, anche se non convinta del tutto, lasciò cadere la conversazione.

Il viaggio non fu semplice per Elinor che, nonostante non avesse più paura di prendere l'aereo, le dava ancora fastidio.

-Moriremo- disse lei nel panico -Moriremo tutti quanti. Ci schianteremo. E poi che ne sarà di tutto quello che ho fatto. Eh Marlee. Cosa ne sarà. Mio fratello prenderà il controllo della mia camera. Ha solo otto anni, non può ancora prendersi cura dei miei libri-

-Elinor calmati, sono solo turbolenze-

-Tu le vedi solo come turbolenze, io le vedo come la morte. Ognuno la vede come vuole- disse lei isterica.

-Allora io dormo un po'-

Marlee non discusse più con Elinor per evitare di farla andare nel panico ancora di più.

-Zuccherino svegliati, siamo arrivati- disse una voce all'orecchio di Marlee. La ragazza si svegliò e notò che la sua faccia era appoggiata sulla spalla di Bryan. Si tirò immediatamente su.

-Io....scusa per essermi addormentata sulla tua spalla-

-Mi hai sbavato sulla maglietta da qualche parte- disse il ragazzo sorridendo.

Vedendo la faccia preoccupata di Marlee, Brayn la rassicurò -Stai tranquilla, non è successo niente di grave- le offrì una mano per aiutarla ad alzarsi.

SI diressero tutti quanti fuori dall'aereo. Arrivati al ritiro bagagli, riuscirono fortunatamente a trovare ognuno il proprio. La professoressa aspettava insieme agli alunni che arrivassero tutti i genitori. i primi ad arrivare furono quelli di Jade, che presero anche Jennifer. Poi arrivò il padre di Rob, che portò Felix, Nash e Jordan. Rob si rivolse a Bryan: -Hey bello, se vuoi possiamo stringerci in macchina così entri anche tu, oppure posso sedermi sopra Felix- continuò ridendo. Il ragazzo in questione diventò rosso e finse di ridere.

-Non ti preoccupare, mi viene a prendere mamma-

-Va bene, allora a lunedì-

-A lunedì- e salutò gli amici.

Pian piano tutti i ragazzi se ne stavano andando via. Erano rimasti solamente Marlee, Bryan, Jason e Brittany. Marlee prese il telefono e chiamò la madre. Dopo due squilli una voce rispose: -Pronto?-

-Mamma dove sei, ti sto aspettando da venti minuti all'aeroporto-

-COSA?!?!?- Marlee dovette allontanare il telefono il telefono dall'orecchio, altrimenti sarebbe diventata sorda dopo le urla della madre.

-Mi avevi detto che sareste arrivati alle 17:30, adesso sono le 16:00-

-Mi sa che ho confuso gli orari-

-Sei sempre la solita, cosa devo fare con te-

-Ci sono problemi?- chiese Bryan dietro di lei, accanto a una donna che presumeva essere sua madre.

-Mamma aspetta un attimo- disse la ragazza rivolta alla persona dall'altro lato della cornetta.

-Ho accidentalmente- continuò rivolta verso Bryan -e dico accidentalmente, detto a mia madre l'orario sbagliato- disse lei guardandosi le scarpe.

-Cara- disse la donna -se vuoi ti possiamo dare noi un passaggio fino a casa-

-Se non disturbo mi evitate l'impiccagione da parte di mia madre-

-Certo che non disturbi-

-Mamma- disse la ragazza ripreso il telefono -La mamma di Bryan si è gentilmente offerta di riportarmi a casa-

-Ringraziala da parte mia- disse la donna cominciando finalmente a sbollire la rabbia.

Marlee chiuse la telefonata e si rivolse alla madre di Bryan -Mia madre la ringrazia tantissimo-

-A proposito- disse la donna mentre camminavano per raggiungere la macchina -Io sono Jessica e tu sei.....?-

-Marlee-

-Ahh la compagna di banco di mio figlio. Avete fatto anche una ricerca insieme, vero?-

-Si, signora-

-Bryan- disse Jessica rivolta al figlio -Non mi avevi detto che era così carina-

I due ragazzi arrossirono contemporaneamente.

-Sai lui mi parla spesso di te-

-Mamma!- disse il ragazzo nascondendo la faccia tra le mani.

-Cosa!, è la verità-

il ragazzo alzò gli occhi al cielo e Marlee sorrise.

"Quindi aveva parlato di lei alla madre".

Le tre figure continuavano ad avvicinarsi al parcheggio delle macchine. Marlee pensò che quella potesse essere una degna conclusione del viaggio affrontato.

Marlee salì nella macchina mentre osservava l'aereo appena decollato salire sempre di più nel cielo, fino a perdersi tra le nuvole.

Allora bella gente, come vi avevo giá anticipato mercoledí questo capitolo è di passaggio, molto. Penso che da lunedí comincerò ad aggiornare tre volte alla settimana perchè ad agosto parto (finalmentee) e non posso stare tutto il tempo a scrivere con il cellulare. Non voglio quindi lasciare la storia in sospeso per due settimane. Detto ciò fatemi sapere cosa ne pensate del capitolo.

-percabeth_12_18

Compagni Di BancoWhere stories live. Discover now