6.La città di Karga e l'Unione dei Sette (02) ~ Ethan

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Quell'attimo di spaesamento durò poco. La nuova arrivata sfoderò la lunga spada bastarda che teneva sulla schiena e urlò: «Come avete fatto? Chi siete? Cosa volete?» La voce era decisa, anche se spaventata da quell'entrata in scena così inaspettata, tuttavia era intrisa della sicurezza di un condottiero esperto.

«Riponi la spada, Naiade. Sei alla corte di Karga», disse Zaneide, cercando di calmarla.

«Karga?» chiese la Naiade, più per sorpresa che per desiderio di ottenere risposta.

«Sì, Karga.»

Si guardò intorno un'ultima volta, cercando di capire se fosse al sicuro. Decise che quel luogo non le sembrava pericoloso, per cui ripose la spada nel suo fodero e fece un leggero inchino in direzione della sua interlocutrice per scusarsi.

«Chiedo perdono per il mio atteggiamento, spero di non avervi recato offesa. Tuttavia potrei chiedervi come sono arrivata qui? Non ne ho ricordo.»

La sala piombò nel silenzio, interrotto quasi subito dalle risate trattenute a stento di Pandora.

«Ma come parli?»

La Naiade sembrava essersi offesa da quella frecciatina.

«Mi dispiace, sono stata educata così.»

«Sì, sì», biascicò Pandora che aveva ben poca voglia di discutere con una nuova arrivata così impettita.

«Teletrasporto», scandì piano Darkbolt. «In quale altro modo, sennò?»

La Naiade rimase senza parole davanti al mezz'uomo. Non ne aveva mai visto uno, non sapeva neanche che esistessero. Eppure era lì, con i suoi occhi gialli che la osservavano e le mani ad artiglio appoggiate sui fianchi squamosi. Si rivolse titubante a Zaneide: «Teletrasporto?»

«Gira la lettera», rispose la dama.

La ragazza frugò all'interno del suo mantello, finché non la trovò. La distese meglio che poté, poi la voltò. Vide un pentacolo e la scritta: "Sfiorare per raggiungere Karga". Arrossì.

«Non mi avete fatto decidere in ogni caso...» si lamentò.

Darkbolt aprì la bocca, ma Zaneide fu più veloce. Alzò la mano destra che si illuminò, emanando un piccolo fascio di luce diretto verso il ragazzo.

«Silentium», sussurrò.

Darkbolt mosse le labbra, ma non proferì suono.

«Bene», continuò Zaneide, «possiamo parlare della vostra convocazione. C'è una ragione se siete stati tutti teletrasportati dentro. Su questo castello, e sui suoi abitanti, è stata lanciata una maledizione.» Si interruppe e guardò nel nulla, come se si fosse ricordata di qualcosa. «No, in realtà su alcuni degli abitanti, nello specifico su coloro che erano presenti al momento del lancio. L'effetto più lieve è dato dall'impossibilità di uscire da qui. Il più grave, riguarda invece il signore del castello, Lord Neckter, caduto preda della follia.
Dal nulla, in contemporanea al lancio della maledizione, è sorto, poco lontano da qui, un avamposto militare sorvegliato da diversi troll. La coincidenza è troppo strana, quindi vi chiediamo di indagare. Verrete pagati al vostro ritorno.»

Zaneide guardò Darkbolt e, con un rapido gesto della mano, gli restituì la voce.

«...bene! Se dovete essere i miei compagni, via alle presentazioni! Siete al cospetto del possente Darkbolt!» Si diresse verso Beatrix e le tese una mano. «Chi sei, amico?»

Beatrix, stanca di quella situazione, ignorò la mano e abbassò il cappuccio.

«Sono una lei. Beatrix.»

Flashforward ~ Arco 1: Le battaglie per la RosaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora