CAPITOLO 33

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AMETHYST

Sento bussare.
Apro gli occhi.
È alba e mi irrigidisco.
Guardo aron sdraiato accanto a me.
Guarda me poi la porta.

quella si apre ed entra mio zio, ryan.
La chiude poi si ferma sulla soglia, a fissarci.
Aron mostra le zanne e stringe il suo braccio destro in torno alla mia vita mentre con l'altro si regge sul gomito. A separarci sono solo le coperte.

- é questo il tuo compagno?- chiese mio zio, guardandomi.
Aron guarda me.
Gli stringo un lembo della maglietta, forse per tenerlo.
Annuisco.
Ryan sorride.
- mi chiamo ryan- disse- é un piacere conoscerti, amethyst mi ha parlato molto di te-.
Aron mi lancia un'occhiata poi guarda lui con sguardo omicida.

- sono qui per darti i medicinali- disse indicando il sachetto.
Si avvicina al mio comodino e apre prendendo un pachetto di caramelle al miele.
- il dottore ha detto di darti queste, puoi prenderle quando vuoi, servono per farti passare il bruciore alla gola- disse guardandomi.
Si rivolge ad aron- ti conviene andartene più in fretta possibile, potrai tirnare stasera- disse- per sicurezza, ti lascio la finestra aperta per quando puoi venire-.

Aron ringhia in risposta, sembra un animale.
- rilassati, non diró niente a nessuno- disse mio zio- fidati di me, prometto che non tradiró il vostro segreto-.
Si gira ed esce.
Guardo aron.
Lui guarda la porta e continua a stringermi a se.
Cerco di parlare ma dalla mia bocca esce solo un suono strozzato.
Lui mi guarda e indico la finestra.
- va bene, me ne vado ma torneró stasera- disse- non me ne importa niente se saró catturato. Niente mi impedirà di stare con te-.

Gli prendo la mano e scuoto la testa.
Lui mi guarda interogativo.
Indico una penna e un blok notes sul comodino.

Lui li prende e me li passa.
In malo modo scrivo "non lo farà mai. Se ha promesso di mantenere il segreto, sicuramente lo farà".
Glie li passo e lui legge.

- tu gli credi?- chiese guardandomi.
Piano annuì.
Lui sospira.
- va bene, mi fideró- disse- meglio che vada, torno stasera-.
Annuì.
Mi da un ultimo bacio sulle labra e si alza.
Mi fa un ultimo sorriso per poi sparire dalla porta-finestra.

Maledico la mia lupa poi la ringrazio.
Sto davvero bene dopo aver fatto pace con il mio compagno.
Certo, devo essere arrabbiata con lui ma é la prima volta che mi chiede scusa ed è la prima volta che lo vedo piangere.
Mi sento male vederlo così, per questo voglio perdonarlo.
Voglio tornare a fidarmi di lui e non avere più paura.

Dopo una ventina di minuti arriva mio zio.
Prende a darmi la notizia di una festa tra il branco, un barbeque.

Sorrido all'idea di mangiare le costolette d'agnello, le mie preferite.

Poco dopo arriva mio padre, a chiedermi come ho passato la notte e di conseguenza arrossisco, ripensando ad aron.

Mi fido di mio zio e so che non gli ha detto di aron, altrimenti starebbe perquesendo la camera per cervare il suo odore.

Dopo qualche ora sono nel giardino.
Riesco a muovermi perfettamente ma mi fa male il collo.
Riesco a biascicare qualche parola ma niente di che.

Logan é seduto accanto a me mentre gli uomini stanno preparando un barbeque da leccarsi i baffi.
Ho fame già a sentire il sapore.

Festeggiamo il mio ritorno ma alle nove di sera sono tutti stanchi.
Tutto il branco é ubriaco.
Io e logan non abbiamo bevuto niente, anche se siamo maggiorenni.

Io ho aspettato tutta la sera questo momento.
Mio padre mi da un bacio sulla guancia poi se ne va dondolando.
Tocca a ryan.
Apoggia un enorme piatto di carne sul mio comodino con un paio di birre ma sono per aron, visto che io ho problemi con la gola.

Apre la porta-finesta, mi saluta ed esce.
Per sicurezza mi alzo, chiudo la porta a chiave e spengo la luce, in attesa.

Dopo un ora sento dei passi.
Mi alzo a sedere, trovandomi davanti aron.

Sorride ma con me non attacca.
Devo pur fargliela pagare per aver cercato di uccidermi.

- come sta la mia cucciolotta?- chiese.
- ti riferisci a tua moglie o a quella che hai cercato di uccidere?- chiesi gelida.
- ti sei alzata con la luna storta?- chiese avvicinandosi a me.
Mi scosto dalla sua mano che sta cercando di accarezzarmi la guancia.
- credevo che mi hai perdonato-disse.
-la mia lupa sì, ma non io!- sbotto.
- la verità é che ho divorziato da xylia da molto e sono venuto a cercarti perché ti rivolevo con me- disse- non sai quanto mi hai fatto impazzire quando ho saputo che ti eri sposata con un altro-.
- sai come mi sono sentita io quando hai sfondato la porta della camera hai fatto del male al mio mate e mi hai uccisa?!- chiesi gelida.
- vuoi forse che mi scoprono?- chiese- é questo quello che vuoi?!-.

Ci siamo messi a sussurrare e sembriamo due gatti che litigano, soffiandosi contro.
- non verrà nessuno- risposi- tutti gli adulti del branco sono ubriachi, e la porta é chiusa a chiave!-.
Lui va a controllare poi mi guarda.

- sono qui per farmi perdonare, non per farmi ripete i miei errori in faccia, quindi se non la smetti, me ne vado!- sibilla.
- e dove andrai, dalla tua adorata mogliettina?- chiesi gelida.
- ho divorziato con lei e non ho neppure pensato di sfiorarla!- rispose.
- forse é perché hai trovato un altra troia da scoparti giorno e notte!- risposi.
Arossì di botto per quello che ho detto.
- certo e quella troia sei tu- rispose.
- piantala e dimmi dove stai durante il giorno- dissi.
- in una casa lontano da qui- rispose.
- scometto che quella casa ha anche una proprietaria troia- sibillo.
- ma la vuoi smettere?- chiese- perché mai dovrei stare con una ragazza qualunque se ho la mia compagna?-.
- prima non la pensavi così!- sbotto.
- e neanche tu- rispose- dov'é ora il tuo compagno?!-.
- grazie a te, nessuno vuole che il legame duri, perché lui non puó proteggermi- dissi incrociando le braccia al petto.
- l'ho messo alla prova!- rispose- metti che qualcuno vi attaccava!-.
- era un branco pacifico, non é colpa mia se un idiota doveva attaccarlo a vuoto!- risposi.
- non l'ho attaccata a vuoto, mi stavo riprendendo la mia compagna!- disse. - te ne sei trovato un'altra- dissi.
- era solo perchè i miei genitori pretendevano che mi sposavo ma dovevi essere tu, peccato che hai preferito andartene!- sbotta.
- hai fatto del male al mio branco e volevo sapere come stavano!- dissi.

- ti importa di più del tuo branco che di me?! Lo sai vero che prima di tutto per una compagna deve venire prima il mate poi il branco?!- sbotta.
- sì, lo so, infatti mi sono preoccupata di jay più del suo branco!- risposi.
- chi se ne importa di lui, qui stiamo parlando di noi!- ringhia, mostrando le zanne leggermente allungate- tu hai abbandonato me per andare dal tuo branco-.

- sì, ma prima di quello ho pensato a te per ogni singolo secondo, avevo tutto il diritto di tornare dal branco- risposi.

- va bene, pensala come vuoi ma non ti sei comportata come una vera compagna!- sbotta- quindi o la smetti di rinfacciarmi gli errori o me ne vado!-.

- fa pure, vai dalla tua troia!- sbotto.
Sono stanca di tutto.
- sai che ti dico?!- rispose- va bene, me ne vado, ti accontento!-.

Si avvicina alla porta finestra e sparisce.

Io chiudo le persiane e la finestra per non farmi vedere.
Spengo la luce e mi butto sul letto.

Respiro profondamente e più lo faccio, più il senso di rabbia scompare e un vuoto si forma dentro di me.

Perchè non riesco ad odiarlo dopo tutto quello che ho passato?!
La mia lupa mi sta ringhiando contro ma io la ognoro e cerco di trovare solievo nel sfogarmi.

Come si puó dipendere così tanto da una persona che non fa altro che distrugerti?!

IL MIO MATE. Där berättelser lever. Upptäck nu