CAPITOLO 23

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I giorni che passano sono lenti e uguali.
Non posso fidarmi più del branco e non parlo più con nessuno.
Shira mi porta da mangiare e mangio ben poco.

Resto chiusa in camera.
Visto che c'é la macchia di sangue mi sono trasferita nella camera per ospiti.

Non ho mostrato la pietra a nessuno.
La tengo stretta nella scatola e la nascondo in un enorme orso di peluche.

Nessuno sospetta che ce l'ho la collana.
É l'ultima cosa che mi lega a lui.
Dopo tutto non riesco ad odiarlo.

Sapere di avere un compagno ti cambia.
Anche con mamma é sucesso e non la biasimo.
Sento nostalgia di lui e del suo odore e allo stesso tempo odio questa sensazione.

I giorni passano e resto sempre chiusa in camera o sul balcone, a pensare a mamma.
Chissà cosa avrebbe detto se aron si fosse presentato come un ragazzo normale invece di rapirmi.

Penso ai miei genitori che l'avrebbero accettato nella famiglia, nel branco.
Potevamo vivere insieme, felici.

Adesso anche se si presenta normalmente, l'intero branco sarà contro di lui e non solo.
I miei nonni, criss e rose hanno un branco.
So che hanno fatto accordi con altri branchi e adesso una ventina di ranchi, anche europei sono qui a cercare il così detto territorio nascosto.

Per fortuna almeno ryan non ha detto del mio compagno a papà.

Sono passati tre mesi dal mio ritorno.
Il branco é impegnato nella ricerca e si danno il cambio.
Io sono sgattaiolata dalla finesra e mi diriggo verso la valle delle lucchiole.
Mi sono seduta a guardare il ruscello.
Guardo la collana che ho in mano.
Non conosco questa pietra ma di sicuro non è un rubino.
Al suo interno ha delle diramazioni di un rosso scuro.
Guardo il ruscello e mi asciugo una lacrima.

La verità é che mi era mancato il mio branco.
Era unito e allo stesso tempo avevo fiducia.
Ora mi parlano solo per le informazioni sul branco dei seven alpha.
Per di più sono tutti via a cercare il territorio e restiamo solo io, logan e un paio di persone del branco, per questo per me é stato così facile scappare.

Sospiro e guardo il ruscello.
Stringo forte la pietra a me.

Guardo la luna mentre un altra lacrima mi scende per la guancia.
Poi un altra.
E un altra ancora fino a quando non ho la manica bagnata.

Mi sdraio con schiena sull'erba morbida e la accarezzo con le mani.
Mi rilasso e mi calmo.

Passo diversi minuti così, con occhi chiusi.
Sento un calore assurdo all'interno della mano.
Mi alzo a sedere e guardo la fonte.
La pietra si sta illuminando.
Al suo interno le diramazioni sono di un rosso brace.

Mi guardo attorno.
Niente.

La pietra prende a vibrare e ad emanare un calore più forte.

Ho il cuore a mille.
Istintivamente mi alzo in piedi, girandomi attorno più volte.

La mia lupa sta impazzendo.
Dice che aron ci sta cercando ed é vicino!

Cerco di capire da che parte arriva.
Qualche altro secondo e la pietra torna scura e il suo calore diminuisce fino a diventare gelida.

La guardo con un misto di paura e delusione.
Delusione perché fino a qualche secondo fa credevo di poter riabracciare aron per poi spintonarlo di avermi lasciato andare.
Paura perché non lo rivedró più.
Questo senso di abbandono mi oprime.

Mi acascio a terra e scoppio in un pianto disperato.
Ancora una volta le parole di mia madre mi riportano in testa.

" quando troverai il tuo compagno di vita, qualunque cosa lui faccia, tu lo perdonerai perché siete legati l'uno con l'altra e se starete lontani nessuno dei due troverà pace".

Solo ora capisco cosa vuol dire.
La rabbia e il rancore mi hanno portato via la cosa più importante per me.
Devo trovare un modo per trovarlo e riaverlo.
Devo farlo prima che sia troppo tardi.

IL MIO MATE. Where stories live. Discover now