•Terzo capitolo•

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Mayli
Quanto lo odio!
Appena hanno chiesto chi volesse andare a svegliare Matt per la cena mi sono subito offerta volontaria.
Una bella rivincita no?
Non l'ha presa molto bene la secchia d'acqua.
Ma dopotutto che mi importa? Certo, non ci voleva che mi buttasse nel suo letto con le lenzuola bagnate.
Ma è stato più forte di me e ho riso come una matta anche dopo che è uscito dalla stanza.
Mentre eravamo lì, io e lui non ho potuto non notare il suo sorriso nel ricoprirmi con le lenzuola, ne è passato di tempo dall'ultima volta che lo avevo visto. 
Ho cercato di evitare tutti i posti in cui andavamo insieme negli ultimi anni. Solo perché sono qui però non vuol dire che dobbiamo ritornare ad essere amici. Possiamo benissimo continuare la vacanza senza rivolgerci la parola per quanto mi riguarda, sarebbe un sogno.
Quando mi alzo dal letto lui ovviamente se ne è già andato e non posso evitare di fare un giro con lo sguardo della camera. Qualche foto di famiglia appesa qua e là, mobili bianchi e pareti azzurre come il copriletto. Abbasso lo sguardo e mi guardo i vestiti storcendo il naso.
Adesso devo cambiarmi, cazzo! Con passi pesanti, mi dirigo nella mia stanza, non che ci fossero molte scelte. 
A quanto ho capito per gli altri è la seconda o anche terza volta che vengono qui con Matt e hanno già una camera 'loro', io ho semplicemente ne ho presa una di quelle disponibili.
Ho già detto che questa casa è enorme?
In confronto la villa che ha la famiglia di Matt a San Francisco è un mono locale, per non parlare dell'appartamento dove vivo io con la mia famiglia.
La camera da letto anche se era una delle poche rimaste e quindi statisticamente non esattamente la migliore, tutto sommato non è niente male. 
È colorata sui toni del beige e del crema e risulta molto elegante, ha persino un bagno privato.
Apro la valigia e tiro fuori una maglietta nera che mi lascia scoperta la pancia e una gonna grigia a balze. 
I capelli non sono troppo bagnati, basterà legarli e si asciugheranno da soli.
Dopo essermi cambiata, scendo le scale e vado in cucina che si trova al piano di sotto.
Questa casa ha due piani, il piano di sopra è formato principalmente da camere da letto e bagni. 
Il piano di sotto invece per quanto ho visto c'è solo la cucina che è collegata alla sala da pranzo e al soggiorno e poi ci dovrebbero essere delle altre stanze che non ho avuto ancora modo di sbirciare. 
Quando arrivo sono già tutti lì a mangiare la pizza d'asporto che abbiamo ordinato.
«Ehi Mayli tu sai perché Matt è completamente bagnato?» chiede divertito Logan, guardandomi.
Io cerco di non ridergli in faccia. Non si nota che sono un po' bagnata anch'io dato che ho i capelli legati e mi sono cambiata. «Non ne ho davvero idea» dico innocente lanciando una rapida occhiata a Matt che non mi guarda.
«Dov'è la mia pizza?» chiedo guardandomi intorno in cerca del cartone della pizza.
«L'abbiamo mangiata» dice Matt allegro.
Logan si alza e mi prende dal bancone della cucina un cartone di pizza e tira fuori dal frigo una coca cola per me.
«Pizza con mozzarella e pomodorini, giusto?» chiede galantemente Logan. Io gli sorrido e annuisco.
Se fosse stato per Matt la mia pizza si sarebbe trovata senza ombra di dubbio dentro il cassonetto della spazzatura a qualche metro da casa.
«Sì, grazie» dico prendendo le cose che mi porge e sedendomi nell'ultima sedia libera intorno a tavolo.
Bevo un sorso di coca cola non è per niente fredda ma è logico dato che sarà rimasta in frigo per non più di due ore.
Logan che è seduto vicino a me, mi guarda. 
Sento chiaramente gli occhi di Matt su di me e faccio un piccolo sorriso senza farmi notare troppo.  Il suo amico mi sta dietro e a lui non piace.
Poveretto.
Passerai un'estate infernale mio caro Matt.
Ha sbagliato ad accettare la mia presenza qui senza impuntarsi come ho fatto io.
Non sarò così silenziosa come spera.
«Allora domani dove andiamo?» chiede Trevor masticando rumorosamente la sua pizza con la salsiccia.
Matt fa spallucce guardando la pizza che ha davanti.
«Domani possiamo rimanere in zona, potremmo andare a fare una nuotata qui davanti e poi magari la sera andare in giro per locali» dice lentamente.
Tutti annuiscono mentre io continuo a mangiare la mia pizza. Naomi chiude il suo cartone della pizza con ancora metà pizza dentro e si gira verso Kimberlee che le è seduta a fianco.
«Che ne dici se domani andiamo a fare una bella spesa?» chiede. «Non possiamo mangiare pop corn e patatine a pranzo e cena» dice Naomi lanciando un'occhiata ai ragazzi.
«E cereali» aggiunge Trevor con un sorriso. Kimberlee finisce di mangiare un pezzo di bordo e annuisce.
«Sì, assolutamente» dice Kim indicando i mobili della cucina. «Se volete che faccia i pancake come l'anno scorso mi servono tutti gli ingredienti» dice Naomi rivolta ai ragazzi, soffermandosi su Matt che le alza un pollice in segno affermativo perché ha la bocca piena per rispondere.
Poi Naomi si gira verso di me, facendo ondeggiare i suoi capelli acconciati in onde morbide.
«Vuoi venire anche tu Mayli?» chiede con gentilezza.
Io inarco un sopracciglio.
«Sì dai vieni, ci farebbe piacere!» insiste Kimberlee con un sorriso. Non mi stanno antipatiche che sia chiaro, ma il loro modo di fare amicizia così in fretta non lo comprendo. 
Dato che non ne ho voglia di fare la rompi scatole del gruppo, sorrido con la bocca piena e annuisco leggermente.
«Sì certo, non vedo l'ora» dico masticando la pizza. 

Ormai sono le dieci di sera quando mi infilo nelle soffici lenzuola per dormire. 
Sono abbastanza stravolta ma chiamo comunque mia mamma che spero sia sveglia.
«Pronto?» sento dire da mia mamma con voce un po' assonnata.
«Ciao mamma» dico allegra.
«Tesoro come va lì?» chiede subito e sento il suono della sua abat jour che viene accesa.
Sento la voce di mio padre che le chiede se sono io e lei che glielo conferma.
«È tutto bruttissimo e il posto è tutto sporco, posso tornare a casa?» chiedo con finta voce disperata.
Magari ha pietà di me e funziona. Sento mia mamma imprecare e mi viene da ridere ma cerco di trattenermi mordendomi la lingua.
«Mayli non dire sciocchezze per favore» dice arrabbiata.
Sento mio padre in sottofondo chiedere spiegazioni ma lei lo ignora.
Vorrei da adulta un matrimonio come il loro, dove i problemi di uno diventano di entrambi.
Io sbuffo mettendomi a pancia in giù e arrotolandomi una ciocca di capelli intorno al dito.
«Sto bene, la casa è gigante e la spiaggia sembra bellissima, sei contenta?» dico con fare spiritoso. «Te invece sei contenta?» chiede dolcemente.
Io sospiro. 
È proprio da lei rivoltarmi la domanda per farmi uscire fuori la verità.
«Non sono infelice, tranquilla mamma buonanotte». «Buonanotte piccola, ci sentiamo domani» dice riattaccando.
So che non è colpa sua e di papà per il fatto che non siamo più andati in vacanza.
Loro hanno lavorato tanto in questi anni per fare qualcosa di bello più avanti, con più soldi. Purtroppo, appena è stato possibile è andato tutto in frantumi.
Dopotutto alla fine io sto avendo la mia vacanza e non riesco a pensare che loro invece no, anche se lo meritano quanto me se non di più.
Spero che abbiano già iniziato le pratiche per la restituzione dei soldi per il volo e l'hotel.
Mi spoglio mettendomi una maglia bianca con delle caramelle e pantaloncini a strisce che uso come pigiama.
Mi butto sotto le coperte, cercando di non pensare a come questa vacanza sia diversa da come me l'aspettavo ma è quasi impossibile.
Verso mezzanotte mi addormento.

➵ 7 luglio.
Ad un certo punto tutto si fa strano.  Mi sento fluttuare come se stessi volando.
Poi il sogno si fa ancora più complesso quando sento un improvviso colpo di freddo che mi si propaga per tutto il corpo.
Ad un certo punto non riesco più a respirare, sento come se stessi ingoiando dell'acqua.
Il mio spirito di sopravvivenza è più forte di me e mi ritrovo a scalciare e cercare un po' di ossigeno. 
Quando arrivo in superficie, sbatto gli occhi e faccio dei profondi respiri rendendomi conto che non è un sogno.
Mi tolgo i capelli dagli occhi e mi guardo intorno, confusa.
Tossisco ripetutamente per l'acqua che non mi sono resa conto di aver ingoiato.
Sono dentro una fottuta piscina!
Ho visto che ce n'era una a casa di Matt ma come diavolo ci sono arrivata?
Sento una lieve risata e guardo dietro di me, dalla leggera luce da muro attaccata alla casa riesco a vedere in piedi a bordo piscina Matt che se la ride tranquillo. Impreco sbattendo le mani sulla superficie dell'acqua.
«Sei impazzito Scott!» urlo.
C'è poca luce ma scorgo che Matt ha addosso un costume blu ed è a petto nudo.
La sua pelle e i suoi capelli sono bagnati segno che è già stato in acqua.
Merda, ma che diamine di ore saranno?
Si siede sul bordo con i piedi in acqua.
«Ti ho solo restituito il favore» dice sorridendo.
Come se non fosse bastata la rotolata nel suo letto di poche ore prima.
Mi avvicino con fare innocente e lo tiro per le gambe.
In due secondi anche lui finisce in acqua.
Quando riemerge, mi sputa l'acqua in faccia sempre sorridente.
Si sta divertendo lui!
Lo guardo male e mi giro andando verso le scalette per uscire dalla piscina ma lui mi prende per la vita e mi ributta in acqua e bevo un sacco d'acqua.
Ma non ha niente di meglio da fare?
«Scott saranno le tre di notte posso andare a dormire ancora un po'?» chiedo con voce implorante. Sono stanchissima e l'acqua fredda mi ha irrigidito tutti i muscoli.
Non sono abbastanza carica per battermi contro di lui adesso.
«In verità sono le quattro e quarantacinque» dice allegramente guardando il suo orologio subacqueo.
Lo schizzo, guardandolo male. «Non potevi dormire ancora un po' e farmi questo scherzo, che ne so, alle undici di mattina?» gli domando infastidita. Anche lui mi schizza, allontanandosi leggermente per nuotare intorno a me.
«Qualcuno ha bagnato il mio letto e ho dovuto dormire sul divano» afferma e mi guarda assottigliando gli occhi.
Mi tiro indietro i capelli facendomi una coda malandata. «Quanto mi dispiace» dico con finta tristezza.
«Ah sì?» chiede venendomi incontro e buttandomi di nuovo sott'acqua.
Lo sento ridere ma quando riemergo lui è già uscito dalla piscina. 
Lascio andare uno sbuffo, sbattendo ancora le mani sull'acqua creando degli schizzi involontari.
«Non la passerai liscia, Scott» grido.

Non eri nei miei pianiWhere stories live. Discover now