Ain't no way you're walking out.

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*Attenzione: i comportamenti dei personaggi descritti nella fan fiction non sono assolutamente da imitare: quello che fanno e pensano spesso è sbagliato. Con questo mio scritto pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di queste persone, nè offenderle in alcun modo*

Ain’t no way you’re walking out

me, perché questo capitolo è così brutto che non posso dedicarlo a nessun’altro. 

Perdonatemi.

Inutile sperarci, quella mattina Harry non mi sarebbe venuto a prendere. Bramavo tanto un passaggio in macchina, soprattutto perché ero in un disastroso ritardo ma, a quanto pareva, il mio ragazzo non era del mio stesso avviso.

Presi con foga la borsa ed uscii di casa alla svelta, incamminandomi per le strade di Holmes Chapel e sperando con tutto il cuore che non iniziasse a piovere da un momento all’altro, come invece minacciavano i nuvoloni che si estendevano per tutto il cielo ormai grigio.

Fortunatamente non arrivai a scuola in ritardo, solo cinque minuti prima che suonasse la campanella. Era tardi per i miei standard, sì, ma per una volta poteva andare più che bene.

Varcai la soglia del cancello con uno strano ed insolito sorriso in volto – ero forse felice dell’intimità che avevamo vantato io e Louis il giorno prima? – che però si spense immediatamente quando vidi Harry al solito muretto.

No, non stava aspettando me.

Era già all’opera, stava litigando con qualcuno.

Anzi, non qualcuno.

Si stava prendendo a parolacce con Liam.

Mi avvicinai con passo risoluto, anzi, quasi correndo, finché non gli fui davanti. Il riccio incrociò per qualche secondo il mio sguardo, ma la mia presenza non lo scalfì minimamente, anzi, non appena mi vide sferrò un destro ben assestato sulla guancia di Liam che, dal canto suo, non aveva avuto il tempo e i riflessi abbastanza pronti per difendersi.

«Harry, che cazzo fai?!»

Sbraitai, cercando di attirare la sua attenzione gesticolando. Lui mi ignorò, continuando a malmenare l’amico.

Ero in preda al panico, non sapevo come farlo smettere. L’ansia mi assaliva e vedere Niall immobile e con le braccia incrociate a guardarli, solo aspirando la sigaretta, mi faceva innervosite in maniera inverosimile. Mi riavviai una ciocca di capelli dietro la testa con fare nervoso, non sapevo come agire, come risolvere la situazione. A dire il vero non sapevo neanche perché quella lite si fosse scatenata.

«Il tuo amichetto gli ha detto cos’è successo ieri.»

Come se mi avesse letto nel pensiero Niall mi informò, con sguardo freddo e puntato su Liam, la sigaretta tra le labbra e il fare strafottente che mi fece chiedere se fosse vero quello che mi aveva raccontato ieri. Se tutta quella dolcezza, quell’innocenza, quella comprensione esistesse davvero in Niall James Horan.

Non appena realizzai quelle parole sentii la rabbia ribollirmi nelle vene: Louis aveva parlato, nonostante io gli avessi detto di non farlo. Aveva detto che mi avrebbe salvata, ma così non lo faceva di certo, anzi.

Forse fu tutta quella rabbia e quel nervosismo che mi si era accumulato sottopelle a darmi la forza ed il

coraggio per provare a dirgli qualcosa.

«Cazzo, fermatevi!»

Strillai, ma solo Liam mi ascoltò, lasciando cadere le braccia lungo il busto: forse anche perché non ce la faceva più. Harry, invece, prima di fermarsi, diede un ultimo cazzotto in pancia a Liam, il quale si sporse leggermente in avanti tenendosi la pancia, mentre lo inceneriva con lo sguardo.

He'll only break youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora