You are perfect to me.

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*Attenzione: i comportamenti dei personaggi descritti nella fan fiction non sono assolutamente da imitare: quello che fanno e pensano spesso è sbagliato. Con questo mio scritto pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di queste persone, nè offenderle in alcun modo*




You are perfect to me. 


Mi sistemai la canottiera che avevo addosso, gesto involontario, abitudine. 

«Non ero io quella che doveva arrivare in ritardo?»

Chiesi a Louis ridendo sotto i baffi, mentre lui si teneva una mano sul petto che si alzava e abbassava regolarmente a ritmo con i suoi respiri cadenzati, affannati e fin troppo pesanti, colpa della corsa che aveva fatto per entrare in orario.

Che poi, diciamocelo pure, era entrato in orario per la seconda ora, aveva completamente saltato la prima.

Anche lui sorrise e, una volta aver ripreso a respirare regolarmente mi rispose.

«L’importante è che sono qui, no?»

Mi disse sorridendo e poggiandosi con la spalla destra sull’anta blu dell’armadietto affianco al mio, dal quale stavo prendendo i libri per la lezione successiva, Francese.

Sospirai e scossi la testa, lasciandomi scappare un lieve sorriso. Era incredibile come davanti agli occhi di Louis quella mattinata tra le braccia di Harry fosse così distante…

«Dovrei chiederti la giustificazione. Ce l’hai il libretto?»

Risposi sarcastica chiudendo l’armadietto e incrociando le braccia al petto, come per sgridarlo.

«No, ma prometto che domani glielo porto!»

Borbottò lui con fare scocciato, proprio come chiunque di noi fa con la propria professoressa quando gli chiede la giustificazione.

Scoppiai a ridere, le sue labbra piegate in quella smorfia strana erano esilaranti, per non parlare dei suoi occhi all’ingiù e delle sue sopracciglia corrucciate.

«Insomma, come mai hai fatto tardi?»

Gli chiesi mentre ci dirigevamo a passo svelto verso l’aula magna, proprio quella dove avremmo avuto la lezione di Francese.

«Motivi familiari.»

Mi rispose così velocemente da farmi mettere in dubbio la veridicità delle sue stesse parole. Lo guardai mentre si mordeva il labbro per non scoppiarmi a ridere in faccia, solo allora capii che mi stava a prendere in giro e realizzai che, persino io, quando scrivevo “motivi familiari” nelle giustificazioni stava a significare “cazzi miei.”

«Ho capito, non me lo vuoi dire.»

Dissi fredda e distaccata prima di entrare nell’aula e posizionarmi all’ultimo banco, subito seguita da Louis che mi guardò male, probabilmente non condividendo la mia scelta del posto in fondo alla classe.

«Chantal, ci conosciamo da un giorno neanche. Non siamo così in confidenza.»

Il sorriso era scomparso dal suo volto ed adesso mi guardava serio, trapassandomi da parte a parte con quei suoi occhi fin troppo profondi, quegli occhi nei quali sarei potuta cadere dentro. 

Il professore entrò nell’aula richiamando la nostra attenzione e cominciando a spiegare, non dandomi l’opportunità di rispondere a Louis. Volevo concludere quel discorso, anche se sapevo che non sarebbe stato d’accordo su quello che stavo per fare.

Anzi, forse proprio perché sapevo che non sarebbe stato d’accordo lo feci, volendo irritarlo.

Presi un foglietto da un quaderno, una matita e, sotto il suo sguardo vigile ed attento, gli scrissi un bigliettino.

Ieri non sembravi della stessa opinione.
 

Ripercorsi mentalmente quel pomeriggio con lui, quando avevamo parlato di letteratura, quando ci eravamo scontrati sulla questione dello stupro, quando avevo visto il film accoccolata sul suo petto, quando aveva cenato con la mia famiglia, quando gli avevo raccontato buona parte della mia vita.

Non mi ero mai aperta con nessun’altro prima di quel momento e mi faceva male pensare che lui non volesse neanche dirmi cosa aveva fatto quella mattina.
 

A cosa ti riferisci?

Con mio grande stupore mi ripassò sul banco il bigliettino che gli avevo mandato, con tanto di risposta. Non sembrava irritato o arrabbiato – come avevo sperato che fosse – semplicemente si era limitato a rispondere e a tornare a seguire la lezione come se nulla fosse.
 

He'll only break youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora