This is my story.

9.7K 221 20
                                    

*Attenzione: i comportamenti dei personaggi descritti nella fan fiction non sono assolutamente da imitare: quello che fanno e pensano spesso è sbagliato. Con questo mio scritto pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di queste persone, né offenderle in alcun modo*



18 Marzo 1999


«Bambini, che giorno è domani?»

La maestra  Rosalba passava tra i banchi e accarezzava la testa di ogni bambino come ad incoraggiarlo.
Ognuno di loro non vedeva l’ora che arrivasse il suo turno di sentire la calda mano della giovane maestra
sulla nuca, li faceva sentire importanti, amati.

«La festa del papà!»

Risposero tutti i bambini in coro. Tutti tranne una che, invece, si rabbuiò e chinò il capo a quelle parole.

«E cosa regalerete al vostro papà?»

Chiese ancora la maestra con un largo sorriso dipinto sul volto.

«Una cravatta!» «Un libro!» «Una sciarpa!»

Tutti strillavano con la mano alzata, vogliosi di far sapere alla maestra il proprio regalo, non curandosi del fatto che in quella confusione di voci si capiva ben poco.

«E tu Chanty, che regalo farai al tuo papà?»

Chiese la bambina dai capelli ramati alla piccola con i capelli biondi raccolti in una coda alta. Quest’ultima era la stessa bambina che si era rattristata alla notizia che pochi istanti prima aveva dato la maestra.

«Un fiore.»

Fu la risposta flebile di Chantal, accompagnata da un debole sorriso. La mora, invece, scoppiò in un’assordante ed infantile risata.

«Ma che razza di regalo è? E’ la festa del papà, non quella della mamma!»

Chantal non le rispose, e non ascoltò mai quel giudizio cattivo.
 

19 Marzo 1999

«Ciao papà, ho portato questo fiore per te, spero ti piaccia. Sei sempre così grigio e silenzioso, così ho pensato di renderti un po’ più colorato e vivace con questo fiore rosso. Ieri a scuola una mia compagna mi ha detto che è un regalo un po’ stupido da fare al proprio papà, ma io sono convinta che a te piacerà, non è vero? Ti penso sempre, sei il papà migliore del mondo, perché tu mi proteggi da lassù. »

Disse la piccola Chantal indicando il cielo e poggiando il fiore sulla lapide del padre.

La mamma, dietro, non era riuscita a trattenere le lacrime ed, in ginocchio affianco alla figlia pensava a quanto fosse bella la giovane innocenza, a quanto fosse bello riuscire ancora a credere nelle favole e nei sogni, finché si è piccoli.
 

6 Maggio 2005

Le risate dei suoi compagni le perforavano le orecchie. Loro ridevano, ma lei non trovava per niente divertente quella presa in giro.

«Sei solo una balena!»

Le strillava il ragazzo moro più alto di lei, quello che era piegato in due dalle risate e che la additava, come se fosse un fenomeno da baraccone da mostrare ai suoi amici.

«Quanto sei grassa!»

Continuavano a dirle. Tutti ridevano, si tenevano la pancia come se si stessero per sentire male dalle risate. Ridevano e non si preoccupavano di come si potesse sentire lei in quel momento, di quanto quelle prese in giro potessero ferirla.

Si guardava intorno trattenendo le lacrime, cercando di farsi forza. Resisti continuava a ripetersi, ma era sul punto di scoppiare a piangere. E lo fece, quando vide ridere anche quel bambino, quello biondo con gli occhi azzurri, quello che tanto gli piaceva.

Tom, si chiamava, e lei gli dava sempre un pezzo della sua merenda sperando di farsi notare. E ci era riuscita, anche se nel mondo sbagliato, visto che in quel momento lui stava ridendo di lei come tutti gli altri.

Chantal si mise le mani davanti agli occhi e scappò via, corse in bagno a piangere.
 

He'll only break youWhere stories live. Discover now