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[non vi racconto le due ore con Alice, salto subito all'appuntamento con Simone😏😏]
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Sono difronte al bar, quello che mi ha indicato Simone, non lo vedo.
Le gambe tremano, l'ansia.

Un odore familiare mi pervade le narici.
Hugo Boss.
Figuriamoci quanta gente qui a Milano usa Hugo Boss, ridacchio.

'Corinne?' Mi giro, è lui.

'Wow.' Si tocca dietro l'orecchio e con una sopracciglia alzata mi guarda, squadrandomi dalla testa ai piedi.

Cazzo.

Arrossisco.

Troppo.

Lo so, sono un peperone.

Poi lui, raga. Cappello, giubbotto di pelle maglia aderente.

Mi schiocca due baci sulla guancia e mi sorride.

'Allora? Questo momento è arrivato.'

'Finalmente' sussurro.

Mi indica con il capo il bar e mi accompagna a sedere.

Guardo il menù imbarazzata, cerco di guardare solamente gli aperitivi, so già che prenderò il negroni, ma non riesco a mantenere quel suo sguardo..

'Scelto?' Mi chiede dopo un po', preoccupato.

CHE FIGURA.

'Sisi', fa un cenno al cameriere che viene a prendere l'ordinazione.

Con lo sguardo basso ordino il negroni e mentre lui parla con il ragazzo mando un messaggio veloce a Martin.

'È troppo sexy, non riesco a guardarlo. SE NON TORNO A CASA VUOL DIRE CHE SONO RIMASTA TRA LE SUE BRACCIA'

Non faccio in tempo a leggere la sua risposta che Simone mi interrompe.

'Allora, parliamo un po'? O vuoi restare in silenzio per tutto il tempo' ridacchio, ancora imbarazzata.

'Ohi, mi guardi? Non ti mangio eh. Ti vergogni?' Annuisco.

CHE FIGURAAAAAA.

Alza il mio mento con le dita e fa l'occhiolino.

'Ecco, così, sei così bella, finalmente mi fai ammirare i tuoi occhi' sorrido, ma mantengo lo sguardo anche se la faccia mi va a fuoco.

Sorride.

Il suo sorrisoooooo.

Sono arrivati gli aperitivi.

'Qui a Milano avete una casa vostra o state in affitto? Vivete insieme no?' Chiede con una patatina tra i denti.

' in realtà siamo in affitto, e viviamo insieme.'
Annuisce.

'E perché non venite a Torino?' Continua.

'Perché, perché non abbiamo avuto mai la possibilità economica per andare ogni Domenica allo Stadium e vivere a Torino, senza soffrire.' Ridacchia e poi scuote la testa.
'Sai che Torino, andrebbe bene ad entrambi?'

'In che senso?' Chiedo confusa, ma curiosa.

'Torino come mi hai detto in qualche snapchat è la Tua Città. Poi siamo vicini, possiamo vederci quando ci pare.' Arrossisco gravemente ed un pop corn mi va di storto.

'Qui a Milano, c'è il pub in cui lavora Martin, non lo lascerebbe mai, ha insomma un casino di conoscenze' Simone ridacchia e bevendo un ultimo sorso di Vodka Lemon guarda l'ora.

'Cacchio Corinne, ho prenotato al mio ristorante preferito e siamo in ritardo' lo guardo e capisco che devo alzarmi, e di fretta.

Mentre paga e lascia la mancia al cameriere gli domando 'non dovevamo mangiare una pizza?' Sorride e annuisce.

Usciamo dal bar e mi guarda.

'Sei pronta? Il ristorante è come minimo a 1,5km da qui.'
Capisco che è l'ora di correre e annuisco.

Corriamo non troppo veloci scartando le persone davanti a noi.
Tra una risata e l'altra arriviamo ad un bivio.

Sto per passare la strada senza guardare, ma Simone mi prende per mano attirandomi a se.

'Che fai? Si guarda prima di passare.' Dice dolcemente con il respiro affannato.

'Il semaforo era rosso, potevamo passare' sussurro ancora attaccata al suo corpo.

Non dice nulla, ma tiene ancora la mia mano, aspettiamo il verde per passare e una volta scattato inizia a correre.

'Fermati ti prego, non ce la faccio più.'  Alzo le mani in segno di resa.

'Peccato, siamo arrivati' dice ridacchiando.
Lo guardo contrariata e mi avvicino al ristorante pizzeria.
Vedo pochissime macchine fuori.

Entriamo, saluta come un vecchio amico il direttore ed un cameriere ci accompagna ad un tavolo.
Davvero carina la sala, un luogo intimo e tranquillo.
Poi c'è una musica rilassante, tipo quelle nella playlist del mio iPhone, molto elegante per essere una pizzeria.

'Ci sediamo, qui, niente menù, se no non mi guardi più.'

'Ehiii, io stavo scegliendo davvero prima. Però comunque non ne ho bisogno adesso, so già cosa prendere.' Ridacchia.

Arriva il cameriere e fa ordinare prima me. 'Salame e Olive, nere possibilmente grazie'
Il cameriere annuisce sussurrando 'una calabrese, okay.'
Lo guardo sconvolta e Simone se ne accorge.

'Pensavo che Salame e Olive fosse Calabrese solo in Calabria.' Ridacchio e i due si scambiano uno sguardo complice, il cameriere guardandomi ammette 'Simone, a quanto vedo hai scelto bene il posto in cui portare la tua ragazza', arrossisco e abbasso lo sguardo.
'No Frà, è un'amica' dice scherzosamente.

Quanto è cretino?!???!

Ma lo adoro troppo.😍

Mangiamo le nostre pizze e mi invita a fare una passeggiata fino in centro.

Stiamo camminando da circa mezz'ora e nessuno dei due ha osato dire una parola.

Ogni tanto sorrido senza accorgermene, penso alla bella serata e mi pervadono i brividi ogni volta che respiro e sento il suo profumo.

'Ci sediamo lì?' Mi indica una panchina; non c'è quasi nessuno a quest'ora qui, meglio.

'Ti sei divertita?' Chiede con un sorriso speranzoso.

'Si, si è stata una serata fantastica', osserva la mia espressione ed ammette deluso 'non sembra dalla tua faccia' lo guardo.

'Mi chiedevo solo perché. Perchè tutto questo?' Pronuncio con un filo di voce.

Sorride, i suoi occhi si illuminano.
'Mi stai entrando qui' prende la mia mano e la posa sul suo petto.

Il mio battito accelera, quasi quanto il suo.

Allorrr, vi è piaciuto? 😍

《Snapchat•Simone Zaza》Where stories live. Discover now