La Biblioteca

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La Biblioteca

Il mattino dopo i fitti raggi del sole che irradiava il cielo quella mattina svegliarono Hermione, solleticandole il volto. La ragazza si preparò per le prime ore di lezione e l'incontro con Malfoy.

Quel giorno, stranamente, i suoi ricci bruni erano più ordinati del solito. Finito di appuntarsi la spilla al mantello, Hermione, si diresse in Sala Grande per la colazione: era in live ritardo.
«Come va?» chiese allegro Harry
«Bene. Insomma, sono un po' stanca e tesa, ma tutto sommato bene»
«Cosa voleva la McGranitt, ieri sera?» si intromise Ron nel dialogo.
«Oddio...» Hermione si portò una mano alla fronte: se ne era scordata. Quel giorno sarebbe iniziata la sua collaborazione con Draco Malfoy.

«Ha chiesto a me è agli altri prefetti di lavorare insieme e pensare ad alcune soluzioni per migliorare la scuola. A proposito, oggi salterò due ore di Difesa Contro le Arti Oscure. Non sembra molto simpatica la nuova professoressa!» esclamò Hermione guardando Dolores Umbridge, avvolta nel suo completo di un rosa tenue.

«Tutti voi prefetti?» chiese Harry
«Sí, divisi in coppie!»
«Tu con chi saresti?»
«Con Malfoy!» esclamò inclinando la bocca in un'espressione di disgusto. Pensando che Draco stesse facendo lo stesso al tavolo delle Serpi.
«Mi spiace, amica mia!» le diede una pacca sulla spalla Ron Weasley.

Dopo una sostanziosa colazione, i tre amici, si diressero nei sotterranei per assistere alla prima lezione dell'anno di Pozioni, insieme ad i Serpeverde. Una volta arrivati in aula, Hermione, constatò l'assenza di Draco. Era ovvio, si dava malato per non vedere lei, per non adempiere al suo compito di prefetto. Piton iniziò la lezione, come sempre, spaventando gli studenti. Dopo circa un quarto d'ora si sentí bussare all'antica porta di legno scuro

«Avanti!» esclamò il professore dai capelli unti e corvini.
Un ragazzo alto, pallido, con i capelli color biondo platino e gli occhi grigi entrò affannato.
«Signor Malfoy. La prima lezione ed è già in ritardo!»
«Mi scusi...» bofonchiò, andandosi a sedere accanto a Pansy Parkinson e Vincent Tiger, dopo aver consegnato a Piton una lettera.

«Se non si sente bene ritorni pure in infermeria, signor Malfoy» disse questi dopo aver fatto scorrere lo sguardo sulla pergamena.
Ma il ragazzo, ancor più pallido del solito scosse la testa. Allora era venuto solo per lei. Stava male ma pur di non lasciare sola Hermione aveva combattuto il dolore. Lui: Draco Malfoy, che non avrebbe mai rifiutato l'opportunità di saltare le lezioni, figurarsi per far compagnia ad una sporca mezzosangue!

La ragazza passò quel che restava delle due ore pensando al biondino. Poi convenne che, se il ragazzo aveva preso la decisione di partecipare alle lezioni, di certo non era lei la ragione. Il resto delle ore mattutine si sforzò di non pensare all'imminente pomeriggio che l'attendeva. A pranzo mangiò poco e niente: solo dei cracker coperti di formaggio spalmabile e una mela. Finito il banchetto, lei e i suoi amici si separarono: loro salirono le scale verso l'aula della Professoressa Umbridge, lei svoltò verso la biblioteca.           

La stanza era piuttosto buia, pochissimi raggi solari filtravano dalle tapparelle. Il luogo era silenzioso e quasi deserto, se non si teneva conto di un gruppetto del settimo anno che presto sarebbe tornato in classe. Hermione salutò la bibliotecaria: Irma Pince, che rispose con un cenno della testa, concentrata a compilare un plico di pergamene.

Visto che era in anticipo di mezz'ora, la ragazza, occupò un tavolo e si dedicò ai compiti di trasfigurazione.
Hermione non sapeva bene quanto tempo fosse passato: venti minuti? Un'ora? Non lo sapeva. Ad un tratto, l'aria intorno alla ragazza si fece profumata. Profumava di buono. Di cannella, menta e deodorante da uomo. Una figura le arrivò da dietro e posò una pesante borsa per terra prima di sedersi di fronte a lei. Nessuno parlò. Gli occhi di Hermione ancora fissi sul libro.

«Allora?» fu lui ad interrompere il silenzio «cosa si fa?»
Uno dei pochissimi spiragli di sole che filtravano nella stanza illuminava i suoi occhi. Erano di un colore meraviglioso: azzurro-ghiaccio. Pareva fossero formati da piccoli fiocchi di neve. Erano stupendi. Quei due meravigliosi occhi che la guardavano, le scrutavano curiosamente il volto.

«Granger!» si era persa in quello sguardo per troppo a lungo.
«Che c'è, Malfoy?»
«Sono qui per ideare un progetto, non per farmi fare un ritratto!» lei arrossì, lo sguardo tornò a posarsi sul tomo che stava studiando prima.
«Anche se non sarebbe male come progetto!»
«Cosa? »
«Un mio ritratto!»
«Molto diverte!» rispose lei con in viso un'espressione che era tutto meno che divertita.

Forse però le sue parole erano veritiere. Infatti nella ragazza si era infusa una minima speranza che, forse, quel pomeriggio non sarebbe stato tanto tremendo da non dormire una notte.

Sicuramente lei e Malfoy non sarebbero andati d'amore e d'accordo, ma il ragazzo, perlomeno, sembrava determinato a lavorare seriamente. Hermione lo capì dalla sua frase
«Sbrighiamoci! Prima troviamo una soluzione, prima me ne vado da questo posto!»

//Spazio Autrice\\

Dedicato al mitico uomo la cui vita si è spenta esattamente cinque mesi fa. Più che uomo era un mito. Era la persona che mi ha insegnato a sognare e ad amare. Era il nostro Severus Piton: Alan Rickman😖😿💖💖💖💕💕💕💕🐍🐍🐍🐍📕📕📕📕📕📕

My Angel //Dramione ♡Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora