Nella stanza calò il silenzio. Cole non sapeva cosa dire e Daemon non aveva la più pallida idea di che cosa stesse succedendo a casa sua, alla sua donna. Lei aveva provato a chiamarlo?

Era in pericolo?

L'unico rumore che si udiva nella stanza era quello delle apparecchiature sulle quali gli altri membri del branco smanettavano senza pietà.

Passarono tre minuti, poi cinque, poi dieci. Daemon stava quasi per perdere la pazienza quando Bradley sussultò.

"Sono dentro." Comunicò con voce roca e tesa. Subito tutti gli ibridi presenti in quella stanza si accalcarono attorno a lui, cercando di sbirciare lo schermo.

"Cosa riesci a vedere?"

"Quasi tutto. Le telecamere di sorveglianza non sono state compromesse dal disturbo."

"E i microfoni?"

"Quelli sono andati del tutto." Disse Bradley con voce sbrigativa, ma Daemon riuscì comunque a cogliere il suo disappunto. Gli poggiò una mano sulla spalla e la strinse per dargli coraggio: anche la sua compagna era là dentro.

Smanettò ancora per un po' finché non ottenne una visuale completa delle telecamere di sorveglianza. Il soggiorno, la cucina, l'ingresso... Anche il piano superiore era sorvegliato –fatta ad eccezione per i bagni nei quali avevano solo impostato i microfoni.

E poi li videro.

Degli uomini vestiti di nero, armati di fucili semiautomatici irruppero nella tenuta, sparpagliandosi per la casa in tutte le direzioni. Trovarono le donne e i bambini in giardino e gli puntarono contro le armi.

Un ruggito furioso scaturì dal petto di Bradley quando vide che uno di quelli che dovevano essere necessariamente cacciatori afferrava Jillian per un braccio e la strattonava in piedi, senza curarsi del bambino che teneva in braccio.

Continuarono a perlustrare con lo sguardo le varie scene finché Daemon non vide una figura bassa scendere le scale e dirigersi in cucina. Era Ivy.

Il cuore gli batté all'impazzata mentre la seguiva con lo sguardo, pregando dentro di sé che nessuno le sparasse o la ferisse in alcun modo. La vide uscire in giardino e cercare gli altri, per poi dirigersi piano, con passo felpato, verso il soggiorno dove le altre donne erano state riunite.

"Dove sono i nostri?" Chiese Daemon, sempre più nervoso. Come diamine era possibile che non ci fosse nessuno a proteggere le donne?

Bradley tornò indietro nella registrazione e mostrò a tutti una scena nella quale i cacciatori chiudevano una specie di congegno fumogeno nel condotto dell'aria.

"Cazzo." Li avevano narcotizzati e le altre donne erano scampate a quella trappola solo perché si trovavano in giardino durante il pomeriggio.

Ivy invece era già andata a dormire da un pezzo a quel punto.

"Daemon, non credo che i cacciatori siano andati alla tenuta di loro spontanea volontà." Disse Cole, teso più che mai, senza riuscire a distogliere lo sguardo dallo schermo.

"Hai ragione." Daemon sospirò, frustrato, mentre le immagini continuavano a scorrere finché non distolse lo sguardo, sopraffatto dalla paura. Dio, era ovvio che Alan avrebbe giocato sporco ed era palese che avesse organizzato lui quell'incursione.

L'occasione era perfetta, con lui lontano dalla tenuta bloccato in quel branco. La rabbia esplose dentro di lui con la forza di un uragano al pensiero di ciò che avrebbero potuto fare ad Ivy per indebolirlo e costringerlo a rinunciare al proprio ruolo.

Non poteva permettere che la uccidessero perché in quel caso non avrebbe dovuto rinunciare a niente; sarebbe morto di dolore.

Letteralmente.

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