3- PASSATO

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Quando la sveglia suonò Ivy era già sveglia e preda di un mal di testa da competizione accompagnato dal dolore sordo del livido sotto all'occhio e degli altri sparsi per il suo corpo: ci era già passata un'altra volta e sapeva che per riprendersi da un pestaggio del genere avrebbe dovuto trascorrere una settimana senza fare sforzi.

Dopo aver sbattuto pesantemente la mano sul dispositivo per farlo tacere si trascinò in bagno dove osservò con aria critica il proprio aspetto.

Il celeste dei suoi occhi era spento, più tendente al grigio, ed i capelli arruffati le contornavano la testa in una matassa indistricabile che la fece sospirare per la disperazione: era un vero e proprio disastro e, a meno che una fata madrina non le avesse fatto una magia non sarebbe servita a migliorare il suo aspetto di quel giorno.

Provò a spazzolare i capelli ma alla fine sembrava che avesse preso la scossa quindi rinunciò a cercare di renderli presentabili e li raccolse in una coda alta che, tuttavia, non fece che accentuare i segni sul suo viso.

Dopo aver coperto come meglio poteva i segni dell'aggressione con il fondotinta indossò dei leggins neri ed una canottiera da basket che aveva rubato a Daemon quando erano piccoli per poi rifugiarsi in una felpa con il cappuccio stropicciata che aveva visto giorni migliori.

Era vestita come una barbona, ma proprio non ce la faceva quel giorno a sopportare jeans e camicia e non aveva intenzione di sprecare tempo a cercare di rendersi presentabile quando il giorno prima si era addormentata piangendo.

Scese le scale silenziosamente, rispettando il sonno di quei lupi che nelle camere accanto si stavano riposando dopo il turno di notte, per poi arrivare in cucina dove Cole e Gordon sedevano vicini al tavolo uno leggendo il giornale mentre sorseggiava caffè e l'altro che sbranava un'omelette ai funghi come se non mangiasse da mesi.

I lupi riuscivano a mantenere il loro fisico statuario nonostante mangiassero come -bé, come lupi- mentre Ivy non poteva mangiare un biscotto senza che le finisse sui fianchi.

"Buongiorno" salutò, sfoderando un timido sorriso prima di dirigersi verso il frigorifero e prendere una banana ed il suo amato latte di mandorla.

Gordon sollevò gli occhi grigi, come quelli del figlio, e ricambiò il saluto con un sorriso triste alla vista delle ombre scure dei lividi che, seppur coperte, erano ancora distinguibili sulla pelle chiara della ragazza.

"Dormito bene?"

Ivy si strinse nelle spalle ed appoggiò la banana sul tavolo per andare a prendere un bicchiere dalla credenza in cucina.

"Come al solito. Jace e Alec sono già tornati?"

Gordon annuì prima di rivolgersi a Cole al suo fianco che aveva finito di sbranare le uova e si stava massaggiando la pancia con aria soddisfatta. A volte, senza nemmeno rendersene conto, si leccava i baffi con la lingua proprio come avrebbe fatto in forma di lupo e Ivy lo trovava estremamente tenero.

"Mio figlio è tornato?"
La domanda colse di sorpresa Ivy che aguzzò le orecchie mentre tornava al tavolo e si sedeva: Daemon non aveva dormito a casa quella notte?

Cole inarcò le sopracciglia. "L'ho sentito camminare nel cortile verso le due, stamattina. Mi sono affacciato per dirgli che il rumore delle sue unghiette lupine stava disturbando il mio sonnellino di bellezza e lui per poco non mi ha morso!"

Cole si voltò verso Ivy che teneva il suo bicchiere di latte fra le mani con aria sgomenta mentre realizzava che Daemon aveva passeggiato per l'enorme giardino della villa sottoforma di lupo per tutta la notte, evidentemente troppo nervoso per poter assumere forma umana e concedersi del sonno.

Caught by the AlphaWhere stories live. Discover now